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Passi fondamentali x aprire una Web Radio
1) sottoscrivere una Licenza SIAE, come persona fisica o Web Radio Personale, versando una quota "una tantum" di 250€ circa, annuali, senza ovviamente fare del "commercio", o come Emittente Radio con un costo molto più elevato di 200€ circa mensili.
2) sottoscrivere un accordo con la S.C.F., consorzio che racchiude le piccole e grandi mayor discografiche, pari al 90% del mercato italiano. Per poter trasmettere musica coperta da questo 90% bisogna pagare dazi molto superiori rispetto a quelli della SIAE (che già non scherzano) In particolare - 2€ a canzone oltre che 0,001 € a passaggio, oppure nel caso delle Web Radio Personali un costo di 350,00€ una tantum.
3) sottoscrivere un abbonamento per il servizio Streaming, e qui il discorso varia. Ad esempio, per aprire una web radio,senza fini di lucro,occorreranno: - 200 euro all'anno per SIAE (non una cifra esorbitante, ma se una radio è senza fine di lucro, dove li trova i soldi?) - contratto SCF. Oppure ecco un altro preventivo di inizio attività radiofonica commerciale sul web: Licenza S.I.A.E. 2400,00€ all'anno - Archivio musicale minimo calcolato in un solo mese di trasmissione, quindi quasi 10000 brani per l'S.C.F. siamo già a 20000,00€ - se includiamo anche un servizio Streaming medio con una contemporaneità di 35 utenti siamo sugli 80,00 mensili Di conseguenza, se la matematica non è un'opinione, bensì una scienza esatta, avremo questo risultato: 2400,00€ SIAE + 20000,00€ SCF + 960,00€ Servizio Streaming = 23360,00€. Il calcolo, chiaramente, è stato fatto nella migliore delle ipotesi, ovvero considerando una contemporaneità di 35 utenti fissi e, nonostante tutto, per una concessionaria pubblicitaria, sarebbe un'impresa ardua riuscire a vendere uno spazio pubblicitario con questi numeri. Bisogna anche considerare che è raro trovare sponsor molto generosi, soprattutto in Italia, soprattutto di questi tempi. La domanda, di conseguenza, come diceva un famoso personaggio televisivo degli anni '80, "Nasce Spontanea" & Come riuscirebbe, quindi, a vivere una Web Radio? Da un recente sondaggio,svolto in collaborazione con emittenti web italiane, infatti, nessuna è riuscita ad ammortizzare i costi di inizio attività,se non con attività parallele, altre ad esempio hanno già chiuso.
Dalla Nascita della WRA, avvenuta nel luglio del 2005, non e' cambiato molto in Italia, ma qualcosa si sta muovendo.
Siglate delle Convenzioni con Societa' che forniscono Servizi di Streaming, Software di Automazione Radiofonica, Servizi Giornalistici, e accordi con alcune Etichette. Inoltre, la WRA ha offerto supporto e indicazioni utili, sull'avvio di nuove attivita' radiofoniche sul Web.
Ancora non e' chiaro, pero', il discorso sui Diritti d'Autore e Diritti Connessi, ma sono iniziate varie trattative con la S.I.A.E. (Societa' Italiana Artisti ed Editori) e la S.C.F. (Societa' Consortile Fonografici) per capire i ruoli di entrambi e sopratutto arrivare ad ottenere tariffe giuste e adeguate su quella che e' l'effettiva realtà delle Web Radio in Italia.
Nel caso della Siae, la WRA e' riuscita ad ottenere un abbattimento del 5% sulle tariffe delle Emittenti personali ed istituzionali e una formidabile opportunità per le Web Radio Commerciali, ottenendo la diminuzione del 50% sulle tariffe mensili per le attività che hanno introiti inferiori ai 3000,00 Euro annuali.
Da sottolineare la posizione della Siae che, nel rilasciare delle proprie licenze, limita diritti spettanti ai produttori di fonogrammi nonché agli artisti interpreti o esecutori.
La Scf, che dovrebbe incassare questi ultimi si è dimostrata disponibile nel venire incontro alle esigenze delle Web Radio e attualmente sono in fase avanzate trattative su una eventuale convenzione.
Brutte Notizie, invece, sul fronte delle Autorità competenti. Il Ministero delle Comunicazioni riconosce la Web Radio, o per lo meno ne ha sentito parlare e riconosce anche il fatto che non e' stata, ancora, regolamentata, lasciando questo fenomeno in una fase di stallo in attesa di normative europee.
Diversa la posizione dell'Agcom che definisce chi esercita l'attivita' di Webcasting dei normalissimi Fornitori di Contenuti attraverso Rete Telematica, che in questo caso è il Web, in quanto per l'Agcom e' definita attivita' radiofonica, l'emittente con regolare frequenza terrestre o satellitare..
La conseguente "pseudo" regolamentazione e' la seguente:
1) Iscrizione alla Camera di Commercio, Iscrizione al R.O.C. e Licenza Siae nel Caso di Attività Commerciale
2) Costituzione di Associazione, Iscrizione al R.O.C. e Licenza Siae nel caso di Attività Amatoriali, Istituzionali etc etc
Non sono previste, quindi, attività di persone fisiche.
tratto da:
http://www.wra.it/storia-delle-web-radio.html
La licenza x la web radio è qui:
http://www.siae.it/documents/Multimedialita_Modello_AWR.pdf
Non vorrei essere pessimista ma credo ke il nostro progetto sia naufragato
...a meno ke non si faccia "internos" x i soli iscritti
ma vi ricordo ke in questo caso gli utenti cmq non supererebbero i 35 ascoltatori
...suggerimenti?