Verifica ad un anno dall'introduzione per le nuove tariffe da applicare in tema di diritto d'autore per l'equo compenso della copia privata.
E' la proposta del ministro di Beni culturali e Turismo Dario Franceschini, che oggi in un'audizione alla commissione Cultura della Camera, è tornato sulla spinosa questione.
"Il tentativo di mediazione tra Confindustria Digiatale e Siae, che sono su posizioni contrapposte, non è riuscito", ha ammesso Franceschini, "ma il decreto è scaduto dal 2012 ed io sono costretto per legge ad aggiornarlo.
Continuerò a spendermi fino all'ultimo per un accordo, poi mi assumerò l'onere della decisione".
Riferendo ai deputati della commissione presieduta da Giancarlo Galan, il ministro ha ricordato tutto il lungo percorso di incontri, consultazioni, audizioni delle parti.
"La cosa importante - ha fatto notare - è che va detto chiaramente che la copia privata non è una tassa sui telefonini, come ho letto spesso, bensì una modalità di riscossione del diritto d'autore che va a beneficio degli autori e della creatività.
Non va pagata dai consumatori, bensì da coloro che fabbricano e importano questi prodotti". Uno studio affidato al comitato consultivo per il diritto d'autore, ha sottolineato Franceschini, dimostra poi che in Europa, laddove esiste la legge sulla copia privata (in Gran Bretagna per esempio non c'è) queste tariffe sono molto più alte rispetto all'Italia (su uno smartphone adesso in Italia la tariffa è di 0,90 euro, in Francia 8 euro, in Germania fino a 36 euro).
E nei paesi dove le tariffe sono più alte rispetto a quelle italiane, "il prezzo dei più noti smartphone è di solito più contenuto" (un iPhone 5 costa 729 euro in Italia e 709 in Francia). Di qui la necessità di aumentare le tariffe anche in Italia.
Il ministro ha ricordato che lo studio del comitato consultivo ha portato ad indicare una cifra di riferimento possibile per smartphone e tablet "che è di 5,20 euro".
La legge, ha ribadito, "mi obbliga ad emanare il decreto e ad aggiornare le tariffe.
Ho proposto alle parti che, poiché in questo settore è tutto in evoluzione e lo sarà sempre, sono disponibile, subito dopo l'introduzione delle nuove tariffe, ad avviare un tavolo tecnico e poi fare una verifica dopo un anno in modo che si possa decidere se in base all'andamento si debba aumentare, diminuire o cambiare la legge".
Tra le possibilità, ha concluso, anche quella di destinare, previo accordo con la Siae, una parte del gettito della copia privata (che nel 2012 con le tariffe a 0,90 euro è stato di 70 milioni) ai giovani autori: "Ne ho già cominciato a parlare con la Siae".
Fonte: www.siae.it
E' la proposta del ministro di Beni culturali e Turismo Dario Franceschini, che oggi in un'audizione alla commissione Cultura della Camera, è tornato sulla spinosa questione.
"Il tentativo di mediazione tra Confindustria Digiatale e Siae, che sono su posizioni contrapposte, non è riuscito", ha ammesso Franceschini, "ma il decreto è scaduto dal 2012 ed io sono costretto per legge ad aggiornarlo.
Continuerò a spendermi fino all'ultimo per un accordo, poi mi assumerò l'onere della decisione".
Riferendo ai deputati della commissione presieduta da Giancarlo Galan, il ministro ha ricordato tutto il lungo percorso di incontri, consultazioni, audizioni delle parti.
"La cosa importante - ha fatto notare - è che va detto chiaramente che la copia privata non è una tassa sui telefonini, come ho letto spesso, bensì una modalità di riscossione del diritto d'autore che va a beneficio degli autori e della creatività.
Non va pagata dai consumatori, bensì da coloro che fabbricano e importano questi prodotti". Uno studio affidato al comitato consultivo per il diritto d'autore, ha sottolineato Franceschini, dimostra poi che in Europa, laddove esiste la legge sulla copia privata (in Gran Bretagna per esempio non c'è) queste tariffe sono molto più alte rispetto all'Italia (su uno smartphone adesso in Italia la tariffa è di 0,90 euro, in Francia 8 euro, in Germania fino a 36 euro).
E nei paesi dove le tariffe sono più alte rispetto a quelle italiane, "il prezzo dei più noti smartphone è di solito più contenuto" (un iPhone 5 costa 729 euro in Italia e 709 in Francia). Di qui la necessità di aumentare le tariffe anche in Italia.
Il ministro ha ricordato che lo studio del comitato consultivo ha portato ad indicare una cifra di riferimento possibile per smartphone e tablet "che è di 5,20 euro".
La legge, ha ribadito, "mi obbliga ad emanare il decreto e ad aggiornare le tariffe.
Ho proposto alle parti che, poiché in questo settore è tutto in evoluzione e lo sarà sempre, sono disponibile, subito dopo l'introduzione delle nuove tariffe, ad avviare un tavolo tecnico e poi fare una verifica dopo un anno in modo che si possa decidere se in base all'andamento si debba aumentare, diminuire o cambiare la legge".
Tra le possibilità, ha concluso, anche quella di destinare, previo accordo con la Siae, una parte del gettito della copia privata (che nel 2012 con le tariffe a 0,90 euro è stato di 70 milioni) ai giovani autori: "Ne ho già cominciato a parlare con la Siae".
Fonte: www.siae.it