Fra le misure che dal presidente della Repubblica, appena rieletto (Giorgio Napolitano), ci si attende in questi giorni è anche la ratifica della nomina del presidente della Siae, designato poco più di un mese fa (Gino Paoli). A entrambi i presidenti spetterà nel prossimo periodo l’ingrato compito di mostrare ai propri “sudditi” di rivestire un ruolo condiviso (oltre che super partes).
E, se ciò non dovrebbe risultare difficile a Napolitano alla luce del settennato appena concluso, la cosa per Paoli potrebbe essere meno scontata: già alcune associazioni rappresentative della minoranza lo hanno messo nel mirino dopo le sue dichiarazioni di soddisfazione per la formula del nuovo Statuto Siae, fondata sul censo.
Eppure confidiamo che Paoli, il quale attraverso le sue splendide canzoni – in maggioranza dedicate al tema dell’amore, ma fra cui figurano anche eccellenti brani d’impegno sociale e civile – ha saputo conquistare (e unire) i gusti di almeno tre generazioni di Italiani, saprà assolvere il suo compito nel modo più efficace e meno divisivo: la battaglia per una Siae davvero al servizio della cultura, del diritto d’autore e degli associati – non necessariamente in quest’ordine – è troppo importante per la sopravvivenza del settore della musica. E gli auguriamo buon lavoro.
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