[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
Di Marco Pedersini / 10 ottobre 2014
Ci risiamo: siete davanti una parete piena di cuffie ma vi sembrano tutte uguali. Come fate a scegliere quella che fa per voi? Ce lo spiega Emiliano Alborghetti, direttore dell’Audio Department del SAE Institute Milano, la miglior scuola in Italia per chi vuol lavorare nel mondo dei Creative Media:
1. Le dimensioni contano (più o meno)
Il diametro delle cuffie può essere importante: a maggiori dimensioni spesso corrispondono migliori prestazioni. Ma c’è un mito da sfatare: non c’è una relazione diretta tra la dimensione delle cuffie e la qualità dei bassi (insomma, potete anche indossare padiglioni grandi come una lavatrice, ma non per forza avrete una resa più fedele sulle basse frequenze).
2. Ma anche la struttura
Valutate anche a come sono costruite le cuffie: la qualità dei materiali impegati, la possibilità cambiarne alcuni componenti in caso di rottura, il poter modificare la loro conformazione quando vengono indossate, il peso e il comfort complessivo.
Sul cavo: attenti ai modelli wireless. Sono pratici, ma normalmente si perde qualità a causa dei passaggi che il segnale deve fare per essere trasmesso senza fili. Se proprio volete un paio di cuffie wireless valutate la tecnologia di trasmissione, la portata (quanto potete allontanarvi dal trasmettitore) e la durata delle batterie.
3. Tipo di padigione: è chiuso o aperto?
Più il padiglione è chiuso e più è isolante, è ovvio. Ma l’isolamento ha un prezzo: vi affaticheranno più in fretta. In sala di registrazione le cuffie chiuse sono quasi un obbligo per i musicisti, ma per un uso domestico è meglio andare verso quelle aperte (che però non isolano l’ascoltatore dal mondo esterno… e viceversa!). I bassi sono meno enfatizzati ma il suono è più definito e ampio. E stancano meno l’orecchio.
Alcune cuffie isolano dall’esterno anche con soluzioni elettroniche, chiamate in genere active noise cancellation: il dispositivo rileva il rumore esterno e ne diminuisce l’interferenza sul suono che state ascoltando.
4. La posizione del padiglione rispetto all’orecchio
Ci sono tre tipi di cuffie: circumaurali (racchiudono completamente l’orecchio), sovraurali (poggiano sull’orecchio ma non lo coprono completamente) e intraurali (chiudono soltanto l’ingresso del canale uditivo).
Le prime garantiscono un grande isolamento, ma alla lunga sono più pesanti e stancanti da usare.
Le seconde sono più legggere, ma isolano di meno.
Le intraurali (le cuffie più piccole, per capirci), possono essere i classici auricolari (più comodi e leggeri, più fragili, ma garantiscono poco isolamento e in generale prestazioni non eccelse) o gli in-ear, che si inseriscono dentro il canale uditivo: danno un isolamento massimo, col rischio però di adattarsi male al canale uditivo se non vengono realizzati su misura del proprio orecchio, possono costare molto e soprattutto affaticare l’udito perché “sparano” direttamente sul timpano.
5. Il trasduttore
È l’elemento che trasforma il segnale elettrico nel suono che sentite. Nella maggioranza delle cuffie è di tipo dinamico, in pratica molto simile a un minuscolo altoparlante. Esistono anche cuffie a tecnologia elettrostatica: danno prestazioni migliori, ma sono molto costose e hanno bisogno di un preamplificatore dedicato per poter funzionare.
6. Range di frequenza
Lo trovate spesso esplicitato. Cosa significa? indica i limiti di alte e basse frequenze che quelle particolari cuffie soni in grado di riprodurre.
7. Curva di risposta
Dà un’indicazione del “carattere” sonoro della cuffia. Segnala, insomma, con che equilibrio sentirete i suoni bassi, medi e alti.
8. Impedenza
Fino a valori di circa 50Ω è definita bassa. È una caratteristica comune alla maggior parte dei modelli, soprattutto quelli da usare con apparecchi portatili, perché consente una resa migliore per questi dispositivi.
Con valori superiori, fino anche a 600Ω, si parla di cuffie ad alta impedenza. Se vengono utilizzate con un amplificatore con le giuste caratteristiche elettriche hanno una resa del suono migliore e minor distorsione.
9. Sensibilità
In inglese la trovate indicata come “sensitivity”. Detto volgarmente, indica quanto “forte” suona la cuffia. Detto in modo più professionale, è la misura della capacità di erogare determinate pressioni sonore in base al livello di potenza elettrica in ingresso.
