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Se ci basiamo sull’aspetto musicale, ognuno di noi va “a periodi”: significa che a volte abbiamo bisogno di rock e chitarre sguaiate, altre volte di dance e ritmo battente, altre volte di cantautori in acustico e musica soffusa.
Anche la radio ovviamente va a periodi musicalmente parlando e, in un certo senso, anche la radio deve basarsi sui “periodi musicali” del pubblico, di noi, dei consumatori. Anche se in questo caso si parla di una massa di persone dal numero molto elevato e non di un singolo individuo.
In questo momento il mio “periodo” musicale è quello dei brani nuovi, dei nuovi album: nelle ultime settimane sto girando molto in Internet, soprattutto su siti stranieri e specializzati, alla ricerca delle canzoni che diventeranno hit radiofoniche nei prossimi mesi, che siano già esplose in altri paesi oppure che grazie all’intuizione di un orecchio allenato si aprano la loro strada piano piano diventando poi grandi successi.
Questo perché ho la curiosità di provare a capire su quali basi si orientano i programmatori per stabilire le potenzialità di una canzone e soprattutto per iniziare ad allenare l’orecchio provando a intuire quelle che saranno le novità di successo nei prossimi mesi.
Proprio durante questa piccola ricerca personale mi sono accorto che la radio di questi ultimi mesi stia andando proprio “a periodi”, scelta figlia probabilmente del limitato numero di brani interessanti da programmare.
Qualche esempio per farvi capire meglio? Qualche mese fa c’è stato il boom del latino (Michel Telò, Don Omar e Gustavo Lima su tutti), poi in Italia si è passati dalla svolta e affermazione hip-hop (Fibra, Fedez, Salmo, Club Dogo per dirne alcuni), poi ancora i tormentoni virali (Il pulcino Pio, Psy e Baauer vi dicono qualcosa?) fino a tornare all’esplosione della dance, anche se in quel caso non c’è mai stato un vero e proprio calo di programmazione (David Guetta e i suoi vari singoli, Swedish House Mafia, Martin Solveig, Skrillex e l’ultimo dei Daft Punk tra i più recenti).
Senza parlare delle comparse da singolo unico, una delle realtà più consolidate di questi ultimi anni, tanto che la musica sembra essere andata tutta in questa direzione premiando singoli e canzoni rispetto agli album (Carly Rae Jepsen, Bastille, Macklemore feat.Wanz, Gotye e vari altri di cui stiamo ancora aspettando le seconde creazioni anche se ovviamente bisogna valutare per ognuno il momento il cui è arrivata l’affermazione e l’eventuale album a supportarla).
Scorrendo alcune classifiche pubblicate sul web, la domanda che mi sono fatto e che mi ha fatto venire l’idea per questo articolo è stata “Ma dove sono i nuovi singoli di musica rock”? Tra le canzoni più trasmesse di questo genere musicale ho trovato Fun, Lumineers, Mumford & Sons, Of Monsters And Men tra i vari, ma sinceramente questi non mi sembrano proprio etichettabili come gruppi di musica rock, sembrerebbero più affini al pop o al folk. Da quanto tempo non si sente un buon singolo di musica rock, meglio ancora di un artista emergente?
Pensandoci ultimamente mi vengono in mente i Green Day con Stray Heart, i singoli dei Muse, Black Keys, Castle of Glass dei Linkin Park e poco altro. Dove sono finite le chitarre in radio? Sembra davvero che tutto si stia digitalizzando o ammorbidendo, preferendo computer e sintetizzatori agli strumenti suonati realmente? C’è da dire che la programmazione radiofonica non è mai stata molto in sintonia con i brani rock, ma una così grande assenza di singoli interessanti mi ha fatto riflettere.
Un discorso a parte dovrebbe essere fatto per i vecchi successi, a cui spesso tante radio dedicano un momento ad hoc nell’arco di un’ora ma mai inserendo un vecchio brano nella programmazione ordinaria senza creare un appuntamento dedicato (tranne i casi di R101, Capital e RMC).
Ascoltando poi le programmazioni di flusso e i programmi musicalmente più commerciali mi sono reso conto di come davvero la scelta si basi su una rosa di 15-20 canzoni che tra loro, per genere, si somigliano in molti casi, puntando attualmente, a mio personalissimo parere, su dance e r’n’b/hip-hop.
Voi cosa ne dite? Siete soddisfatti della programmazione musicale che ascoltate durante le vostre giornate o notate anche voi un certo appiattimento e una certa omologazione?
