La
risposta del Presidente del NUOVOIMAIE Avv. Andrea Miccichè,
all'articolo a firma di Guido Scorza pubblicato oggi su Il Fatto
Quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/13/diritto-dautore-e-diritti-connessi-ritardi-e-poca-trasparenza/411859/
Liberalizzazione diritti connessi degli artisti: solo per fare chiarezza
Caro Guido,
ho letto il tuo articolo
pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 13 novembre 2012, ove hai
affermato che, nella stesura della bozza di decreto di attuazione
dell’art. 39 della legge sulle liberalizzazioni, il Governo avrebbe
optato per il “solito metodo del segreto delle bozze ufficiose …
trasmesse ai soliti amici e gli amici degli amici” con una stesura
definitiva che “conterrebbe una serie di previsioni destinate ad
ostacolare i nuovi concorrenti ed a privilegiare l’IMAIE, ex monopolista
di fatto del mercato, sottraendolo al rispetto delle medesime regole”.
Parrebbe
di capire, stando a quanto lasci intendere, che il Nuovo IMAIE avrebbe
concentrato sul Governo una pesante opera di lobby, sì da indurre lo
stesso a prevedere regole in grado di minacciare l’ingresso di nuovi
competitor.
A tal riguardo mi pare opportuno precisare quanto segue:
a)
se
metodo segreto vi è stato nella stesura della bozza di decreto è certo
che il Nuovo IMAIE non ne è stato né l’artefice né il protagonista, ma,
semmai, lo ha subito;
b)
sono certo, perché riferitomi dai diretti
interessati, che i competitor che intendono affacciarsi nel mercato
della intermediazione dei diritti connessi, hanno in mano le bozze del
decreto nelle loro varie stesure, mentre il Nuovo IMAIE ha appreso del
(presunto) contenuto del decreto solamente leggendo il tuo articolo e
l’allegata relazione estesa dalla IBL, essendosi limitato a
ufficializzare la propria posizione con atti formalmente inviati alle
autorità e senza intrattenere con le stesse alcun rapporto diverso da
quello istituzionale;
c)
è certo che il Nuovo IMAIE abbia cercato,
da quasi un anno, di avere un incontro pubblico con le associazioni che
si propongono di svolgere attività concorrenziale all’istituto, per
cercare di affrontare le problematiche connesse ad un mercato
“liberalizzato”, al fine di individuare soluzioni condivise, alla
presenza delle competenti autorità; ed è altrettanto certo che la
principale associazione di artisti che tanto inneggia alla trasparenza
ed al diritto di essere informati di tutti gli appartenenti alla
categoria degli artisti (mi riferisco all’associazione 7607) si sia
inopinatamente rifiutata di partecipare a qualsiasi confronto pubblico,
per ragioni che non sono state spiegate ma che si possono facilmente
intuire;
d)
non conosco le ragioni che hanno indotto la Presidenza
del Consiglio a ritardare l’emanazione del decreto, ma posso intuire la
difficoltà in cui essa versa dopo che il Parlamento ha – ritengo troppo
frettolosamente ‐ “liberalizzato” un settore, senza minimamente aver
prima avviato una consultazione o un confronto con i diretti
interessati, come sarebbe accaduto in qualsiasi altro paese europeo.
Una
ultima considerazione: perché denunciare il colpevole ritardo nella
approvazione del decreto in questione e non spendere una sola parola sul
ritardo nella adozione, da parte del Governo del “decreto di riordino
del diritto connesso” di cui all’art. 7 della legge 100 del 2010,
fondamentale per garantire il pronto pagamento dei compensi degli
artisti da parte degli utilizzatori ?
Avv. Andrea Miccché
Presidente Nuovo IMAIE
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Fonte: www.assodeejay.it