Ricordare l’anno 1990 e’ come ricordare, in un certo senso, l’inizio di una grande avventura globale, l’esplosione della nightlife italiana. Ovvio, qualcuno era gia’ partito, alcuni clubs sulla costa romagnola, e in qualche grande citta’. Ma il 1990 e’ l’anno che tutti ricordano. A un certo punto, in una localita’ dell’entroterra versiliano, apparve un cartello metallico, con incise queste parole: Kama Kama 1990.
Nasceva un nuovo club, ove in precedenza si facevano serate live punk, ska, rockabilly (e si chiamava Superficie 213) entrava prepotentemente la house music. Un vero, originale club underground, sia per la struttura in se (sostanzialmente un giardino con accesso a una grotta che portava alla dancefloor), sia, molto piu’ importante, per l’atmosfera che ti avvolgeva entrando dentro la grotta, con la musica sempre piu’ addosso, passo dopo passo verso la stupenda dancefloor al centro del club, il cuore pulsante, e tutto intorno consolle, animazione di grande impatto, un ricercatissimo e iper chic prive’, bar, e un guardaroba sempre troppo piccolo per le migliaia di persone che il Kama da subito fece clienti per la vita.
Ma, cosa rendeva questo club un’icona? Perche’ la sua ascesa fu rapida e verticale nel panorama dance? Perche’ il Kama era innovazione assoluta, era creativita’, era un sound sempre estremamente ricercato, coinvolgente, suadente. Era uno staff promozionale fatto gia’ a quei tempi da incredibili personaggi che hanno cavalcato realmente le epoche, una organizzazione possente, precisa, selettiva, un pubblico che definirlo tale e’ riduttivo, poiche’ si trattava davvero di una grande famiglia, che viveva la serata in totale armonia, e che, alla fine di questa, tra grandi saluti generali, era come una puntata che si chiudeva lasciando l’immensa voglia di correre alla puntata successiva…sono cosi’ trascorsi molti anni, amicizie si sono cementate per la vita, coppie si sono sposate dopo essersi innamorate al Kama, festa, dopo festa, dopo festa..Il nome Kama Kama era ormai universalmente riconosciuto nell’ambiente come sinonimo di qualita’ assoluta, di un’esperienza unica.
Nel tempo, forse piu’ un fenomeno di questi ultimi anni, per motivi di ricambio generazionale logico e presumibile, alcune caratteristiche sono un po’ sfumate, forse alcune atmosfere dei primi anni ’90 erano irripetibili, forse alcuni giovani di oggi sentivano meno il fascino della grotta come invece le generazioni precedenti se ne nutrivano, una aumentata concorrenza un po’ dappertutto, ma va dato atto al management Kama di aver sempre e comunque offerto un prodotto di alto livello, come compete a un top club, che si preparava a ripartire con unanuova stagione e una programmazione artistica come sempre all’altezza.
Ora, chi di voi si e’ accorto che l’articolo e’ tutto al passato?
E’ al passato perche’ il Kama Kama, la scorsa notte, e’ bruciato, avvolto dalle fiamme in un grosso rogo, e adesso riporta gravi danni. Qualcuno parla di dolo, di una mano infame che ha appiccato il rogo. Non sta a questo magazine prendere posizione sulle cause dell’accaduto, a noi spetta il compito di ricordare un club che e’ stato un passaggio obbligato per la crescita di un clubber che voleva evolversi e passare al livello successivo. Noi vogliamo ricordare il buio squarciato da fasci di luce che illuminano una folla coloratissima che balla felice, un impianto esplosivo dalle sonorita’ caldissime, vogliamo ricordare la musica, inconfondibile marchio di una fabbrica che recitava “il Kama ti ama”.
La proprieta’ parla di ricostruzione, di ripartenza, e noi tutti non potremmo che esserne felici, se sulle ceneri sacre di un grandissimo club, vero tassello della storia del clubbing, nascesse un nuovo houseclub, che rinverdisse i fasti di un tempo memorabile. Felici di sapere che il Kama vive, perche’ una notte senza il Kama non e’ una notte completa.
Marco Grassi http://www.djmagitalia.com/kama-kama-dal-1990/