10. Il rapporto qualità prezzo
Non dovremmo essere noi a ricordarvelo, ma insieme a comfort, prestazioni e aspetto generale, ricordatevi del portafoglio. Spendere un capitale per un modello professionale che poi non fa per voi, forse, non è così sensato.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Di Marco Pedersini / 10 ottobre 2014
Ci risiamo: siete davanti una parete piena di cuffie ma vi sembrano tutte uguali. Come fate a scegliere quella che fa per voi? Ce lo spiega Emiliano Alborghetti, direttore dell’Audio Department del SAE Institute Milano, la miglior scuola in Italia per chi vuol lavorare nel mondo dei Creative Media:
1. Le dimensioni contano (più o meno)
Il diametro delle cuffie può essere importante: a maggiori dimensioni spesso corrispondono migliori prestazioni. Ma c’è un mito da sfatare: non c’è una relazione diretta tra la dimensione delle cuffie e la qualità dei bassi (insomma, potete anche indossare padiglioni grandi come una lavatrice, ma non per forza avrete una resa più fedele sulle basse frequenze).
2. Ma anche la struttura
Valutate anche a come sono costruite le cuffie: la qualità dei materiali impegati, la possibilità cambiarne alcuni componenti in caso di rottura, il poter modificare la loro conformazione quando vengono indossate, il peso e il comfort complessivo.
Sul cavo: attenti ai modelli wireless. Sono pratici, ma normalmente si perde qualità a causa dei passaggi che il segnale deve fare per essere trasmesso senza fili. Se proprio volete un paio di cuffie wireless valutate la tecnologia di trasmissione, la portata (quanto potete allontanarvi dal trasmettitore) e la durata delle batterie.
3. Tipo di padigione: è chiuso o aperto?
Più il padiglione è chiuso e più è isolante, è ovvio. Ma l’isolamento ha un prezzo: vi affaticheranno più in fretta. In sala di registrazione le cuffie chiuse sono quasi un obbligo per i musicisti, ma per un uso domestico è meglio andare verso quelle aperte (che però non isolano l’ascoltatore dal mondo esterno… e viceversa!). I bassi sono meno enfatizzati ma il suono è più definito e ampio. E stancano meno l’orecchio.
Alcune cuffie isolano dall’esterno anche con soluzioni elettroniche, chiamate in genere active noise cancellation: il dispositivo rileva il rumore esterno e ne diminuisce l’interferenza sul suono che state ascoltando.
4. La posizione del padiglione rispetto all’orecchio
Ci sono tre tipi di cuffie: circumaurali (racchiudono completamente l’orecchio), sovraurali (poggiano sull’orecchio ma non lo coprono completamente) e intraurali (chiudono soltanto l’ingresso del canale uditivo).
Le prime garantiscono un grande isolamento, ma alla lunga sono più pesanti e stancanti da usare.
Le seconde sono più legggere, ma isolano di meno.
Le intraurali (le cuffie più piccole, per capirci), possono essere i classici auricolari (più comodi e leggeri, più fragili, ma garantiscono poco isolamento e in generale prestazioni non eccelse) o gli in-ear, che si inseriscono dentro il canale uditivo: danno un isolamento massimo, col rischio però di adattarsi male al canale uditivo se non vengono realizzati su misura del proprio orecchio, possono costare molto e soprattutto affaticare l’udito perché “sparano” direttamente sul timpano.
5. Il trasduttore
È l’elemento che trasforma il segnale elettrico nel suono che sentite. Nella maggioranza delle cuffie è di tipo dinamico, in pratica molto simile a un minuscolo altoparlante. Esistono anche cuffie a tecnologia elettrostatica: danno prestazioni migliori, ma sono molto costose e hanno bisogno di un preamplificatore dedicato per poter funzionare.
6. Range di frequenza
Lo trovate spesso esplicitato. Cosa significa? indica i limiti di alte e basse frequenze che quelle particolari cuffie soni in grado di riprodurre.
7. Curva di risposta
Dà un’indicazione del “carattere” sonoro della cuffia. Segnala, insomma, con che equilibrio sentirete i suoni bassi, medi e alti.
8. Impedenza
Fino a valori di circa 50Ω è definita bassa. È una caratteristica comune alla maggior parte dei modelli, soprattutto quelli da usare con apparecchi portatili, perché consente una resa migliore per questi dispositivi.
Con valori superiori, fino anche a 600Ω, si parla di cuffie ad alta impedenza. Se vengono utilizzate con un amplificatore con le giuste caratteristiche elettriche hanno una resa del suono migliore e minor distorsione.
9. Sensibilità
In inglese la trovate indicata come “sensitivity”. Detto volgarmente, indica quanto “forte” suona la cuffia. Detto in modo più professionale, è la misura della capacità di erogare determinate pressioni sonore in base al livello di potenza elettrica in ingresso.
10. Il rapporto qualità prezzo
Non dovremmo essere noi a ricordarvelo, ma insieme a comfort, prestazioni e aspetto generale, ricordatevi del portafoglio. Spendere un capitale per un modello professionale che poi non fa per voi, forse, non è così sensato.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]