Articolo a cura di Nicola Zaltieri [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Se ci basiamo sull’aspetto musicale, ognuno di noi va “a periodi”: significa che a volte abbiamo bisogno di rock e chitarre sguaiate, altre volte di dance e ritmo battente, altre volte di cantautori in acustico e musica soffusa.
Anche la radio ovviamente va a periodi musicalmente parlando e, in un certo senso, anche la radio deve basarsi sui “periodi musicali” del pubblico, di noi, dei consumatori. Anche se in questo caso si parla di una massa di persone dal numero molto elevato e non di un singolo individuo.
In questo momento il mio “periodo” musicale è quello dei brani nuovi, dei nuovi album: nelle ultime settimane sto girando molto in Internet, soprattutto su siti stranieri e specializzati, alla ricerca delle canzoni che diventeranno hit radiofoniche nei prossimi mesi, che siano già esplose in altri paesi oppure che grazie all’intuizione di un orecchio allenato si aprano la loro strada piano piano diventando poi grandi successi.
Questo perché ho la curiosità di provare a capire su quali basi si orientano i programmatori per stabilire le potenzialità di una canzone e soprattutto per iniziare ad allenare l’orecchio provando a intuire quelle che saranno le novità di successo nei prossimi mesi.
Proprio durante questa piccola ricerca personale mi sono accorto che la radio di questi ultimi mesi stia andando proprio “a periodi”, scelta figlia probabilmente del limitato numero di brani interessanti da programmare.
Qualche esempio per farvi capire meglio? Qualche mese fa c’è stato il boom del latino (Michel Telò, Don Omar e Gustavo Lima su tutti), poi in Italia si è passati dalla svolta e affermazione hip-hop (Fibra, Fedez, Salmo, Club Dogo per dirne alcuni), poi ancora i tormentoni virali (Il pulcino Pio, Psy e Baauer vi dicono qualcosa?) fino a tornare all’esplosione della dance, anche se in quel caso non c’è mai stato un vero e proprio calo di programmazione (David Guetta e i suoi vari singoli, Swedish House Mafia, Martin Solveig, Skrillex e l’ultimo dei Daft Punk tra i più recenti).
Senza parlare delle comparse da singolo unico, una delle realtà più consolidate di questi ultimi anni, tanto che la musica sembra essere andata tutta in questa direzione premiando singoli e canzoni rispetto agli album (Carly Rae Jepsen, Bastille, Macklemore feat.Wanz, Gotye e vari altri di cui stiamo ancora aspettando le seconde creazioni anche se ovviamente bisogna valutare per ognuno il momento il cui è arrivata l’affermazione e l’eventuale album a supportarla).
Scorrendo alcune classifiche pubblicate sul web, la domanda che mi sono fatto e che mi ha fatto venire l’idea per questo articolo è stata “Ma dove sono i nuovi singoli di musica rock”? Tra le canzoni più trasmesse di questo genere musicale ho trovato Fun, Lumineers, Mumford & Sons, Of Monsters And Men tra i vari, ma sinceramente questi non mi sembrano proprio etichettabili come gruppi di musica rock, sembrerebbero più affini al pop o al folk. Da quanto tempo non si sente un buon singolo di musica rock, meglio ancora di un artista emergente?
Pensandoci ultimamente mi vengono in mente i Green Day con Stray Heart, i singoli dei Muse, Black Keys, Castle of Glass dei Linkin Park e poco altro. Dove sono finite le chitarre in radio? Sembra davvero che tutto si stia digitalizzando o ammorbidendo, preferendo computer e sintetizzatori agli strumenti suonati realmente? C’è da dire che la programmazione radiofonica non è mai stata molto in sintonia con i brani rock, ma una così grande assenza di singoli interessanti mi ha fatto riflettere.
Un discorso a parte dovrebbe essere fatto per i vecchi successi, a cui spesso tante radio dedicano un momento ad hoc nell’arco di un’ora ma mai inserendo un vecchio brano nella programmazione ordinaria senza creare un appuntamento dedicato (tranne i casi di R101, Capital e RMC).
Ascoltando poi le programmazioni di flusso e i programmi musicalmente più commerciali mi sono reso conto di come davvero la scelta si basi su una rosa di 15-20 canzoni che tra loro, per genere, si somigliano in molti casi, puntando attualmente, a mio personalissimo parere, su dance e r’n’b/hip-hop.
Voi cosa ne dite? Siete soddisfatti della programmazione musicale che ascoltate durante le vostre giornate o notate anche voi un certo appiattimento e una certa omologazione?
Articolo a cura di Nicola Zaltieri [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]