Premessa
Il presente tutorial vuole raggiungere due obiettivi: il primo è di aiutare il DJ alle prime armi a raccapezzarsi tra le varie possibilità offerte da Traktor DJ Studio, il secondo è di dare qualche utile consiglio sulle tecniche di mixing, in particolare su quelle che si adattano bene al programma oggetto del tutorial. La versione da me presa in considerazione è la 2.6.1, ma i consigli, eccetto dove indicato, valgono anche per le versioni precedenti.
Introduzione
Traktor DJ Studio mette a nostra disposizione una intera consolle da DJ dotata di quasi tutto ciò che un DJ possa desiderare: 2 piatti con tutti i controlli necessari, un mixer dotato di X-fader, un equalizzatore a tre bande con un comodo kill button, una unità di campionamento-loop e un equalizzatore paragrafico per ogni piatto. Oltre a tutto ciò, che già basterebbe per fare venire l'acquolina in bocca a tutti, il programma dispone di un comodissimo browser per trovare rapidamente i nostri pezzi, della possibilità di registrare i nostri mix e in ultimo, ma non per ultimo, della possibilità di controllare ogni bottone, fader o quant'altro presente sullo schemo tramite un controller MIDI o tramite la tastiera del nostro computer.
Ah, dimenticavo! Traktor può anche fare da master in una catena di segnali MIDI o sincronizzarsi con altre istanze di Traktor lanciate su altre macchine, tramite una normale connessione ethernet.
Ora non fraintendetemi, come programma non è esente da pecche, e molte altre funzionalità andrebbero implementate per renderlo perfetto... ma siamo già nettamente avanti a tutti gli altri programmi con funzionalità analoghe.
Occorre innanzitutto, prima ancora di installare il programma, distinguere tra due grosse tipologie di mix: il turntableing e il live remixing. In questo modo non incapperemo in delusioni aspettandoci che Traktor faccia cose per le quali non è concepito.
Nel primo caso (turntableing) si tratta di muovere materialmente con le mani i piatti creando il famoso effetto scratch, che, in aggiunta ad una base ritmica, può trasformare i piatti in un vero e proprio strumento musicale (consiglio di ascoltare qualcosa come Carpal Tunnel Syndrome di Kid Koala... un must in questo senso). Di questo tipo di mix non ci occuperemo perchè Traktor è assolutamente inadatto a questo utilizzo, in quanto ne' con il mouse ne' con device MIDI esterni (ne parleremo in seguito) è possibile raggiungere il controllo dato da due piatti di vinile che girano. L'unico modo sarebbe acquistare il Final Scratch della Stanton che permette appunto di interfacciare due piatti “veri” a quelli “virtuali”, e che comunque è supportato solo dalla versione 2.6, e che in ogni caso costa molto... insomma, non ce l'ho e non ne parlo... magari ne parleremo in futuro quando potrò permettermelo oppure se ci verrà messo a disposizione per una prova.
Nel secondo caso (live remixing) il DJ fa andare i due “dischi” (mp3 nel nostro caso) e li modifica in tempo, intonazione, equalizzazione per generare un nuovo pezzo in tempo reale, insomma realizza un remix vero e proprio, magari prendendo i bassi di un pezzo e gli alti dell'altro e così via. Traktor è ideale proprio per quest'ultimo utilizzo, anzi, è senza dubbio molto più indicato per questo scopo di qualsiasi altro programma, ma anche dei piatti reali (CD o vinile che siano), infatti la possibilità di non dover stare lì a mettere a tempo ad orecchio i pezzi (grazie alla funzione auto sync, ne parleremo in seguito) permette di concentrarsi maggiormente sui suoni e sugli effetti.
Primo approccio
Al primo avvio apparirà una finestra di dialogo che ci permette di settare l'utilizzo che farà Traktor della scheda audio in nostro possesso (questa schermata è sempre disponibile aprendo dal menu "Setup" e scegliendo la voce "Audio"):
Dall'alto troviamo:
Cosa molto importante a questo punto è capire come vogliamo lavorare. Se siamo dotati di un buon mixer esterno da DJ, consiglio caldamente di utilizzare quello, in quanto il feeling che danno dei veri fader sotto le dita è ineuguagliabile. Se invece non lo possediamo, o è di bassa o mediocre qualità, allora il mixer interno farà al caso nostro perchè, una volta automatizzato per bene come spiegheremo più avanti, può essere di rapida manipolazione e grande efficacia.
Altra cosa importante è notare che Traktor permette di collegare in maniera del tutto indipendente tutte le uscite. Addirittura, se disponiamo di una sola uscita stereo - caso tipico dei vecchi PC con audio integrato - possiamo assegnare indipendentemente il canale destro e quello sinistro. Questo è un grosso vantaggio perchè anche senza schede audio di ultima generazione potremo divertirci a remixare qualcosa, basterà comperare un minimo di componentistica in un negozio specializzato e potremo trasformare il nostro vecchio PC in una consolle da DJ.
Ora vedremo come.
Traktor in dual mono...ovvero multicanale impostore
Per prima cosa serve un normale cavo che trasformi il nostro Jack stereo (solitamente un minijack) in una coppia di RCA.
Su ogni spinotto RCA, tramite un adattatore maschio/maschio, installeremo un “cavo a Y" che sdoppia un singolo canale RCA in una coppia di canali RCA.
Ora il più è fatto e si aprono 2 differenti possibilità di setup:
Se non avete problemi di numero di uscite, quanto sopra non vi riguarda, però attenzione: nelle versioni precedenti alla 2.6, il massimo numero di uscite controllabili dal computer è 4, pertanto se avete un mixer esterno non potrete utilizzare il comodissimo preascolto da browser, e dovrete pertanto per forza caricare il pezzo su uno dei due deck e preascoltarlo tramite mixer. A partire dalla 2.6, per fortuna, il software in questo caso ci viene in aiuto!
Fatte queste operazioni, apparirà un'altra finestra di dialogo che ci chiede dove sia la musica nel nostro computer e se la si vuole importare nel database interno: lasciate stare, lo faremo dopo, quando avremo preso la mano con il programma.
Ora siete pronti per iniziare, ma qui termina la prima puntata, “smanettate” sino alla prossima settimana e vedete se riuscite a combinare qualcosa, altrimenti attendete fiduciosi.
Ora faremo conoscenza con il deck di traktor, impareremo a caricare i pezzi, ad utilizzare i comandi principali e a variarne alcune impostazioni.
Per caricare un pezzo l'operazione è molto semplice: si cerca nel browser interno il pezzo desiderato e poi lo si trascina nella finestra del deck. Se l'operazione è stata fatta correttamente, apparirà la forma d'onda del brano in aggiunta a una serie di informazioni come il minutaggio e i bpm (se possibile).
L'aspetto generale della visualizzazione del deck può essere modificato dal pannello "view" nel Setup.
Inoltre possiamo modificare l'aspetto del deck anche in corso d'opera, per adattarlo meglio alle esigenze del momento.
Come vedete la finestra è divisa in tre settori, dall'alto abbiamo:
Il secondo e il terzo di questi settori possono essere esclusi a piacimento tramite la semplice pressione della “X” corrispondente situata sulla sinistra.
Anche tutte le altre parti del deck possono essere “tolte di mezzo” così come anche il filtro, il browser e via dicendo, tramite la pressione delle X a fianco.
Nella porzione di deck sottostante alla finestra troviamo i comandi veri e propri.
La funzione di molti di essi è assolutamente intuitiva, pertanto andiamo a vedere quelli più particolari e come si usano.
