In Rete ormai esistono milioni di file torrent, più o meno legali. Uno studio dell'Università di Birmingham sostiene che chi scarica soprattutto questi ultimi viene monitorato e loggato da ditte specializzate.
La ricerca, durata tre anni, è stata condotta sviluppando un programma che si è comportato come un client bittorrent, monitorando tutte le connessioni effettuate. Tra i risultati, l'impossibilità di distinguere gli "scaricatori" assidui da quelli occasionali.
Tom Clothia, uno dei quattro ricercatori, ha affermato che non è necessario scaricare centinaia di file, è sufficiente anche uno solo per essere controllati. E se quel file è nella top 100 dei più prelevati, il dato verrà registrato e acquisito nel giro di tre ore. Se il contenuto è tra quelli meno condivisi, il monitoraggio parte anche dopo 33 ore.
L'indagine ha evidenziato che le società responsabili dei monitoraggi di solito celano la propria identità dietro altre società di hosting. In questo modo possono evitare programmi come PeerGuardian, che si basano su "block list" che cercano di fermare le proprie attività. I ricercatori sono stati comunque in grado di individuare le società che si occupano di violazione del copyright e laboratori di ricerca che stavano monitorando le attività di file sharing.
Lo studio, presentato al SecureComm di Padova, ha evidenziato che gli indizi ottenuti dalle società di monitoraggio potrebbero essere difficilmente considerati "prove" in un tribunale, anche perchè un semplice indirizzo IP si riferisce solo al titolare di un abbonamento, e non a chi ha effettivamente scaricato i file...
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