Negli ultimi anni il mondo ha riscoperto il significato della parola crisi, vedendo crollare una dopo l’altra attività commerciali, imprenditoriali, e tutti i settori della società economica.
Ma c’è chi, la crisi, l’ha vissuta ben prima del 2008 e del crollo delle borse americane: si tratta del mondo della notte, delle discoteche pachidermiche degli anni ’90, fatte cadere al suolo da pub, localini da movida e ritrovi modaioli.
Di conseguenza ne hanno risentito le figure professionali, quali deejay, pierre e art director, ruoli diventati alla portata di tutti grazie alle nuove tecnologie.
Ma proprio questo settore può insegnare tanto, visto che dalla crisi è riuscito ad uscirci, seppur con qualche ferita. La soluzione è stata quella di portare un mondo che per antonomasia è basato sull’improvvisazione e la libera creatività, come quello della notte, a una “professionalizzazione”.
E quindi con regole, metodo e consapevolezza delle proprie azioni.
Sono proprio questi gli obiettivi per cui è sorta a Parma l’associazione Vinylistic, presieduta da Alberto Bolognesi e amministrata da Leonardo Mussini.
Associazione culturale nata per tutelare la figura del deejay professionale, dato che ormai con un Ipad lo possono fare un po’ tutti.
E mai, i due deejay parmigiani avrebbero immaginato tanto successo: in un anno e mezzo si sono iscritte oltre 100 persone.
Uomini e donne, giovani e 50enni, locali pubblici e aziende private.
Lo scopo è quello di permettere alle nuove generazioni di approcciarsi a questo hobby in maniera professionale, facendolo diventare quindi un lavoro.
prosegue Leonardo.
Ad esempio, in Italia non c’è un albo professionale che tuteli questa figura, ma c’è un ente di previdenza che qualifica gli artisti, ovvero l’Enpals, anche se dal 31/12 tutto passerà in capo all’Inps.
Purtroppo nel mondo della notte molto lavoro è sommerso e difficilmente qualcuno assume un deejay per una sola sera.
Altra questione “calda” è il pagamento Siae. Seconda questione, la qualità del divertimento. Chiunque puo’ fare il deejay se si considera come mettere su della bella musica.
Ma non se consideriamo tecnica, ricerca musicale, conoscenza del lavoro.
Ed è proprio la globalizzazione ad aver messo in ginocchio il mondo del divertimento:
Una soluzione?
Sapere dove sta andando il divertimento, cercando di guidarlo:
Per qualsiasi informazione sull’associazione contattare Leonardo Mussini al 335.348108, oppure Alberto Bolognesi allo 340.5533239.
Fonte: http://www.parmapress24.it/night/ngt-news-5-vinylistic_se_la_notte_diventa_un_lavoro
Ma c’è chi, la crisi, l’ha vissuta ben prima del 2008 e del crollo delle borse americane: si tratta del mondo della notte, delle discoteche pachidermiche degli anni ’90, fatte cadere al suolo da pub, localini da movida e ritrovi modaioli.
Di conseguenza ne hanno risentito le figure professionali, quali deejay, pierre e art director, ruoli diventati alla portata di tutti grazie alle nuove tecnologie.
Ma proprio questo settore può insegnare tanto, visto che dalla crisi è riuscito ad uscirci, seppur con qualche ferita. La soluzione è stata quella di portare un mondo che per antonomasia è basato sull’improvvisazione e la libera creatività, come quello della notte, a una “professionalizzazione”.
E quindi con regole, metodo e consapevolezza delle proprie azioni.
Sono proprio questi gli obiettivi per cui è sorta a Parma l’associazione Vinylistic, presieduta da Alberto Bolognesi e amministrata da Leonardo Mussini.
Associazione culturale nata per tutelare la figura del deejay professionale, dato che ormai con un Ipad lo possono fare un po’ tutti.
E mai, i due deejay parmigiani avrebbero immaginato tanto successo: in un anno e mezzo si sono iscritte oltre 100 persone.
Uomini e donne, giovani e 50enni, locali pubblici e aziende private.
Lo scopo è quello di permettere alle nuove generazioni di approcciarsi a questo hobby in maniera professionale, facendolo diventare quindi un lavoro.
prosegue Leonardo.
Ad esempio, in Italia non c’è un albo professionale che tuteli questa figura, ma c’è un ente di previdenza che qualifica gli artisti, ovvero l’Enpals, anche se dal 31/12 tutto passerà in capo all’Inps.
Purtroppo nel mondo della notte molto lavoro è sommerso e difficilmente qualcuno assume un deejay per una sola sera.
Altra questione “calda” è il pagamento Siae. Seconda questione, la qualità del divertimento. Chiunque puo’ fare il deejay se si considera come mettere su della bella musica.
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Aiutiamo questa nuova testata giornalistica a crescere !!!!
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