Carichiamo ora un brano di nostro interesse in un qualsiasi deck, per farlo lo cercheremo nel nostro HD, o conoscendone l'esatta posizione nell'albero di cartelle, o introducendo una o più parole chiave nell'apposita finestra del browser interno:
Il browser appare diviso in tre sezioni:
L'ultima è sicuramente l'area più importante dato che ci permette di visualizzare rapidamente anche i Tag e le informazioni principali dei nostri file. Inoltre potremo preascoltare il brano (doppio clik o apposito pulsante sotto la finestra), cancellarlo, editarne i Tags e soprattutto farlo analizzare da Traktor: in questo modo sotto la forma d'onda locale del nostro deck, una volta caricato il brano sarà visibile la forma d'onda globale del brano. Tralascio volutamente la descrizione delle finestre di dialogo che appariranno una volta premuti i pulsanti di operazione sui file, sono intuitive e poco interessanti adesso.
Per caricare un brano in un deck o si fa click col tasto destro del mouse e si seleziona la voce "load to deck...” che apparirà, oppure lo si trascina sul deck stesso. Fatto questo possiamo andare a guardare i pulsanti del deck.
Pulsanti principali: sono raggruppati in quest'unico gruppo e permettono sia l'avvio normale, play, sia l'avvio subordinato alla pressione del tasto Cue. Il tasto rev serve per fare andare al contrario il pezzo, il tasto alla sua destra () serve per fare in modo che tutte le operazioni play o marcatura dei punti salienti del brano avvengano in corrispondenza della battuta più prossima.
Il tasto edit serve per accedere ad una finestra di dialogo dove potrete decidere quali marcatori lasciare sulla vostra forma d'onda, che appariranno sotto forma di bandierine, e tra i quali vi potrete muovere agevolmente con i pulsanti I< e >I
Questi marcatori servono oltre che per individuare rapidamente i punti salienti del brano anche per automatizzare il mix, ma come fare lo vedremo in una puntata apposita di questo tutorial.
Più al centro troveremo quest'altro gruppi di pulsanti-indicatori:
Il pulsante SYNC metterà automaticamente il nostro deck in sincronia con:
Il coefficiente di sincronia è indicato dalla barra a lato. Se è assente e lampeggia un trattino blu, allora il tutto è a tempo; se vi è una barra arancione o sopra o sotto il trattino centrale, allora il tempo sarà tanto più fuori fase quanto maggiore sarà lunghezza della barretta arancione (che d'ora in poi chiameremo indicatore di sincronia).
Mentre due pezzi vanno, possono facilmente esserci dei locali cambi di tempo, pertanto basterà ripremere SYNC per riallinearli e vedere scomparire la barra arancione, ma attenti, l'effetto non è immediato, per meglio simulare l'effetto della mano del DJ sul piatto che lo rallenta o lo velocizza di poco dovremo tenere pemuto il tasto sino alla completa sparizione della barretta.
Al contrario i due tasti grossi + e – servono per mandare fuori fase le battute dei due brani.
Su questo mi fermo un attimo, spiegando la differenza tra fuori fase e fuori tempo: fuori tempo è quando il numero di BPM è differente, fuori fase è quando i BPM sono uguali ma la battuta non è allineata. Nella pratica si traduce che le casse di due pezzi fuori tempo anche se inizialmente sofrapposte con lo scorrere del tempo si disaccoppieranno sempre più, mentre due casse fuori fase rimarranno sempre nel medesimo rapporto temporale col procedere dei brani. Quest'ultimo caso può essere un effetto voluto dal DJ, per creare particolari effetti, ma è una cosa molto difficile da gestire, pertanto se siete neofiti dimenticatevi il fuori fase, anzi cercate di evitarlo il più possibile, ma con l'andare del tempo e l'accrescersi della vostra esperienza ricordatevi di questa possibilità.
Altro consiglio pratico è di non fidarvi ciecamente dell'indicatore di sincronia, alle volte con pezzi molto complessi ritmicamente può sbagliare, anche e soprattutto perchè il programma non sempre rileva correttamente il tempo del nostro pezzo.
Questa osservazione mi introduce ad un'ulteriore gruppo pulsanti:
Qui troviamo un pitch slide come nei piatti veri che potremo variare a nostro piacere per variare il tempo.
Il range di variazione dello slide è indicato dall'impostazione settata in questo menù:
Potrà essere +/- 35,50,100 %, ma consiglio 100, permette più flessibilità. Inoltre potremo settare gli step compiuti dai pulsanti + e – di fianco al pitch slide con il settaggio “fine pitch range”.
Inoltre in questo gruppo comandi troviamo un riquadro con due numeri: il numero di BPM rilevato dal programma e la sua percentuale di accuratezza.
Generalmente se il pezzo è molto ritmato ed ha una cassa bella “definita” non ci sono problemi e Traktor non sbaglia, se però vi sono lunghe intro senza ritmica ci potrebbe volere un po di tempo prima che compaia il numero di BPM (potrebbe pure non comparire affatto, provate a mandare in play un canto gregoriano e poi ditemi!). Inoltre se la ritmica del brano non è costante potrebbe variare di colpo il numero di BPM rilevati, in qual caso vedrete scendere di colpo il numero percentuale sotto i BPM, l'indice di affidabilità. Questo indice è dato da numerosi fattori non indicati dalla Native Instruments, ma per esperienza vi dico che non vi baderete quasi, in ogni caso se il risultato del rilevamento automatico di BPM operato da Traktor non vi dovesse soddisfare, potrete intervenire premendo il tasto EDIT, facendo comparire questa finestra:
Qui potrete definire il range entro il quale rilevate le battute per minuto, potrete rilevarle manualmente premendo la barra spaziatrice in tempo con la musica o potrete imporre di rilevare valori tondi, ovvero privi di decimali, per meglio sincronizzarvi con dispositivi audio che non dispongono di tale accuratezza (mi vengono in mente le groove box, ma ve ne sono molti altri).
Come ultimo gruppo troviamo un ulteriore slide di fianco a quello del pitch che, assieme ad alcuni pulsanti, regola la tonalità del brano.
Noterete che questo slide si muove di comune accordo con quello del pitch, ma se premerete il tasto LOCK non lo farà più, permettendovi di variare la tonalità del brano senza alterare le battute o al contrario riportare ad una tonalità normale un pezzo di cui avete alterato le battute, questo soprattutto per pezzi con parti cantate permette di evitare il fastidiosissimo effetto “chipmans”, ovvero la voce in falsetto che si ottiene facendo scorrere più velocemente un brano (o la voce cupa se fatto rallentare). L'unico inconveniente di “lokkare” la tonalità è che questa operazione richiede molta potenza di calcolo al processore e qui la Native Instruments ci viene incontro permettendoci di settare la qualità con cui la tonalità viene modificata dallo slide.
Partite dall'impostazione “PSOLA” e se variando la tonalità del brano doveste sentire crepitii o artefatti sonori scendete di qualità, altrimenti se tutto va bene provate ad imostare su “Phase Vocoder” la cui resa sonora è di molto superiore, se anche qui il suono non ha difetti siete a posto, altrimenti tornate a “PSOLA”. In ogni caso il vocoder è alla portata solo di processori relativamente recenti come P4 e AthlonXP sopra i 1800 MhZ, mentre per vecchi processori intorno agli 800 MhZ dovrete rinunciare al cambio di tonalità ed impostare su “Non Adaptative”.
Ora dovreste essere in grado di padroneggiare correttamente i Deck, nella prossima puntata vedremo il mixer interno e alcune tecniche basilari di mixing.
Ora arriveremo a padroneggiare il mixer interno del programma, capiremo le tecniche basilari del mixing, e impareremo a registrare le nostre performance per poterci così registrare, riascoltare e porre rimedio ai nostri errori.
Il Mixer
Il mixer interno si presenta alla nostra vista solo se non avremo impostato il comando “external mixer” nelle impostazioni basilari di Traktor (cfr. la prima puntata del tutorial).
Questo è l'aspetto normale o “wide”, che ricalca un comune mixer da DJ, ma esiste anche nella versione più piccola (dalla versione 2.3 del programma) definita “slim” ed attivabile dall'appposito pulsante nella sezione principale del programma.
