Non so più dove sia il limite tra realtà e finzione. Non mi è chiaro se esiste l’effettiva volontà di cambiare o se, invece, si tratta di un macabro gioco chiamato “suicidio di massa”.
E’ da almeno dieci anni che a ogni conferenza, anche internazionale, o sfogliando le riviste delle Società di Autori e Editori di tutto il mondo, s’incappa, puntualmente, in un constante, martellante lamentio sul problema del diritto d’autore.
Summit, convention, tavole rotonde o semplicemente interventi e opinioni d’altolocate che ci ricordano quanto sia malato il mercato dei contenuti gratuiti, dei danni immani della pirateria, e tante altre brutte cose.
Di riflesso non ho mai, sottolineo mai letto di azioni congiunte contro i vari Ministeri e gli Internet Service Providers.
Come mai non c’è mai stata una mobilitazione simile?
Solo la SIAE ha oltre ottantamila iscritti!
Potrebbe essere o meglio poteva e doveva essere cosa fattibile avviare un tam tam.
Che bello, tutti uniti e coesi, non per tirare sampietrini, ma per far valere i nostri diritti ovvero il furto delle OPERE DEL NOSTRO INGEGNO che avviene quotidianamente.
Ma forse questa è solo fantascienza. E’ più plausibile che siamo solo un popolo di “lamentoni” e nient’altro.
Parliamo molto e agiamo poco. Nonostante la crisi siamo ancora troppo agiati, forse benestanti.
Quello che ci manca è la fame “vera”, intesa anche come voglia di riprendere le redini del destino, il desiderio di ricostruire, di ripartire, di emergere, di lottare, di non accontentarsi, alzando ogni giorno la posta; perché avvenga un reale cambiamento della nostra società deve essere qualcosa che vada al di là dell’impegno del singolo.
Occorre un input nazionale se non addirittura globale; ciò che è avvenuto una sola volta, oltre sessant’anni fa, nel dopoguerra.
Purtroppo, la voglia ossessiva di piagnucolare prende il soppravvento su tutto.
E’ semplice far volare le parole al vento, molto meno prendere un badile tra le mani. Anche noi dj e produttori del mondo dance non siamo da meno, anzi, siamo in perenne “TOUR DEL PIANTO” (almeno lì le gigs abbondano ndr). Ecco alcune delle più classiche…
Non hai potere contrattuale con loro e t’incazzi perché a te un banner non te lo mettono mai?
Ps. Gli altri digital stores, iTunes escluso, sono alla gogna da tempo…
Fonte: Marco Corona su http://www.fintofigo.com
E’ da almeno dieci anni che a ogni conferenza, anche internazionale, o sfogliando le riviste delle Società di Autori e Editori di tutto il mondo, s’incappa, puntualmente, in un constante, martellante lamentio sul problema del diritto d’autore.
Summit, convention, tavole rotonde o semplicemente interventi e opinioni d’altolocate che ci ricordano quanto sia malato il mercato dei contenuti gratuiti, dei danni immani della pirateria, e tante altre brutte cose.
Di riflesso non ho mai, sottolineo mai letto di azioni congiunte contro i vari Ministeri e gli Internet Service Providers.
Come mai non c’è mai stata una mobilitazione simile?
Solo la SIAE ha oltre ottantamila iscritti!
Potrebbe essere o meglio poteva e doveva essere cosa fattibile avviare un tam tam.
Che bello, tutti uniti e coesi, non per tirare sampietrini, ma per far valere i nostri diritti ovvero il furto delle OPERE DEL NOSTRO INGEGNO che avviene quotidianamente.
Ma forse questa è solo fantascienza. E’ più plausibile che siamo solo un popolo di “lamentoni” e nient’altro.
Parliamo molto e agiamo poco. Nonostante la crisi siamo ancora troppo agiati, forse benestanti.
Quello che ci manca è la fame “vera”, intesa anche come voglia di riprendere le redini del destino, il desiderio di ricostruire, di ripartire, di emergere, di lottare, di non accontentarsi, alzando ogni giorno la posta; perché avvenga un reale cambiamento della nostra società deve essere qualcosa che vada al di là dell’impegno del singolo.
Occorre un input nazionale se non addirittura globale; ciò che è avvenuto una sola volta, oltre sessant’anni fa, nel dopoguerra.
Purtroppo, la voglia ossessiva di piagnucolare prende il soppravvento su tutto.
E’ semplice far volare le parole al vento, molto meno prendere un badile tra le mani. Anche noi dj e produttori del mondo dance non siamo da meno, anzi, siamo in perenne “TOUR DEL PIANTO” (almeno lì le gigs abbondano ndr). Ecco alcune delle più classiche…
- ]10 anni che ci lamentiamo che il SIB non è più quello di una volta (fino a quando è rimasto vivo).
- 8 anni che sistematicamente ci doliamo per la crisi del vinile. Ora, addirittura, non se ne parla più.
- 6 anni che ci lagniamo per il crollo del CD. Perché il cd singolo non è mai entrato pienamente nel cuore dei djs?
- 5 anni che ci lamentiamo che la Winter Music Conference di Miami non è più la stessa ed ogni anno peggiora! “Non c’è più business, solo vacanza”.
- 4 anni che rimpiangiamo il “vecchio” Midem. “Non è più quello di una volta”.
- 3 anni che i club sono in seria difficoltà e il clubbing in Italia non ha radici culturali per rimanere a galla.
- 2 anni che ci compiangiamo perché anche il download legale sta regredendo.
- NEW ENTRY: 6 mesi che Beatport è in recessione… e le sue chart non fanno testo.
Non hai potere contrattuale con loro e t’incazzi perché a te un banner non te lo mettono mai?
Ps. Gli altri digital stores, iTunes escluso, sono alla gogna da tempo…
Fonte: Marco Corona su http://www.fintofigo.com