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Radio e tv, un rapporto di odio/amore che dura da molto, molto tempo. Eppure, nonostante il nuovo “trend” sembri essere quello di un binomio sempre più indissolubile tra le due, esistono 10 buoni motivi per cui valga la pena preferire di gran lunga la radio alla tv. Volete sapere quali?
1) La radio è “libera, ma libera veramente”, come direbbe il buon Eugenio Finardi, perché non è soggetta ad un controllo di persone e/o enti così “forte” come accade per la televisione. Questo non significa che certe logiche e certi meccanismi non siano presenti anche nella gestione di una radio, ma certamente ciò avviene in forma molto minore rispetto a quanto accade per il mezzo televisivo.
2) In radio non si deve per forza essere “finti”. Guardando la tv o seguendo le vicende di chi popola il mezzo televisivo, ci imbattiamo continuamente in personaggi che nella vita reale si atteggiano o si comportano esattamente in maniera opposta rispetto a quanto hanno affermato sul “piccolo schermo”. In radio non è necessario indossare una maschera per apparire o piacere alla gente, questo permette a ciascuno speaker di essere se stesso (ammesso che lo voglia).
3) La radio si può ascoltare dovunque: a piedi, in bici, mentre fate una doccia o i mestieri di casa. Non va “guardata” ma va “sentita” e tutto questo fa sì che l’ascolto si possa conciliare con miliardi di altre attività di tutti i giorni. Spesso la radio può diventare una sorta di “sottofondo”: si pensi a chi lavora in un bar o in un negozio, oppure a chi studia o ancora a chi la fa diventare “compagna” di notti insonni…
4) La radio è fatta da chi ascolta. In televisione si può partecipare ad un quiz da casa, oppure televotare, ma al di là di un banale “clic” su un telecomando o su un semplice apparecchio telefonico, non c’è nulla. Lo spettatore, di fatto, rimane tale: non partecipa in maniera attiva e a volte nemmeno in maniera passiva a quanto sta accadendo. In radio invece, o almeno in alcuni format, l’ascoltatore è parte fondante del programma stesso. Il successo di una trasmissione radiofonica dipende da lui. Allo speaker spetta il compito di “raccontare” e di “comunicare” quanto dicono o scrivono gli ascoltatori che hanno voglia di diventare parte integrante di un programma.
5) La radio è gratuita, non c’è canone da pagare o abbonamento, sia che si ascolti la radiocronaca di una partita, sia che si senta della musica. Chiunque può ascoltare tutto a qualsiasi ora del giorno o della notte e per farlo non deve spendere assolutamente nulla.
6) La radio è fatta di voci, parole e musica nella maggior parte dei casi e questo “trinomio” è assolutamente raro e difficile da trovare in televisione, soprattutto dal punto di vista dell’armonia che si crea tra questi elementi quando si è “on air”.
7) La radio dà spazio all’immaginazione di chi ascolta, perché qualsiasi cosa venga raccontata o descritta non può essere vista, ma solo “pensata” ed “immaginata”. Questa “attività” stimola la fantasia e rende più “intrigante”, alle orecchie dello spettatore, ciò di cui si parla.
La radio è fatta anche dai timidi, che magari si vergognano a mostrarsi in pubblico o ad apparire, ma hanno tante cose da dire. La tv difficilmente dà l’opportunità a queste persone di parlare, cosa che invece fa la radio, dando voce anche a loro.
9) La radio è democratica, perché possono parlare tutti: da chi conduce a chi ascolta, senza distinzione! Perché non conta l’età, il sesso, o come è una persona, ma sono importanti le sue idee, quello che ha da dire agli altri o che vuole condividere.
10) La radio può farla chiunque, con pochi mezzi (economici) e tanta tanta passione, anche trasmettendo dalla stanza di casa sua. Con la tv non si può fare la stessa cosa.
Sono certo che questo “decalogo” potrà essere condiviso da molti di voi, amanti della radio, ma anche criticato o integrato. Quest’ultima è certamente la cosa più importante, per questo cedo volentieri la parola a voi, per leggere ed ascoltare un vostro parere sul rapporto radio/tv!
