Vi faccio leggere un estratto da una notizia che ho letto su www.newslinet.it e che riguarda il sorpasso effettuato dal web sulla tv da parte dei giovani compresi fra i 16 e i 24 anni.
Leggete, lo trovo molto interessante e significativo di come i dinosauri continuino a perdere sempre piu' terreno.
"Un rapporto della European Interactive Advertising Association dice che per la prima volta i giovani tra i 16 e i 24 anni utilizzano il web più della tv.
Non solo, lo scorso ottobre in Gran Bretagna si è verificato un passaggio storico nel settore dei media:
il fatturato di Google derivante dagli introiti pubblicitari ha superato quello del canale commerciale Itv1, che sulla pubblicità basa la propria stessa esistenza.
Di tutto questo, però, Negroponte non si stupisce, anzi.
"Sono sorpreso che ci sia voluto così tanto", osserva, dalle pagine (rigorosamente web!) di Repubblica (www.repubblica.it).
"Non riesco ad immaginarmi nessun senso a guardare la tv se non lo sport in diretta e i risultati delle elezioni", prosegue.
Il tramonto della televisione, non ancora attuato, altrimenti non saremmo qui a parlare del sorpasso del web con tanto clamore, passa, secondo il guru americano, da quattro punti nevralgici: la produzione dei contenuti televisivi, la trasmissione del segnale, la fisicità dell'apparecchio ed il modello economico che la governa.
Secondo Negroponte tutti e quattro questi aspetti starebbero repentinamente mutando, costringendo la tv a mutare con loro, snaturandosi e perdendo alcune di quelle caratteristiche che ne costituiscono i punti di forza. Perdendo, soprattutto, appeal nei confronti dei giovani, sempre più desiderosi di interattività, al contrario dei loro genitori, abituati ed assuefatti dalla passività dei mezzi push.
Ciò che, comunque, continua a tenere in piedi la baracca televisiva è il suo costituire "un'esperienza di gruppo".
Il confronto, però, nel panorama massmediale odierno, pare troppo impari per non conoscerne già il risultato finale:
"E' un po' come mettere a confronto un libro con un flusso di dati – conclude Negroponte – Io sono per la varietà e la diversità che offre internet".
(Giuseppe Colucci per NL)
A questo, vi aggiungo quest'altra news che riguarda il festival di Sanremo, ma che in realta' la dice lunga sul futuro della televisione.
La prendo da www.rockol.it.
"Il Festival di Sanremo è solo un prodotto televisivo e tra cinque anni sparirà", ha dichiarato Enzo Mazza, capo della Fimi, la Federazione dell'industria musicale, "Da anni il Festival non serve più come vetrina musicale ma si è trasformato in rito nazionalpopolare.
Nessuno compra più un disco per averlo ascoltato a Sanremo.
Stanno nascendo alternative legate al digitale".
Alle dichiarazioni di Mazza risponde Mike Bongiorno:
"Non sparirà mai, ci racconta l'Italia. Magari caleranno gli ascolti, ma il valore umano resta".
Su altri giornali viene riportata questa notizia, e viene commentato come il Festival rappresenti in pieno la tv di oggi, rivolta sempre piu' a un pubblico molto adulto, e per questo destinata nel tempo, a finire con la fine del suo stesso pubblico.
Sara' per questo, che tutto ad un tratto, piovono su alcuni canali tv in chiaro, messe in onda di concerti uno dietro l'altro? (vedi Pausini e Antonacci a San Siro).
Ma saranno i concerti come questi a riportare la tv ai giovani? Onestamente ne dubito molto. La tv da anni, trascura i giovani, i contenuti, la cultura, la musica...
Chi voleva queste cose, ormai se le trova da altre parti (compresi i canali specializzati Sky, e soprattutto sul web), e si e' abituato ad appagare il suo bisogno di cultura e divertimento in altro modo, facendo uscire la tv dalla sua vita.