I due aspetti sono tra loro perfettamente equivalenti per quanto riguarda le funzioni presenti solo che il wide si pone in mezzo ai due Deck, limitando leggermente le dimensioni di questi ultimi, mentre lo slim si posiziona sotto i deck limitando però le dimensioni della finestra del Browser, pertanto è solo una questione di gusto personale.
Per quanto riguarda le funzioni troviamo:
Importante da ricordare è che qualsiasi pulsante o manopola presente in Traktor poò essere utilizzata in due modi a seconda se clickata-mossa con la contemporanea pressione del tasto destro o sinistro del mouse.
I pulsanti col click sx si attiveranno o disattiveranno rimanendo nello stato selezionato, col click dx invece cambieranno di stato solamente fino a quando continuerete a tenere premuto il tasto dx del mouse.
Le manopole invece verranno mosse normalmente se trascinate col tasto sx, torneranno nello stato di default se clikkate col tasto dx.
Questo è molto importante da tenere a mente, vi permetterà infatti di essere sia molto più rapidi nel settare i vari parametri sia di creare effetti carini nel vostro mix.
Un buon mix non consiste nella banale messa a tempo dei pezzi, ma va a tentare di produrre un nuovo brano a partire dagli elementi principali dei due pezzi in play.
Ovvero, se ad esempio sul deck A ho un pezzo ricco di bassi e grancassa, sul deck B taglierò, per esempio, i bassi col Kill o con la manopola, regolerò i volumi relativi dei due brani in cuffia, e porterò più o meno lentamente, a seconda dei gusti, il crossfader in posizione centrale.
In sostanza il mio consiglio è di ascoltare sempre bene i pezzi ed imparare a memoria i vari momenti salienti (break, assoli e simili) magari evidenziandoli con i marcatori (cfr. seconda puntata), facendo sempre in modo che non vi sia mai troppa carne al fuoco: non ha senso tenere due grancasse che abbiano il medesimo metro, i suoni si annulleranno l'un l'altro o nel migliore dei casi uno dei due non si sentirà affatto. Stesso discorso vale anche per i cantati, assai raramente se ne trovano due che vadano bene assieme per più di pochi secondi.
Un consiglio può essere quello di provare a fare entrare il pezzo nuovo sempre dalla sua componente di suoni medio alti, in maniera da risultare meno stridente all'orecchi, poi piano piano o a scatti in battuta sul tempo diminuire la presenza degli alti del pezzo originale per poi salire gradatamente coi bassi del secondo pezzo, poi di lì togliere mano mano volume al primo pezzo.
Più difficile a dirsi che a farsi, ma con una avvertenza, tutti o quasi i pezzi di musica “da discoteca” o comunque che si presti al mixing possiede tre elementi fondamentali:
Per ora non vi resta che smanettare e smanettare, possibilmente registrandovi per poi riascoltarvi; non esiste modo migliore di imparare che imparare dai propri errori, solo che mentre guardate il monitor, muovete il mouse e preascoltate il pezzo entrante è difficile sentire bene il prodotto finito, pertanto non vi resta altro che registrare il tutto.
Esistono due modi di farlo, uno valido per tutte le versioni di Traktor, l'altro solo dalla 2.6 in poi.
Primo metodo
Cercate i seguenti pulsanti, la loro posizione differisce leggermente da versione a versione, ma la sostanza è la medesima.
Premete ora il pulsante “record” che si accenderà di un rosso più vivo ed incominciate a mixare tutto quello che volete, una volta finito ri premete “record”.
Ora Traktor avrà tenuto nota di tutte le operazioni da voi compiute durante la registrazione compreso quali pezzi stavano girando e come erano equalizzato... tutto tutto insomma!
A questo punto potrete innanzitutto salvare il lavoro, non si sa mai, tramite il pulsante “save” che salverà, appunto, non la registrazione audio, ma l'insieme delle vostre operazioni, quelle e solo quelle.
Ora però ci vogliamo riascoltare, bene, premete “play mix” e vedrete i fader e quant'altro muoversi da soli, noterete inoltre che molti comandi a vostra disposizione non saranno ora disponibili.
Potrete andare avanti ed indietro nella registrazione con l'apposito gruppo di comandi Fw e Rw presenti a sinistra della casella in cui sono indicati i vari timer relativi alla registrazionecome potrete inoltre intervenire a correggere eventuali errori in tempo reale per quella parte di comandi rimasta disponibile, se farete ciò si evidenzierà il tasto “dub” che indica l'avvenuta variazione della registrazione; inoltre se la parte successiva al vostro errore dovesse andare bene com'era prima basterà premere “dub” e i comandi torneranno a seguire il normale andamento della registrazione, ovviamente per memorizzare le variazioni dovrete premere record mentre la registrazione procede, altrimenti non ne rimarrà traccia. Una volta che sarete soddisfatti della performance riavvolgete tutta la registrazione dall'inizio e premete il tasto “write”, apparirà questa finestra di dialogo:
Da qui potrete ovviamente decidere nome e destinazione del file in cui verrà esportato il tutto e inoltre tramite “cut tracks...” potrete decidere se fare esportare tutto in un unico file oppure pezzo per pezzo quello che è stato caricato sui singoli deck andando a creare una compilation mixata da voi sullo stile di quello che fanno i DJ famosi con le loro playlists.
Dato lo start apparirà un'altra finestra indicante lo stato di avanzamento dell'esportazione e vedrede dietro Traktor rifare il mix registrato a velocità di molto maggiorata mettendoci così pochi secondi a completare l'operazione (of course a seconda di potenza del processore e durata del mix).
Il brano così esportato sarà un bel “wavvone” da molti mega, starà poi a voi decidere che farne, da lì in poi è una mera questione di post produzione.
Secondo metodo
La versione 2.6 viene incontro a chi come me usa un mixer esterno, infatti registrare solo quello che è andato sui deck e senza cogliere il lavoro fatto con fader e effetti del mio mixer è tempo perso, allora i buoni programmatori della NI (che io immagino ammantati da un'aura dorata con le ali e vestiti di bianco....! ) hanno deciso nella loro magnanimità di dotare traktor di un'entrata audio ammesso che la nostra scheda la possegga... ed era anche ora diamine, da quanto tempo la aspettavo!
In questo caso andate nell'albero delle cartelle del browser e cercate la voce Audio recordings.
Noterete come laddove normalmente vi erano i pulsanti per l'analisi dei brani ora vi sarà un pulsante “record” con la pressione del quale il programma inizierà a registrare tutto ciò che perverrà all'entrata audio selezionata (cfr. prima puntata, impostazioni generali). Finito il tutto sospenderemo la registrazione mediante la pressione di record e nel riquadro sopra appariranno le informazioni generali della registrazione. Per esportare il mix basterà selezionare la registrazione di nostro interesse e premere “move to” e selezionare la destinazione finale del file.
Col pulsante edit potrete invece scrivere i tag della registrazione, il pulsante next invece appare selezionabile solo a rec attivo, premetelo e inizierà una nuova registrazione senza dover interompere il mix e senza perdita del pregresso registrato.
Ora andremo ad imparare alcune delle funzionalità avanzate di Traktor, ovvero andremo a guardare l'unità di filtro paragrafico e il loop tool, due funzioni importantissime che permettono di ottenere mix sempre più sofisticati.
L'unità di filtro
Ve ne sono due, una sopra ogni deck e permette di visualizzare velocemente il tipo di filtro applicato al singolo deck.
Tramite i due pulsanti a forma di onda quadra di lato al riquadro è possibile settare la modalità di funzionamento del filtro paragrafico:
Nel riquadro di visualizzazione delle frequenze lasciate libere di passare in condizioni di default l'azzurro del grafico è desaturato se il livello di applicazione del filtro è nullo, si accende di un azzurro più intenso se la manopola “AMNT” è ruotata verso destra anche di poco, questo vi permetterà di controllare con estrema rapidità se il filtro sia in funzione o meno.