Articolo a cura di Mattia Savioni [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Radio e tv, un rapporto di odio/amore che dura da molto, molto tempo. Eppure, nonostante il nuovo “trend” sembri essere quello di un binomio sempre più indissolubile tra le due, esistono 10 buoni motivi per cui valga la pena preferire di gran lunga la radio alla tv. Volete sapere quali?
1) La radio è “libera, ma libera veramente”, come direbbe il buon Eugenio Finardi, perché non è soggetta ad un controllo di persone e/o enti così “forte” come accade per la televisione. Questo non significa che certe logiche e certi meccanismi non siano presenti anche nella gestione di una radio, ma certamente ciò avviene in forma molto minore rispetto a quanto accade per il mezzo televisivo.
2) In radio non si deve per forza essere “finti”. Guardando la tv o seguendo le vicende di chi popola il mezzo televisivo, ci imbattiamo continuamente in personaggi che nella vita reale si atteggiano o si comportano esattamente in maniera opposta rispetto a quanto hanno affermato sul “piccolo schermo”. In radio non è necessario indossare una maschera per apparire o piacere alla gente, questo permette a ciascuno speaker di essere se stesso (ammesso che lo voglia).
3) La radio si può ascoltare dovunque: a piedi, in bici, mentre fate una doccia o i mestieri di casa. Non va “guardata” ma va “sentita” e tutto questo fa sì che l’ascolto si possa conciliare con miliardi di altre attività di tutti i giorni. Spesso la radio può diventare una sorta di “sottofondo”: si pensi a chi lavora in un bar o in un negozio, oppure a chi studia o ancora a chi la fa diventare “compagna” di notti insonni…
4) La radio è fatta da chi ascolta. In televisione si può partecipare ad un quiz da casa, oppure televotare, ma al di là di un banale “clic” su un telecomando o su un semplice apparecchio telefonico, non c’è nulla. Lo spettatore, di fatto, rimane tale: non partecipa in maniera attiva e a volte nemmeno in maniera passiva a quanto sta accadendo. In radio invece, o almeno in alcuni format, l’ascoltatore è parte fondante del programma stesso. Il successo di una trasmissione radiofonica dipende da lui. Allo speaker spetta il compito di “raccontare” e di “comunicare” quanto dicono o scrivono gli ascoltatori che hanno voglia di diventare parte integrante di un programma.
5) La radio è gratuita, non c’è canone da pagare o abbonamento, sia che si ascolti la radiocronaca di una partita, sia che si senta della musica. Chiunque può ascoltare tutto a qualsiasi ora del giorno o della notte e per farlo non deve spendere assolutamente nulla.
6) La radio è fatta di voci, parole e musica nella maggior parte dei casi e questo “trinomio” è assolutamente raro e difficile da trovare in televisione, soprattutto dal punto di vista dell’armonia che si crea tra questi elementi quando si è “on air”.
7) La radio dà spazio all’immaginazione di chi ascolta, perché qualsiasi cosa venga raccontata o descritta non può essere vista, ma solo “pensata” ed “immaginata”. Questa “attività” stimola la fantasia e rende più “intrigante”, alle orecchie dello spettatore, ciò di cui si parla.
La radio è fatta anche dai timidi, che magari si vergognano a mostrarsi in pubblico o ad apparire, ma hanno tante cose da dire. La tv difficilmente dà l’opportunità a queste persone di parlare, cosa che invece fa la radio, dando voce anche a loro.
9) La radio è democratica, perché possono parlare tutti: da chi conduce a chi ascolta, senza distinzione! Perché non conta l’età, il sesso, o come è una persona, ma sono importanti le sue idee, quello che ha da dire agli altri o che vuole condividere.
10) La radio può farla chiunque, con pochi mezzi (economici) e tanta tanta passione, anche trasmettendo dalla stanza di casa sua. Con la tv non si può fare la stessa cosa.
Sono certo che questo “decalogo” potrà essere condiviso da molti di voi, amanti della radio, ma anche criticato o integrato. Quest’ultima è certamente la cosa più importante, per questo cedo volentieri la parola a voi, per leggere ed ascoltare un vostro parere sul rapporto radio/tv!
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