Una ricerca commissionata lo scorso novembre da BPI e condotta su un campione di 3.442 cittadini britannici di età compresa fra 16 e 54 anni, ha rivelato un netto aumento nell’uso di metodi alternativi al peer-to-peer per il reperimento di brani musicali in rete.
Secondo la ricerca, il 47% degli intervistati si rivolge a siti esteri, con base soprattutto nell’est europeo, che mettono in vendita senza autorizzazione brani protetti dal diritto d’autore.
Il 42% si rivolge a newsgroups, il 28% a motori di ricerca e il 18% a cyberlockers, database online che consentono di caricare file, compresi quelli che contengono opere tutelate dal diritto d’autore e realizzare link da altri siti.
Geoff Taylor, Chief Executive di BPI ha commentato:
“Ci sono oggi nel Regno Unito più di 35 servizi autorizzati che offrono musica digitale, assicurando ai fan una grande possibilità di scelta per scaricare musica legalmente.
E’ scoraggiante che i livelli di file sharing illegale rimangano alti nonostante ciò e nonostante il dibattito su tutte le imminenti misure per affrontare il problema”.
Secondo la ricerca, il 47% degli intervistati si rivolge a siti esteri, con base soprattutto nell’est europeo, che mettono in vendita senza autorizzazione brani protetti dal diritto d’autore.
Il 42% si rivolge a newsgroups, il 28% a motori di ricerca e il 18% a cyberlockers, database online che consentono di caricare file, compresi quelli che contengono opere tutelate dal diritto d’autore e realizzare link da altri siti.
Geoff Taylor, Chief Executive di BPI ha commentato:
“Ci sono oggi nel Regno Unito più di 35 servizi autorizzati che offrono musica digitale, assicurando ai fan una grande possibilità di scelta per scaricare musica legalmente.
E’ scoraggiante che i livelli di file sharing illegale rimangano alti nonostante ciò e nonostante il dibattito su tutte le imminenti misure per affrontare il problema”.