Il potenziometro “AMNT” è banalmente il comando wet/dry del filtro, mentre “L.CUT” controlla la frequenza di taglio dei bassi. Il comando “WIDTH” invece determina la “distanza” tra la frequenza di taglio bassi e quella di taglio degli alti. Importante notare che spostando il taglio dei bassi la distanza di taglio degli alti rimane invariata. “RESO” infine determina la risonanza da applicarsi alle frequenze di taglio dei bassi e degli alti: spostandola verso sinistra avremo una attenuazione, verso destra una enfatizzazione.
Di seguito vi riporto alcune tra le principali configurazioni possibili:
due tipi di Band pass
due tipi di Notch
HP e LP con risonanza
Starà poi alla vostra esperienza e gusto capire come utilizzare queste modalità di filtro, ma per farvi un'idea ascoltate “hung up” di Madonna e sentirete utilizzare un filtro passa basso nella parte centrale del brano per creare il break.
L'unità di LOOP
Come per il filtro anche il loop è posizionato sopra ogni uno dei due deck.
La sua funzione è quella di campionare porzioni di brano e metterle in riproduzione continua.
Per attivarla basterà premere il pulsante SET/IN e nella nostra finestra del deck appariranno due marcatori verdi che rappresentano l'inizio e la fine del loop.
Ovviamente con ACTIVE/OUT il loop verrà rilasciato e la riproduzione procederà regolarmente.
Fosse tutto così semplice e banale l'utilità di questa unità sarebbe davvero molto limitata, per fortuna vi sono altri tre raggruppamenti di pulsanti che vengono in nostro soccorso
Il tasto >I< come negli altri casi in cui lo abbiamo incontrato permette di attaccare alla battuta più prossima l'inizio e la fine del nostro loop così come anche di quantizzare alla battuta più prossima gli spostamenti del loop stesso (come farlo lo vedremo tra poco).
Il tasto con il lucchetto invece mantiene in memoria il loop anche dopo averlo rilasciato con active/out, noterete infatti che ogni volta che premerete set/in il loop precedentemente impostato scomparirà dalla vostra vista, a meno che,appunto, mentre era attivo non abbiate attivato il lucchetto; se avrete fatto ciò nella finestrella accanto apparirà il numero dei minuti e dei secondi del brano in cui il loop inizia. Accanto a questa finestrella vi è poi un tasto CUE che permette di saltare direttamente al loop desiderato tra tutti quelli “lockati” e tra i quali potrete navigare con le due frecce sotto la finestrella; appena premerete CUE la riproduzione si sposterà immediatamente al loop in questione, ma attenti, se nelle impostazioni generali di traktor non avrete impostato “sincro start”, l'operazione potrebbe fare uscire di sincronia i due deck. Altra cosa da notare è che il loop indicato dai numeri nella finestrella dei loop verrà evidenziato anche nella finestra globale del deck tramite un piccolo trattino verde sopra i marcatori.
Altro gruppo di pulsanti fondamentale è il seguente:
Esso permette di settare con precisione la posizione e la lunghezza del nostro loop.
Tramite la pressione dei tasti 1, 4, 8 e 16 imposteremo come lunghezza del loop un equivalente numero di battute, con la semplice pressione di SET/IN il nostro loop sarà della lunghezza da noi impostata.
Premendo invece sulla finestrella in cui appare la scritta “Loop” apparirà un piccolo menù a tendina in cui potrete impostare diversi valori, da none a loop passando per ¼ di battuta, ½, 1 e così via. Questo valore rappresenta di quanto verrà spostato il loop dalle due coppie di frecce posizionate sulla sinistra (come esse agiscano lo spiegherò tra pochissimo). Prestate attenzione che se avrete impostato il comando “snap to grid” ( >I< ) per il loop i valori inferiori ad una battuta non verranno presi in considerazione.
Le frecce sulla sinistra invece determinano come il loop venga spostato:
Come ultimo gruppo di pulsanti il seguente determina il numero di volte che deve essere ripetuto il loop selezionato:
Se non toccheremo nulla l'indicatore partirà da zero e mano mano che il loop viene ripetuto aumenterà indicandoci in numero di volte che è stato ripetuto, differentemente se tramite i pulsanti + e – avremo impostato un numero a nostro piacimento, una volta attivato il loop il contatore decrescerà mano mano sino allo zero e rilasciare il loop.
L'ultimo tasto, la freccia a forma circolare è presente solo dalla versione 2.6 e serve per impostare tutto il brano come un unico loop.
In generale mi preme farvi notare come l'unità di loop sia estremamente interessante per quello che considero l'uso principale di Traktor: il live remixing di cui si parlava nella prima puntata.
Impostando un paio di loop che si incastrino bene tra di loro possiamo del tutto dimenticarci della sincronia ed iniziare a lavorare pesantemente sui suoni, possiamo iniziare a effettare uno od entrambi i deck (provate a mettere un flanger e poi giocare con l'equalizzatore paragrafico) possiamo suonare sopra ai loop con una qualsiasi groove box dotata di protocollo MIDI (tutte of course) dato che Traktor permette pure di generare un MIDI clock da mandare a questi generi du atrezzatute appunto, ma sul come fare non mi pronuncio ora, sarà molto probabilmente uno degli argomenti trattati nella quinta puntata.
Fonte: www.audiomaster.it
Il presente tutorial vuole raggiungere due obiettivi: il primo è di aiutare il DJ alle prime armi a raccapezzarsi tra le varie possibilità offerte da Traktor DJ Studio, il secondo è di dare qualche utile consiglio sulle tecniche di mixing, in particolare su quelle che si adattano bene al programma oggetto del tutorial. La versione da me presa in considerazione è la 2.6.1, ma i consigli, eccetto dove indicato, valgono anche per le versioni precedenti.
Introduzione
Traktor DJ Studio mette a nostra disposizione una intera consolle da DJ dotata di quasi tutto ciò che un DJ possa desiderare: 2 piatti con tutti i controlli necessari, un mixer dotato di X-fader, un equalizzatore a tre bande con un comodo kill button, una unità di campionamento-loop e un equalizzatore paragrafico per ogni piatto. Oltre a tutto ciò, che già basterebbe per fare venire l'acquolina in bocca a tutti, il programma dispone di un comodissimo browser per trovare rapidamente i nostri pezzi, della possibilità di registrare i nostri mix e in ultimo, ma non per ultimo, della possibilità di controllare ogni bottone, fader o quant'altro presente sullo schemo tramite un controller MIDI o tramite la tastiera del nostro computer.
Ah, dimenticavo! Traktor può anche fare da master in una catena di segnali MIDI o sincronizzarsi con altre istanze di Traktor lanciate su altre macchine, tramite una normale connessione ethernet.
Ora non fraintendetemi, come programma non è esente da pecche, e molte altre funzionalità andrebbero implementate per renderlo perfetto... ma siamo già nettamente avanti a tutti gli altri programmi con funzionalità analoghe.
Occorre innanzitutto, prima ancora di installare il programma, distinguere tra due grosse tipologie di mix: il turntableing e il live remixing. In questo modo non incapperemo in delusioni aspettandoci che Traktor faccia cose per le quali non è concepito.
Nel primo caso (turntableing) si tratta di muovere materialmente con le mani i piatti creando il famoso effetto scratch, che, in aggiunta ad una base ritmica, può trasformare i piatti in un vero e proprio strumento musicale (consiglio di ascoltare qualcosa come Carpal Tunnel Syndrome di Kid Koala... un must in questo senso). Di questo tipo di mix non ci occuperemo perchè Traktor è assolutamente inadatto a questo utilizzo, in quanto ne' con il mouse ne' con device MIDI esterni (ne parleremo in seguito) è possibile raggiungere il controllo dato da due piatti di vinile che girano. L'unico modo sarebbe acquistare il Final Scratch della Stanton che permette appunto di interfacciare due piatti “veri” a quelli “virtuali”, e che comunque è supportato solo dalla versione 2.6, e che in ogni caso costa molto... insomma, non ce l'ho e non ne parlo... magari ne parleremo in futuro quando potrò permettermelo oppure se ci verrà messo a disposizione per una prova.
