Non più solo l'ormai classico "Mi piace". Da oggi Facebook introduce un nuovo pulsante: sulle pagine fan delle band si potrà infatti cliccare su "Ascolta". Il clic attiverà una connessione tra Facebook e Deezer, uno dei principali servizi di streaming online e farà partire alcune canzoni della band in questione.
In sostanza poco più di un link a un sito esterno, di fatto un'indicazione di come Facebook voglia integrare al suo interno ogni possibile attività che un utente possa avere voglia di fare online. E la musica ha un peso importante in questo processo, basti pensare a come, qualche mese fa, è stato presentato l'accordo con Spotify e anche a come lo stesso Spotify abbia aumentato enormemente gli iscritti grazie a Facebook.
Dal punto di vista delle band, dovrebbe essere una buona notizia. Eppure chi difende i diritti dei musicisti non sembra avere particolare simpatia per Facebook e per Mark Zuckerberg in particolare. Stiamo parlando della SIAE e del direttore generale Gaetano Blandini, che, nell'editoriale del nuovo numero di VivaVerdi (il periodico della SIAE), afferma: «il contesto generale vede il diritto d’autore quasi come un nemico da combattere, più che un’opportunità di lavoro, un arricchimento culturale.
Un attacco che vede in prima fila i grandi internet service provider, i social network, le multinazionali digitali che si alimentano di contenuti e vivono con irritazione la necessità di remunerare questi contenuti.
E’ di pochi giorni fa la notizia che Facebook, di proprietà del più giovane miliardario della storia dell’umanità, andrà in borsa a 25 miliardi di dollari o forse a 50, cifre davvero impressionanti, basate sullo sviluppo mondiale di un’idea geniale, divulgata dalla Rete.
La musica è un bene primario, uno di quelli che tutela la Siae, ebbene la musica si consuma 500 volte di più rispetto a dieci anni fa e viene remunerata nello stesso modo o addirittura molto meno».
Fonte: www.rockit.it/news/18461/facebook-punta-sulla-musica-ma-la-siae-attacca-zuckerberg
In sostanza poco più di un link a un sito esterno, di fatto un'indicazione di come Facebook voglia integrare al suo interno ogni possibile attività che un utente possa avere voglia di fare online. E la musica ha un peso importante in questo processo, basti pensare a come, qualche mese fa, è stato presentato l'accordo con Spotify e anche a come lo stesso Spotify abbia aumentato enormemente gli iscritti grazie a Facebook.
Dal punto di vista delle band, dovrebbe essere una buona notizia. Eppure chi difende i diritti dei musicisti non sembra avere particolare simpatia per Facebook e per Mark Zuckerberg in particolare. Stiamo parlando della SIAE e del direttore generale Gaetano Blandini, che, nell'editoriale del nuovo numero di VivaVerdi (il periodico della SIAE), afferma: «il contesto generale vede il diritto d’autore quasi come un nemico da combattere, più che un’opportunità di lavoro, un arricchimento culturale.
Un attacco che vede in prima fila i grandi internet service provider, i social network, le multinazionali digitali che si alimentano di contenuti e vivono con irritazione la necessità di remunerare questi contenuti.
E’ di pochi giorni fa la notizia che Facebook, di proprietà del più giovane miliardario della storia dell’umanità, andrà in borsa a 25 miliardi di dollari o forse a 50, cifre davvero impressionanti, basate sullo sviluppo mondiale di un’idea geniale, divulgata dalla Rete.
La musica è un bene primario, uno di quelli che tutela la Siae, ebbene la musica si consuma 500 volte di più rispetto a dieci anni fa e viene remunerata nello stesso modo o addirittura molto meno».
Fonte: www.rockit.it/news/18461/facebook-punta-sulla-musica-ma-la-siae-attacca-zuckerberg