Pur avendo cambiato stile e influenze nella seconda parte della loro carriera, che continua ancora oggi, i Blur sono stati una delle tre colonne portanti—con gli Oasis e i Verve— della corrente Brit Pop negli anni Novanta, che, insieme al grunge, ha traghettato la musica rock dopo la fine della new wave.
La band, formatasi a Colchester, una piccola cittadina dell’Essex, nasce quando Damon Albarn e Graham Coxon—futuri cantante e chitarrista—incontrano il bassista Alex Jamesal college, e decidono di formare un gruppo per suonare le cover delle band rock inglesi che tutti amano. Decidono quindi di cercare un batterista, e quando Dave Rowntreerisponde a un loro annuncio, i Blur prendono vita.
Cominciano a suonare dal vivo, e durante un’esibizione vengono notati da un giovane agente della Food Records, che decide di metterli sotto contratto nel 1990. Il primo singolo pubblicato ufficialmente, She’s So High, è subito un successo, ed entra nella Top 50 della UK Single Chart.
L’anno seguente esce il primo disco dei Blur, Leisure, che contiene alcuni dei brani più famosi del gruppo, e che contribuisce a farli conoscere in tutta l’Inghilterra.
Il loro stile comincia ad assumere una tinta più marcata con il secondo disco, Modern Life Is Rubbish, uscito nel 1993, ma è solo con Parklife, uscito l’anno successivo, che la band sfonda definitivamente. Si cominciano a delineare quelle linee stilistiche: il cantato a volte melodioso, a volte incalzante, e gli arrangiamenti rock, che getteranno le basi di quello che gli esperti battezzeranno Brit Pop: scena che cominciano a guidare insieme ai coetanei Oasis.
Fra i due gruppi nasce un’accesa rivalità, fomentata dai media britannici che vedono in questo dualismo il riproporsi di una dinamica simile a quella che aveva animato quella fra Rolling Stones e Beatles. Nel 1995, in risposta a What’s The Story Morning Glory, esce The Great Escape, l’album che sancisce la fine del periodo Brit Pop per i Blur.
Dopo un periodo di pausa, infatti, e all’apice del successo, nel 1996 la band decide di sperimentare un nuovo stile: avvicinandosi all’alternative rock e all’indie. Con sonorità più lo-fi. Nel 1997 esce Blur, il quinto album in studio del gruppo che contiene brani dal suono più aggressivo e deciso, come Song 2.
Il disco riscuote un successo di pubblico enorme, e sebbene la band abbia deciso di uscire dall’etichetta di porta bandiera di un genere, questo disco rimane uno dei più influenti del rock anni Novanta. Dopo un breve scioglimento, avvenuto all’inizio degli anni 2000, i Blur continueranno infatti su questa falsa riga stilistica, pubblicando altri tre album—l’ultimo dei quali, The Magic Whip, uscito nel 2015—portandosi dietro una nutrita cerchia di fedeli fan.
La band, formatasi a Colchester, una piccola cittadina dell’Essex, nasce quando Damon Albarn e Graham Coxon—futuri cantante e chitarrista—incontrano il bassista Alex Jamesal college, e decidono di formare un gruppo per suonare le cover delle band rock inglesi che tutti amano. Decidono quindi di cercare un batterista, e quando Dave Rowntreerisponde a un loro annuncio, i Blur prendono vita.
Cominciano a suonare dal vivo, e durante un’esibizione vengono notati da un giovane agente della Food Records, che decide di metterli sotto contratto nel 1990. Il primo singolo pubblicato ufficialmente, She’s So High, è subito un successo, ed entra nella Top 50 della UK Single Chart.
L’anno seguente esce il primo disco dei Blur, Leisure, che contiene alcuni dei brani più famosi del gruppo, e che contribuisce a farli conoscere in tutta l’Inghilterra.
Il loro stile comincia ad assumere una tinta più marcata con il secondo disco, Modern Life Is Rubbish, uscito nel 1993, ma è solo con Parklife, uscito l’anno successivo, che la band sfonda definitivamente. Si cominciano a delineare quelle linee stilistiche: il cantato a volte melodioso, a volte incalzante, e gli arrangiamenti rock, che getteranno le basi di quello che gli esperti battezzeranno Brit Pop: scena che cominciano a guidare insieme ai coetanei Oasis.
Fra i due gruppi nasce un’accesa rivalità, fomentata dai media britannici che vedono in questo dualismo il riproporsi di una dinamica simile a quella che aveva animato quella fra Rolling Stones e Beatles. Nel 1995, in risposta a What’s The Story Morning Glory, esce The Great Escape, l’album che sancisce la fine del periodo Brit Pop per i Blur.
Dopo un periodo di pausa, infatti, e all’apice del successo, nel 1996 la band decide di sperimentare un nuovo stile: avvicinandosi all’alternative rock e all’indie. Con sonorità più lo-fi. Nel 1997 esce Blur, il quinto album in studio del gruppo che contiene brani dal suono più aggressivo e deciso, come Song 2.
Il disco riscuote un successo di pubblico enorme, e sebbene la band abbia deciso di uscire dall’etichetta di porta bandiera di un genere, questo disco rimane uno dei più influenti del rock anni Novanta. Dopo un breve scioglimento, avvenuto all’inizio degli anni 2000, i Blur continueranno infatti su questa falsa riga stilistica, pubblicando altri tre album—l’ultimo dei quali, The Magic Whip, uscito nel 2015—portandosi dietro una nutrita cerchia di fedeli fan.