Nel secondo caso (live remixing) il DJ fa andare i due “dischi” (mp3 nel nostro caso) e li modifica in tempo, intonazione, equalizzazione per generare un nuovo pezzo in tempo reale, insomma realizza un remix vero e proprio, magari prendendo i bassi di un pezzo e gli alti dell'altro e così via. Traktor è ideale proprio per quest'ultimo utilizzo, anzi, è senza dubbio molto più indicato per questo scopo di qualsiasi altro programma, ma anche dei piatti reali (CD o vinile che siano), infatti la possibilità di non dover stare lì a mettere a tempo ad orecchio i pezzi (grazie alla funzione auto sync, ne parleremo in seguito) permette di concentrarsi maggiormente sui suoni e sugli effetti.
Primo approccio
Al primo avvio apparirà una finestra di dialogo che ci permette di settare l'utilizzo che farà Traktor della scheda audio in nostro possesso (questa schermata è sempre disponibile aprendo dal menu "Setup" e scegliendo la voce "Audio"):
Dall'alto troviamo:
- Audio Hardware: dove scegliere se usare Traktor con Finalscratch o con tutto il resto (All other) - solo per versione 2.6 o sucessive;
- Audio device: la selezione della scheda audio da utilizzare e le sue principali impostazioni, più un comodo tasto di richiamo del pannello di controllo della stessa. Tenete presente che i 96 kHz sono supportati solo dalla versione 2.6, altrimenti avrete al massimo 88.2 kHz e conseguentemente una maggiore latenza;
- Output Channel Routing: la selezione del routing delle uscite audio (di cui parleremo meglio tra poco); qui troviamo anche il pulsante Eternal Mixer (un tantino differente nelle vesioni precedenti alla 2.6, ma la zuppa è sempre quella) che permette di decidere se usare o meno il mixer esterno;
- Input Channel Routing: per la sola verione 2.6, il routing degli ingressi audio.
Cosa molto importante a questo punto è capire come vogliamo lavorare. Se siamo dotati di un buon mixer esterno da DJ, consiglio caldamente di utilizzare quello, in quanto il feeling che danno dei veri fader sotto le dita è ineuguagliabile. Se invece non lo possediamo, o è di bassa o mediocre qualità, allora il mixer interno farà al caso nostro perchè, una volta automatizzato per bene come spiegheremo più avanti, può essere di rapida manipolazione e grande efficacia.
Altra cosa importante è notare che Traktor permette di collegare in maniera del tutto indipendente tutte le uscite. Addirittura, se disponiamo di una sola uscita stereo - caso tipico dei vecchi PC con audio integrato - possiamo assegnare indipendentemente il canale destro e quello sinistro. Questo è un grosso vantaggio perchè anche senza schede audio di ultima generazione potremo divertirci a remixare qualcosa, basterà comperare un minimo di componentistica in un negozio specializzato e potremo trasformare il nostro vecchio PC in una consolle da DJ.
Ora vedremo come.
Traktor in dual mono...ovvero multicanale impostore
Per prima cosa serve un normale cavo che trasformi il nostro Jack stereo (solitamente un minijack) in una coppia di RCA.
Su ogni spinotto RCA, tramite un adattatore maschio/maschio, installeremo un “cavo a Y" che sdoppia un singolo canale RCA in una coppia di canali RCA.
Ora il più è fatto e si aprono 2 differenti possibilità di setup:
- Se NON vogliamo usare un mixer esterno, manderemo una delle due coppie al nostro amplificatore / sistema di casse tramite un normale cavo RCA/RCA
mentre all'altra coppia collegheremo un cavo RCA/Jack (come il primo per intenderci) alla cui estremità attaccheremo tramite l'opportuno adattatore le nostre cuffie - Se invece vogliamo usare il nostro mixer esterno, più semplicemente attaccheremo tramite DUE cavi RCA/RCA le nostre due coppie di cavi a y, una per canale.
Se non avete problemi di numero di uscite, quanto sopra non vi riguarda, però attenzione: nelle versioni precedenti alla 2.6, il massimo numero di uscite controllabili dal computer è 4, pertanto se avete un mixer esterno non potrete utilizzare il comodissimo preascolto da browser, e dovrete pertanto per forza caricare il pezzo su uno dei due deck e preascoltarlo tramite mixer. A partire dalla 2.6, per fortuna, il software in questo caso ci viene in aiuto!
Fatte queste operazioni, apparirà un'altra finestra di dialogo che ci chiede dove sia la musica nel nostro computer e se la si vuole importare nel database interno: lasciate stare, lo faremo dopo, quando avremo preso la mano con il programma.
Ora siete pronti per iniziare, ma qui termina la prima puntata, “smanettate” sino alla prossima settimana e vedete se riuscite a combinare qualcosa, altrimenti attendete fiduciosi.
Ora faremo conoscenza con il deck di traktor, impareremo a caricare i pezzi, ad utilizzare i comandi principali e a variarne alcune impostazioni.
Per caricare un pezzo l'operazione è molto semplice: si cerca nel browser interno il pezzo desiderato e poi lo si trascina nella finestra del deck. Se l'operazione è stata fatta correttamente, apparirà la forma d'onda del brano in aggiunta a una serie di informazioni come il minutaggio e i bpm (se possibile).
L'aspetto generale della visualizzazione del deck può essere modificato dal pannello "view" nel Setup.
Inoltre possiamo modificare l'aspetto del deck anche in corso d'opera, per adattarlo meglio alle esigenze del momento.
Come vedete la finestra è divisa in tre settori, dall'alto abbiamo:
- Un settore dedicato alle info generali del pezzo caricato. Quali debbano essere le info, e in che forma vadano visualizzate, sono opzioni che si modificano dal menu di cui parlavo prima
- Il secondo settore rappresenta solo una parte della forma d'onda, quella in riproduzione corrente, e lo zoom su questa porzione puo essere effettuato tramite i comandi “- + e =” presenti a destra, ma quest'ultima opzione è presente solo nella 2.6
- Il terzo ed ultimo settore rappresenta l'interezza del brano, vi si può distinguere un cursore che ci basterà spostare, trascinandolo col mouse, per spostare il punto di riproduzione. Inoltre, se avremo precedentemente fatto analizzare da traktor il pezzo caricato (come vedremo in seguito), in questo stesso settore verrà rappresentata la forma d'onda generale del brano per facilitarci nel trovare i punti di break del pezzo o degli eventuali marcatori da noi precedentemente collocati.
Il secondo e il terzo di questi settori possono essere esclusi a piacimento tramite la semplice pressione della “X” corrispondente situata sulla sinistra.
Anche tutte le altre parti del deck possono essere “tolte di mezzo” così come anche il filtro, il browser e via dicendo, tramite la pressione delle X a fianco.
Nella porzione di deck sottostante alla finestra troviamo i comandi veri e propri.
La funzione di molti di essi è assolutamente intuitiva, pertanto andiamo a vedere quelli più particolari e come si usano.
Carichiamo ora un brano di nostro interesse in un qualsiasi deck, per farlo lo cercheremo nel nostro HD, o conoscendone l'esatta posizione nell'albero di cartelle, o introducendo una o più parole chiave nell'apposita finestra del browser interno:
Il browser appare diviso in tre sezioni:
- Pulsanti rapidi con i quali richiamare velocemente da tastiera le fonzioni principali e le nostre playlists
- Albero delle cartelle in cui saranno visalizzati sia idischi fissi che le unità ottiche e tutte le cartelle in essi contenuti
- L'elenco dei file che sono leggibili da traktor contenuti nella cartella selezionata
L'ultima è sicuramente l'area più importante dato che ci permette di visualizzare rapidamente anche i Tag e le informazioni principali dei nostri file. Inoltre potremo preascoltare il brano (doppio clik o apposito pulsante sotto la finestra), cancellarlo, editarne i Tags e soprattutto farlo analizzare da Traktor: in questo modo sotto la forma d'onda locale del nostro deck, una volta caricato il brano sarà visibile la forma d'onda globale del brano. Tralascio volutamente la descrizione delle finestre di dialogo che appariranno una volta premuti i pulsanti di operazione sui file, sono intuitive e poco interessanti adesso.
