Dopo oltre 130 anni, il 2016 potrebbe essere l’ultimo anno di “monopolio” per la Società Italiana autori ed editori, costituita nell’aprile del 1882 da Verdi, Carducci, Verga e De Amicis.
Il Senato, infatti, ha appena approvato – con il parere favorevole del Governo – un Ordine del Giorno che impegna l’Esecutivo di Matteo Renzi a liberalizzare il mercato dell’intermediazione dei diritti d’autore [ndr ovvero quello nel quale opera la SIAE] nel rispetto, oltre che delle previsioni dettate dalla Direttiva europea 26/2014/UE, delle indicazioni contenute nel parere che l’Autorità Antitrust ha trasmesso proprio a Governo e Parlamento lo scorso 1° giugno.
Siamo – o, almeno, dovremmo essere – dunque alla fine di un epoca.
Nei prossimi mesi, ovvero non appena il Governo avrà varato il Decreto Legislativo con il quale dovrà recepire in Italia la citata Direttiva dell’Unione europea, anche nel nostro Paese – come già avviene in tutto il resto d’Europa – gli autori ed editori italiani saranno definitivamente liberi di scegliere a chi affidarsi per l’intermediazione dei loro diritti.
Una rivoluzione epocale in un Paese che, sin qui, ha resistito al cambiamento registrato ovunque nel mondo nel segno della liberalizzazione dei mercati.
Parlamento e Governo, alla fine, hanno, dunque, deciso di ascoltare l’Antitrust che nel proprio parere dello scorso 1° giugno aveva messo nero su bianco che l’esclusiva riconosciuta dalla legge alla SIAE è “inattuale” e che è “pertanto compito del Legislatore italiano individuare criteri di attuazione della Direttiva [ndr il riferimento è all’ormai nota Direttiva Barnier] compatibili con una adeguato grado concorrenziale del mercato interno, che garantiscono, nel contempo, la concorrenza fra una pluralità di collecting societies stabilite nel territorio italiano e un’adeguata tutela dei titolari dei diritti”.
Detto, fatto o, almeno, promesso di fare: se rispetterà l’Ordine del Giorno in relazione al quale ha appena dato parere favorevole, il Governo, nei prossimi mesi, dovrà cancellare definitivamente l’esclusiva della SIAE ed aprire il mercato dell’intermediazione dei diritti alla concorrenza.
Un passo lungo ed importante – benché arrivi con un enorme ritardo – verso il futuro ma, soprattutto, verso la libertà di autori ed editori di scegliere sul mercato europeo e su quello nazionale che inizia a nascere la soluzione più adatta a gestire ed intermediare i propri diritti.
Una scelta importante e coraggiosa – della quale gliene va dato atto – anche da parte del Ministro Dario Franceschini che, dopo aver strenuamente difeso il monopolio della SIAE, oggi, probabilmente letto il parere dell’Antitrust e sentita l’aria che tira in Europa, si mostra, sostanzialmente, disponibile a ritornare sui propri passi ed a riconsiderare la strada della liberalizzazione del mercato.
Ovvio, peraltro – ma questo emerge con chiarezza dall’Ordine del Giorno presentato da Piero Ichino e approvato senza alcun voto contrario e due sole astensioni dalla quattordicesima commissione del Senato – che dovrà trattarsi di una liberalizzata governata ed intelligente, retta dalle regole stabilite nella Direttiva europea e capace, per davvero, di garantire al meglio i diritti e gli interessi prima di autori ed editori e poi dei diversi soggetti che si confronteranno sul mercato dell’intermediazione.
[Nota di trasparenza: nel pezzo racconto solo di fatti che trovano conferma negli atti parlamentari linkati. E’, tuttavia, corretto che il lettore sappia che assisto una società concorrente la SIAE]
Fonte: L'ESPRESSO