I primissimi dischi sui quali fu possibile registrare e riprodurre suoni furono realizzati in gommalacca, una particolare sostanza ricavata dalle secrezioni d'un insetto chiamato Kerria lacca e presente solamente nelle foreste della Thailandia e di Assam.
Tale sostanza, raffinata, diviene una plastica naturale molto resistente se trattata con Alcool e Acetone.
Nel 1949 a tali dischi furono sostituiti quelli in vinile, l'innovazione nacque negli Stati uniti per poi diffondersi in tutto il mondo.
Il vinile fu preferito perché consentiva una lavorazione differente che rendeva i solchi sul disco più piccoli ma di maggior durata.
Si passò, infatti, dai settantotto giri della gommalacca ai trentatré e mezzo dei dischi in vinile che consentivano una durata d'ascolto pari a circa mezzora per facciata.
Le tracce di venticinque o trenta minuti circa, furono comunemente riconosciute come LP ossia Long Playing ed erano in sostanza i primi album musicali cui oggi siamo oramai abituati.
Vennero utilizzati in maniera comune già negli anni '80 e potevano essere trovati anche in versione doppia, con denominazione DLP (Doble Long Playing).
Ad esso bisogna distinguere l'EP, ossia Extended Play, che era una specie di mini album contenenti solo quattro o cinque brani. Nell'uso comune la denominazione LP, intesa come album o raccolta di canzone, è stata estesa anche a supporti successivi al vinile come musicassette e cd.
L'LP aveva due facciate, riconosciute e marcate sul disco stesso (dal caratteristico colore nero) come Lato A e Lato B ognuno dei quali poteva contenere circa cinque o sette brani a seconda della loro durata.
Tra la fine degli anni ottanta ed i primi novanta, il vinile finì soppiantato da un nuovo supporto musicale noto come musicassetta.
Ma quest'ultimo ebbe vita breve, finì in meno d'un ventennio nel dimenticatoio ed ad esso fu preferito il più pratico CD.
Ma adesso che in vinile pare essere una tecnologia obsoleta, qualcuno afferma che la qualità audio abbia perso molto con i nuovi supporti.
De gusti bus?
I dischi in vinile oggi
Da quando il Compact Disc (CD) fu ideato nel 1979 passarono alcuni anni prima che fosse diffuso e completamente assorbito dai consumatori. Questo nuovo supporto era, ed è ancora oggi, costituito da un disco trasparente in policarbonato dal raggio di 6 cm che contiene una sottilissima lamina costituita in un materiale metallico sul quale vengono masterizzate le informazioni tramite un laser.
L'innovazione del CD invase completamente l'ambito musicale ed aprì nuove possibilità per l'incisione di dati. Esso è diventato comunissimo parallelamente alla diffusione dei computer che hanno reso la masterizzazione d'informazioni digitali un'operazione accessibile a tutti.
I dischi in vinile sono ad oggi rilegati in un ambito Vintage, considerato dai più come vecchiume probabilmente neanche più utilizzabile.
Va invece ricordato che i dischi in vinile trovano anche oggi applicazioni pratiche, benché in contesti limitati e circoscritti.
Se ne avvalgono, infatti, ancora i DJ per eseguire i mixaggi. I “piatti” in vinile consentono al Disc Jockey di manipolare il disco, rallentandolo o velocizzandolo a seconda del caso e realizzando particolari effetti sonori come lo scratch.
Parallelamente all'uso pratico nelle discoteche ad opera dei DJ, vi è ancora una larga nicchia di cultori che preferiscono ascoltare la musica in vinile.
Giustificare questa preferenza ci sono motivazioni acustiche che costituiscono dibattito particolarmente sentito per tutti gli appassionati.
Non sono pochi coloro che sostengono una sostanziale perdita di qualità e corposità del suono con l'avvento del CD e dei nuovi formati di compressione musicale come l'mp3.
Il tracciato su vinile e la riproduzione con giradischi restituiscono, secondo gli amatori del vintage, al suono la propria natura.
La musica viene valorizzata e persino le imperfezioni, i graffi, che fanno saltare il suono o lo sfumano non fanno altro che impreziosirlo.
Con particolare attenzione a questa fascia di consumatori, sono ancora molti i cantanti che anche oggi decidono di mettere in vendita le loro ultime produzioni anche su dischi in vinile.
Il mercato dell'usato
Il vinile ed i giradischi (comprese tutte le possibili varianti come i mangiadischi) rappresentano una fascia del mercato tutt'altro che morta.
I collezionisti, i cultori e gli appassionati sono tutt'altro che pochi. Inoltre, non mancano neanche gli acquirenti occasionali.
Quest'ultimi sono nostalgici, persone comuni che, pur senza esperienza o precisa intenzione d'acquisto, decidono d'acquistare un giradischi magari per ridar vita ad un 33 giri ascoltato in giovinezza o per rispolverare la vecchia collezione dei genitori.
I mercatini dell'usato a basso costo, non sono quasi mai privi di prodotti di questo tipo la cui circolazione continua benché non se ne producano quasi più da un ventennio.
La diffusione dei mangiadischi fu così ampia che numerosissime aziende ne realizzarono modelli propri.
Le varianti degli stessi modelli sono inoltre numerosissime.
Può davvero stupire il numero infinito di giradischi che furono costruiti ed introdotti sul mercato.
Si va da piccoli supporti come i mangiadischi, utilizzati per brevi riproduzioni come le favole per bambini o alcune canzoni, ai grandi e storici Juke Box.
Veri e propri pezzi di storia.
Basta chiedere a genitori o nonni per verificare quanto abbia inciso la musica riprodotta con questi supporti nelle loro giovinezze.
Basti pensare ad un'immagine indelebile nella mente di tutti, Fonzie di Happy Days che attiva il Juke Box con un pugno ben assestato.
Una vera icona partita dagli anni '50 negli Stati Uniti e diffusasi in seguito in gran parte del mondo occidentale, Italia compresa.
Qualsiasi bar possedesse un Juke Box, era un locale che valesse la pena di visitare.
Chiunque può dunque decidere d'acquistare un giradischi o qualsiasi riproduttore di vinili, però è consigliabile una buona dose d'attenzione per evitare delusioni.
Un oggetto vecchio è sicuramente un oggetto che è andato incontro ad usura, però comprarne uno non funzionante può creare molti problemi.
È difficilissimo trovare qualcuno che sappia aggiustarli o interventi fai da te possono danneggiare ulteriormente il prodotto rendendono irrimediabilmente compromesso.