Per caricare un brano in un deck o si fa click col tasto destro del mouse e si seleziona la voce "load to deck...” che apparirà, oppure lo si trascina sul deck stesso. Fatto questo possiamo andare a guardare i pulsanti del deck.
Pulsanti principali: sono raggruppati in quest'unico gruppo e permettono sia l'avvio normale, play, sia l'avvio subordinato alla pressione del tasto Cue. Il tasto rev serve per fare andare al contrario il pezzo, il tasto alla sua destra () serve per fare in modo che tutte le operazioni play o marcatura dei punti salienti del brano avvengano in corrispondenza della battuta più prossima.
Il tasto edit serve per accedere ad una finestra di dialogo dove potrete decidere quali marcatori lasciare sulla vostra forma d'onda, che appariranno sotto forma di bandierine, e tra i quali vi potrete muovere agevolmente con i pulsanti I< e >I
Questi marcatori servono oltre che per individuare rapidamente i punti salienti del brano anche per automatizzare il mix, ma come fare lo vedremo in una puntata apposita di questo tutorial.
Più al centro troveremo quest'altro gruppi di pulsanti-indicatori:
Il pulsante SYNC metterà automaticamente il nostro deck in sincronia con:
- L'atro deck, se è in play e sono stati rilevati i BPM e ne il pulsante MST e SET non sono premuti
- Le battute del master time se MST è premuto, ma questo lo spiegheremo meglio più avanti
Il coefficiente di sincronia è indicato dalla barra a lato. Se è assente e lampeggia un trattino blu, allora il tutto è a tempo; se vi è una barra arancione o sopra o sotto il trattino centrale, allora il tempo sarà tanto più fuori fase quanto maggiore sarà lunghezza della barretta arancione (che d'ora in poi chiameremo indicatore di sincronia).
Mentre due pezzi vanno, possono facilmente esserci dei locali cambi di tempo, pertanto basterà ripremere SYNC per riallinearli e vedere scomparire la barra arancione, ma attenti, l'effetto non è immediato, per meglio simulare l'effetto della mano del DJ sul piatto che lo rallenta o lo velocizza di poco dovremo tenere pemuto il tasto sino alla completa sparizione della barretta.
Al contrario i due tasti grossi + e – servono per mandare fuori fase le battute dei due brani.
Su questo mi fermo un attimo, spiegando la differenza tra fuori fase e fuori tempo: fuori tempo è quando il numero di BPM è differente, fuori fase è quando i BPM sono uguali ma la battuta non è allineata. Nella pratica si traduce che le casse di due pezzi fuori tempo anche se inizialmente sofrapposte con lo scorrere del tempo si disaccoppieranno sempre più, mentre due casse fuori fase rimarranno sempre nel medesimo rapporto temporale col procedere dei brani. Quest'ultimo caso può essere un effetto voluto dal DJ, per creare particolari effetti, ma è una cosa molto difficile da gestire, pertanto se siete neofiti dimenticatevi il fuori fase, anzi cercate di evitarlo il più possibile, ma con l'andare del tempo e l'accrescersi della vostra esperienza ricordatevi di questa possibilità.
Altro consiglio pratico è di non fidarvi ciecamente dell'indicatore di sincronia, alle volte con pezzi molto complessi ritmicamente può sbagliare, anche e soprattutto perchè il programma non sempre rileva correttamente il tempo del nostro pezzo.
Questa osservazione mi introduce ad un'ulteriore gruppo pulsanti:
Qui troviamo un pitch slide come nei piatti veri che potremo variare a nostro piacere per variare il tempo.
Il range di variazione dello slide è indicato dall'impostazione settata in questo menù:
Potrà essere +/- 35,50,100 %, ma consiglio 100, permette più flessibilità. Inoltre potremo settare gli step compiuti dai pulsanti + e – di fianco al pitch slide con il settaggio “fine pitch range”.
Inoltre in questo gruppo comandi troviamo un riquadro con due numeri: il numero di BPM rilevato dal programma e la sua percentuale di accuratezza.
Generalmente se il pezzo è molto ritmato ed ha una cassa bella “definita” non ci sono problemi e Traktor non sbaglia, se però vi sono lunghe intro senza ritmica ci potrebbe volere un po di tempo prima che compaia il numero di BPM (potrebbe pure non comparire affatto, provate a mandare in play un canto gregoriano e poi ditemi!). Inoltre se la ritmica del brano non è costante potrebbe variare di colpo il numero di BPM rilevati, in qual caso vedrete scendere di colpo il numero percentuale sotto i BPM, l'indice di affidabilità. Questo indice è dato da numerosi fattori non indicati dalla Native Instruments, ma per esperienza vi dico che non vi baderete quasi, in ogni caso se il risultato del rilevamento automatico di BPM operato da Traktor non vi dovesse soddisfare, potrete intervenire premendo il tasto EDIT, facendo comparire questa finestra:
Qui potrete definire il range entro il quale rilevate le battute per minuto, potrete rilevarle manualmente premendo la barra spaziatrice in tempo con la musica o potrete imporre di rilevare valori tondi, ovvero privi di decimali, per meglio sincronizzarvi con dispositivi audio che non dispongono di tale accuratezza (mi vengono in mente le groove box, ma ve ne sono molti altri).
Come ultimo gruppo troviamo un ulteriore slide di fianco a quello del pitch che, assieme ad alcuni pulsanti, regola la tonalità del brano.
Noterete che questo slide si muove di comune accordo con quello del pitch, ma se premerete il tasto LOCK non lo farà più, permettendovi di variare la tonalità del brano senza alterare le battute o al contrario riportare ad una tonalità normale un pezzo di cui avete alterato le battute, questo soprattutto per pezzi con parti cantate permette di evitare il fastidiosissimo effetto “chipmans”, ovvero la voce in falsetto che si ottiene facendo scorrere più velocemente un brano (o la voce cupa se fatto rallentare). L'unico inconveniente di “lokkare” la tonalità è che questa operazione richiede molta potenza di calcolo al processore e qui la Native Instruments ci viene incontro permettendoci di settare la qualità con cui la tonalità viene modificata dallo slide.
Partite dall'impostazione “PSOLA” e se variando la tonalità del brano doveste sentire crepitii o artefatti sonori scendete di qualità, altrimenti se tutto va bene provate ad imostare su “Phase Vocoder” la cui resa sonora è di molto superiore, se anche qui il suono non ha difetti siete a posto, altrimenti tornate a “PSOLA”. In ogni caso il vocoder è alla portata solo di processori relativamente recenti come P4 e AthlonXP sopra i 1800 MhZ, mentre per vecchi processori intorno agli 800 MhZ dovrete rinunciare al cambio di tonalità ed impostare su “Non Adaptative”.
Ora dovreste essere in grado di padroneggiare correttamente i Deck, nella prossima puntata vedremo il mixer interno e alcune tecniche basilari di mixing.
Ora arriveremo a padroneggiare il mixer interno del programma, capiremo le tecniche basilari del mixing, e impareremo a registrare le nostre performance per poterci così registrare, riascoltare e porre rimedio ai nostri errori.
Il Mixer
Il mixer interno si presenta alla nostra vista solo se non avremo impostato il comando “external mixer” nelle impostazioni basilari di Traktor (cfr. la prima puntata del tutorial).