Questo pubblico, difficilmente tornera' sui suoi passi, a meno di mosse sconvolgenti dei direttori di rete, che dubito accadranno, fermi come sono nel loro mondo dorato.
Bye
Leggete, lo trovo molto interessante e significativo di come i dinosauri continuino a perdere sempre piu' terreno.
"Un rapporto della European Interactive Advertising Association dice che per la prima volta i giovani tra i 16 e i 24 anni utilizzano il web più della tv.
Non solo, lo scorso ottobre in Gran Bretagna si è verificato un passaggio storico nel settore dei media:
il fatturato di Google derivante dagli introiti pubblicitari ha superato quello del canale commerciale Itv1, che sulla pubblicità basa la propria stessa esistenza.
Di tutto questo, però, Negroponte non si stupisce, anzi.
"Sono sorpreso che ci sia voluto così tanto", osserva, dalle pagine (rigorosamente web!) di Repubblica (www.repubblica.it).
"Non riesco ad immaginarmi nessun senso a guardare la tv se non lo sport in diretta e i risultati delle elezioni", prosegue.
Il tramonto della televisione, non ancora attuato, altrimenti non saremmo qui a parlare del sorpasso del web con tanto clamore, passa, secondo il guru americano, da quattro punti nevralgici: la produzione dei contenuti televisivi, la trasmissione del segnale, la fisicità dell'apparecchio ed il modello economico che la governa.
Secondo Negroponte tutti e quattro questi aspetti starebbero repentinamente mutando, costringendo la tv a mutare con loro, snaturandosi e perdendo alcune di quelle caratteristiche che ne costituiscono i punti di forza. Perdendo, soprattutto, appeal nei confronti dei giovani, sempre più desiderosi di interattività, al contrario dei loro genitori, abituati ed assuefatti dalla passività dei mezzi push.
Ciò che, comunque, continua a tenere in piedi la baracca televisiva è il suo costituire "un'esperienza di gruppo".
Il confronto, però, nel panorama massmediale odierno, pare troppo impari per non conoscerne già il risultato finale:
"E' un po' come mettere a confronto un libro con un flusso di dati – conclude Negroponte – Io sono per la varietà e la diversità che offre internet".
(Giuseppe Colucci per NL)
A questo, vi aggiungo quest'altra news che riguarda il festival di Sanremo, ma che in realta' la dice lunga sul futuro della televisione.
La prendo da www.rockol.it.
"Il Festival di Sanremo è solo un prodotto televisivo e tra cinque anni sparirà", ha dichiarato Enzo Mazza, capo della Fimi, la Federazione dell'industria musicale, "Da anni il Festival non serve più come vetrina musicale ma si è trasformato in rito nazionalpopolare.
Nessuno compra più un disco per averlo ascoltato a Sanremo.
Stanno nascendo alternative legate al digitale".
Alle dichiarazioni di Mazza risponde Mike Bongiorno:
"Non sparirà mai, ci racconta l'Italia. Magari caleranno gli ascolti, ma il valore umano resta".
Su altri giornali viene riportata questa notizia, e viene commentato come il Festival rappresenti in pieno la tv di oggi, rivolta sempre piu' a un pubblico molto adulto, e per questo destinata nel tempo, a finire con la fine del suo stesso pubblico.
Sara' per questo, che tutto ad un tratto, piovono su alcuni canali tv in chiaro, messe in onda di concerti uno dietro l'altro? (vedi Pausini e Antonacci a San Siro).
Ma saranno i concerti come questi a riportare la tv ai giovani? Onestamente ne dubito molto. La tv da anni, trascura i giovani, i contenuti, la cultura, la musica...
Chi voleva queste cose, ormai se le trova da altre parti (compresi i canali specializzati Sky, e soprattutto sul web), e si e' abituato ad appagare il suo bisogno di cultura e divertimento in altro modo, facendo uscire la tv dalla sua vita.
Questo pubblico, difficilmente tornera' sui suoi passi, a meno di mosse sconvolgenti dei direttori di rete, che dubito accadranno, fermi come sono nel loro mondo dorato.
Bye