Questo è l'aspetto normale o “wide”, che ricalca un comune mixer da DJ, ma esiste anche nella versione più piccola (dalla versione 2.3 del programma) definita “slim” ed attivabile dall'appposito pulsante nella sezione principale del programma.
I due aspetti sono tra loro perfettamente equivalenti per quanto riguarda le funzioni presenti solo che il wide si pone in mezzo ai due Deck, limitando leggermente le dimensioni di questi ultimi, mentre lo slim si posiziona sotto i deck limitando però le dimensioni della finestra del Browser, pertanto è solo una questione di gusto personale.
Per quanto riguarda le funzioni troviamo:
- Manopola di guadagno per ogni canale a cui si può assegnare la funzione di auto guadagno tramite il pulsante “A” posto a lato, in questo caso il programma provvederò a “normalizzare” il brano in funzione del livello di output deciso da noi nella sezione master del programma
- Tre manopole corrispondenti a bassi medi e alti con un pulsante “K” a lato di ciascuna. Tale pulsante è il così detto “Kill button” ovvero un taglio di -90 dB sulla banda desiderata, in questo modo si possono mettere e togliere con molta rapidità le bande sonore e creare dei gradevoli effetti
- Un fader per ogni canale
- Un interruttore per la disabilitazione rapida dell'equalizzazione sul canale
- Un x-fader dotato di “punch in” e “mute” per ogni canale e di movimento automatizzato
- La sezione di controllo dell'ascolto in cuffia del canale e del volume della cuffia; come in tutti i mixer è inoltre possibile ascoltare sia i singoli deck che un mix tra i deck e il master out, impostazione effettuabile da una apposita manopola
Importante da ricordare è che qualsiasi pulsante o manopola presente in Traktor poò essere utilizzata in due modi a seconda se clickata-mossa con la contemporanea pressione del tasto destro o sinistro del mouse.
I pulsanti col click sx si attiveranno o disattiveranno rimanendo nello stato selezionato, col click dx invece cambieranno di stato solamente fino a quando continuerete a tenere premuto il tasto dx del mouse.
Le manopole invece verranno mosse normalmente se trascinate col tasto sx, torneranno nello stato di default se clikkate col tasto dx.
Questo è molto importante da tenere a mente, vi permetterà infatti di essere sia molto più rapidi nel settare i vari parametri sia di creare effetti carini nel vostro mix.
Un buon mix non consiste nella banale messa a tempo dei pezzi, ma va a tentare di produrre un nuovo brano a partire dagli elementi principali dei due pezzi in play.
Ovvero, se ad esempio sul deck A ho un pezzo ricco di bassi e grancassa, sul deck B taglierò, per esempio, i bassi col Kill o con la manopola, regolerò i volumi relativi dei due brani in cuffia, e porterò più o meno lentamente, a seconda dei gusti, il crossfader in posizione centrale.
In sostanza il mio consiglio è di ascoltare sempre bene i pezzi ed imparare a memoria i vari momenti salienti (break, assoli e simili) magari evidenziandoli con i marcatori (cfr. seconda puntata), facendo sempre in modo che non vi sia mai troppa carne al fuoco: non ha senso tenere due grancasse che abbiano il medesimo metro, i suoni si annulleranno l'un l'altro o nel migliore dei casi uno dei due non si sentirà affatto. Stesso discorso vale anche per i cantati, assai raramente se ne trovano due che vadano bene assieme per più di pochi secondi.
Un consiglio può essere quello di provare a fare entrare il pezzo nuovo sempre dalla sua componente di suoni medio alti, in maniera da risultare meno stridente all'orecchi, poi piano piano o a scatti in battuta sul tempo diminuire la presenza degli alti del pezzo originale per poi salire gradatamente coi bassi del secondo pezzo, poi di lì togliere mano mano volume al primo pezzo.
Più difficile a dirsi che a farsi, ma con una avvertenza, tutti o quasi i pezzi di musica “da discoteca” o comunque che si presti al mixing possiede tre elementi fondamentali:
- Intro, in cui si crea l'atmosfera generale del pezzo o si fa sentire il motivo dominante del brano, spesso iniziano con parti percussive con suoni acuti o con parlati; si presta molto bene come inizio del mix, ma fate attenzione che non di rado la metrica e le battute del pezzo vero e proprio cambiano in seguito
- Corpo del brano a sua volta diviso in strofa e ritornello a seconda del motivo musicale principale, sono entrambi caratterizzati da ricchezza di suoni in tutte le frequenze dello spettro sononro, pertanto il mix di questi pezzi di brano può risultare più difficoltoso per i neofiti
- Break, solitamente frappostro tra strofa e ritornello, è un movimento in cui spesso la rimica cambia (andando ad esempio in controtempo) e in cui solitamente la grancassa non è presente per dare un senso di attesa per quello che verrà. E' estremamente importante al fine del mixing poiché in esso i suoni si fanno più radi e permettono facilmente l'entrata di qualcos'altro.
Per ora non vi resta che smanettare e smanettare, possibilmente registrandovi per poi riascoltarvi; non esiste modo migliore di imparare che imparare dai propri errori, solo che mentre guardate il monitor, muovete il mouse e preascoltate il pezzo entrante è difficile sentire bene il prodotto finito, pertanto non vi resta altro che registrare il tutto.
Esistono due modi di farlo, uno valido per tutte le versioni di Traktor, l'altro solo dalla 2.6 in poi.
Primo metodo
Cercate i seguenti pulsanti, la loro posizione differisce leggermente da versione a versione, ma la sostanza è la medesima.
Premete ora il pulsante “record” che si accenderà di un rosso più vivo ed incominciate a mixare tutto quello che volete, una volta finito ri premete “record”.
Ora Traktor avrà tenuto nota di tutte le operazioni da voi compiute durante la registrazione compreso quali pezzi stavano girando e come erano equalizzato... tutto tutto insomma!
A questo punto potrete innanzitutto salvare il lavoro, non si sa mai, tramite il pulsante “save” che salverà, appunto, non la registrazione audio, ma l'insieme delle vostre operazioni, quelle e solo quelle.
Ora però ci vogliamo riascoltare, bene, premete “play mix” e vedrete i fader e quant'altro muoversi da soli, noterete inoltre che molti comandi a vostra disposizione non saranno ora disponibili.
Potrete andare avanti ed indietro nella registrazione con l'apposito gruppo di comandi Fw e Rw presenti a sinistra della casella in cui sono indicati i vari timer relativi alla registrazionecome potrete inoltre intervenire a correggere eventuali errori in tempo reale per quella parte di comandi rimasta disponibile, se farete ciò si evidenzierà il tasto “dub” che indica l'avvenuta variazione della registrazione; inoltre se la parte successiva al vostro errore dovesse andare bene com'era prima basterà premere “dub” e i comandi torneranno a seguire il normale andamento della registrazione, ovviamente per memorizzare le variazioni dovrete premere record mentre la registrazione procede, altrimenti non ne rimarrà traccia. Una volta che sarete soddisfatti della performance riavvolgete tutta la registrazione dall'inizio e premete il tasto “write”, apparirà questa finestra di dialogo:
Da qui potrete ovviamente decidere nome e destinazione del file in cui verrà esportato il tutto e inoltre tramite “cut tracks...” potrete decidere se fare esportare tutto in un unico file oppure pezzo per pezzo quello che è stato caricato sui singoli deck andando a creare una compilation mixata da voi sullo stile di quello che fanno i DJ famosi con le loro playlists.
Dato lo start apparirà un'altra finestra indicante lo stato di avanzamento dell'esportazione e vedrede dietro Traktor rifare il mix registrato a velocità di molto maggiorata mettendoci così pochi secondi a completare l'operazione (of course a seconda di potenza del processore e durata del mix).
Il brano così esportato sarà un bel “wavvone” da molti mega, starà poi a voi decidere che farne, da lì in poi è una mera questione di post produzione.
Secondo metodo
La versione 2.6 viene incontro a chi come me usa un mixer esterno, infatti registrare solo quello che è andato sui deck e senza cogliere il lavoro fatto con fader e effetti del mio mixer è tempo perso, allora i buoni programmatori della NI (che io immagino ammantati da un'aura dorata con le ali e vestiti di bianco....! ) hanno deciso nella loro magnanimità di dotare traktor di un'entrata audio ammesso che la nostra scheda la possegga... ed era anche ora diamine, da quanto tempo la aspettavo!
In questo caso andate nell'albero delle cartelle del browser e cercate la voce Audio recordings.
Noterete come laddove normalmente vi erano i pulsanti per l'analisi dei brani ora vi sarà un pulsante “record” con la pressione del quale il programma inizierà a registrare tutto ciò che perverrà all'entrata audio selezionata (cfr. prima puntata, impostazioni generali). Finito il tutto sospenderemo la registrazione mediante la pressione di record e nel riquadro sopra appariranno le informazioni generali della registrazione. Per esportare il mix basterà selezionare la registrazione di nostro interesse e premere “move to” e selezionare la destinazione finale del file.
Col pulsante edit potrete invece scrivere i tag della registrazione, il pulsante next invece appare selezionabile solo a rec attivo, premetelo e inizierà una nuova registrazione senza dover interompere il mix e senza perdita del pregresso registrato.
Ora andremo ad imparare alcune delle funzionalità avanzate di Traktor, ovvero andremo a guardare l'unità di filtro paragrafico e il loop tool, due funzioni importantissime che permettono di ottenere mix sempre più sofisticati.
L'unità di filtro
Ve ne sono due, una sopra ogni deck e permette di visualizzare velocemente il tipo di filtro applicato al singolo deck.
Tramite i due pulsanti a forma di onda quadra di lato al riquadro è possibile settare la modalità di funzionamento del filtro paragrafico:
- Onda quadra positiva: filtro Passa Banda
- Onda quadra negativa: filtro Notch (taglia banda)
Nel riquadro di visualizzazione delle frequenze lasciate libere di passare in condizioni di default l'azzurro del grafico è desaturato se il livello di applicazione del filtro è nullo, si accende di un azzurro più intenso se la manopola “AMNT” è ruotata verso destra anche di poco, questo vi permetterà di controllare con estrema rapidità se il filtro sia in funzione o meno.
Il potenziometro “AMNT” è banalmente il comando wet/dry del filtro, mentre “L.CUT” controlla la frequenza di taglio dei bassi. Il comando “WIDTH” invece determina la “distanza” tra la frequenza di taglio bassi e quella di taglio degli alti. Importante notare che spostando il taglio dei bassi la distanza di taglio degli alti rimane invariata. “RESO” infine determina la risonanza da applicarsi alle frequenze di taglio dei bassi e degli alti: spostandola verso sinistra avremo una attenuazione, verso destra una enfatizzazione.
Di seguito vi riporto alcune tra le principali configurazioni possibili:
due tipi di Band pass
due tipi di Notch
HP e LP con risonanza
Starà poi alla vostra esperienza e gusto capire come utilizzare queste modalità di filtro, ma per farvi un'idea ascoltate “hung up” di Madonna e sentirete utilizzare un filtro passa basso nella parte centrale del brano per creare il break.
L'unità di LOOP
Come per il filtro anche il loop è posizionato sopra ogni uno dei due deck.
La sua funzione è quella di campionare porzioni di brano e metterle in riproduzione continua.
Per attivarla basterà premere il pulsante SET/IN e nella nostra finestra del deck appariranno due marcatori verdi che rappresentano l'inizio e la fine del loop.
Ovviamente con ACTIVE/OUT il loop verrà rilasciato e la riproduzione procederà regolarmente.
Fosse tutto così semplice e banale l'utilità di questa unità sarebbe davvero molto limitata, per fortuna vi sono altri tre raggruppamenti di pulsanti che vengono in nostro soccorso
Il tasto >I< come negli altri casi in cui lo abbiamo incontrato permette di attaccare alla battuta più prossima l'inizio e la fine del nostro loop così come anche di quantizzare alla battuta più prossima gli spostamenti del loop stesso (come farlo lo vedremo tra poco).
Il tasto con il lucchetto invece mantiene in memoria il loop anche dopo averlo rilasciato con active/out, noterete infatti che ogni volta che premerete set/in il loop precedentemente impostato scomparirà dalla vostra vista, a meno che,appunto, mentre era attivo non abbiate attivato il lucchetto; se avrete fatto ciò nella finestrella accanto apparirà il numero dei minuti e dei secondi del brano in cui il loop inizia. Accanto a questa finestrella vi è poi un tasto CUE che permette di saltare direttamente al loop desiderato tra tutti quelli “lockati” e tra i quali potrete navigare con le due frecce sotto la finestrella; appena premerete CUE la riproduzione si sposterà immediatamente al loop in questione, ma attenti, se nelle impostazioni generali di traktor non avrete impostato “sincro start”, l'operazione potrebbe fare uscire di sincronia i due deck. Altra cosa da notare è che il loop indicato dai numeri nella finestrella dei loop verrà evidenziato anche nella finestra globale del deck tramite un piccolo trattino verde sopra i marcatori.
Altro gruppo di pulsanti fondamentale è il seguente:
Esso permette di settare con precisione la posizione e la lunghezza del nostro loop.
Tramite la pressione dei tasti 1, 4, 8 e 16 imposteremo come lunghezza del loop un equivalente numero di battute, con la semplice pressione di SET/IN il nostro loop sarà della lunghezza da noi impostata.
Premendo invece sulla finestrella in cui appare la scritta “Loop” apparirà un piccolo menù a tendina in cui potrete impostare diversi valori, da none a loop passando per ¼ di battuta, ½, 1 e così via. Questo valore rappresenta di quanto verrà spostato il loop dalle due coppie di frecce posizionate sulla sinistra (come esse agiscano lo spiegherò tra pochissimo). Prestate attenzione che se avrete impostato il comando “snap to grid” ( >I< ) per il loop i valori inferiori ad una battuta non verranno presi in considerazione.
Le frecce sulla sinistra invece determinano come il loop venga spostato:
- La coppia più a sinistra I> spostano in blocco tutto il loop in avanti ed indietro della “distanza” impostata, ma non alterano in nessun modo la lunghezza del loop
- La coppia più a destra I invece spostano in avanti ed indietro soltanto il marcatore di fine del loop andando così a variare la lunghezza del loop stesso.
Come ultimo gruppo di pulsanti il seguente determina il numero di volte che deve essere ripetuto il loop selezionato:
Se non toccheremo nulla l'indicatore partirà da zero e mano mano che il loop viene ripetuto aumenterà indicandoci in numero di volte che è stato ripetuto, differentemente se tramite i pulsanti + e – avremo impostato un numero a nostro piacimento, una volta attivato il loop il contatore decrescerà mano mano sino allo zero e rilasciare il loop.
L'ultimo tasto, la freccia a forma circolare è presente solo dalla versione 2.6 e serve per impostare tutto il brano come un unico loop.
In generale mi preme farvi notare come l'unità di loop sia estremamente interessante per quello che considero l'uso principale di Traktor: il live remixing di cui si parlava nella prima puntata.
Impostando un paio di loop che si incastrino bene tra di loro possiamo del tutto dimenticarci della sincronia ed iniziare a lavorare pesantemente sui suoni, possiamo iniziare a effettare uno od entrambi i deck (provate a mettere un flanger e poi giocare con l'equalizzatore paragrafico) possiamo suonare sopra ai loop con una qualsiasi groove box dotata di protocollo MIDI (tutte of course) dato che Traktor permette pure di generare un MIDI clock da mandare a questi generi du atrezzatute appunto, ma sul come fare non mi pronuncio ora, sarà molto probabilmente uno degli argomenti trattati nella quinta puntata.
Fonte: www.audiomaster.it