BOB SINCLAR, re dei deejay: VINCE SEMPRE LA MELODIA
«NIENTE MUSICA DA COMPUTERS , RIMPIANGO I VINILI»
PARIGI - «Superstars deeejay».
Era il 1999 e i Chemical Brothers scalavano le classifiche con «Hey Boy, Hey Girl».
Tre anni dopo Fatboy Slim faceva ballare 250 mila persone mettendo dischi sulla spiaggia di Brighton.
Solo qualche anno fa sembrava che i deejay fossero pronti a superare in popolarità le rockstar.
Il sorpasso poi non c' è stato e il salto dai club alle hit parade oggi è più difficile.
Ce l' hanno fatta due francesi, Bob Sinclar e David Guetta. «Incredibile ma triste. Siamo rimasti soltanto noi due.
Dove sono gli altri? Non ci sono perché non ci sono più hit e inni in giro.
Tutti puntano alle cover, al ritorno alla dance degli anni Novanta», commenta Sinclar.
E aggiunge: «Possiamo fare un paragone con le top model degli anni Novanta.
Se oggi chiedi il nome di una modella tutti rispondono ancora Naomi Campbell o Claudia Schiffer.
Lo stesso accade ora con i deejay. David e io siamo al top e nessuno potrà andare più in alto di così».
In quel così ci stanno le serate nei club più importanti del mondo, ma anche la partecipazione alla festa in place de la Concorde per l' elezione di Nicolas Sarkozy all' Eliseo nel 2007: «Se il presidente ti chiama è un riconoscimento al tuo lavoro.
Ma io faccio musica e non politica». E se chiamasse Carlà per una rivisitazione di una sua canzone? «Mi piace molto. Bellissima donna», dice.
La tradizione francese ha radici lontane. La disco di Cerrone negli anni Settanta, il french touch ai tempi di quella prima ondata (e già Bob era parte della scena)... «È lo stile latino.
Abbiamo predisposizione alla melodia. Cosa che ci accomuna agli italiani come Benny Benassi, Alex Gaudino, Crookers e Bloody Beetroots.
Forse David e io siamo stati i primi a gestire le nostre carriere come quelle di un artista». Christophe Le Friant - il nome d' arte se l' è scelto storpiando quello di Bob Saint-Clar, un personaggio interpretato da Belmondo al cinema - è uno che di tormentoni se ne intende.
«Love Generation» è stata la canzone dell' estate 2006 (da noi trainata dallo spot di una compagnia telefonica).
Quella traccia torna nel nuovo album «Made in Jamaica», rivisitazione in chiave reggae dei successi (ci sono anche «World Hold On», «Sound of Freedom», «The Beat Goes On») del deejay parigino.
E quest' anno potrebbe essere la volta di «I Wanna», l' inedito cantato da Shaggy.
«Vado in Jamaica una volta all' anno - racconta Bob -. È un viaggio della felicità, una specie di pellegrinaggio, come quello per i cattolici a Lourdes o per gli ebrei a Gerusalemme.
Questo nuovo album è un tentativo di far apprezzare il mondo reggae anche in Europa.
L' ho fatto senza grandi piani strategici.
Con tutto quello che ho venduto, una volta ogni tanto mi permetto di fare quello che voglio».
Fisico palestrato, barba di qualche giorno, capelli lunghi, Sinclar è richiestissimo anche per remixare brani di artisti pop, per farli funzionare in discoteca.
Non si vergogna a dire che ha lavorato per Toto Cutugno (il nome non lo ricorda, se lo fa suggerire da un collaboratore) e poi fa partire dal suo computer «Tanti auguri» di Raffaella Carrà: «Questa canzone è sempre sul mio desktop», confessa.
Gli uffici della sua Yellow Productions sono nel cuore del Marais, quartiere chic-gay di Parigi, è il caos organizzato.
Nella sua stanza ci sono pile di cd, vestiti ammassati, gadget e quadri coloratissimi.
Sulla scrivania la discografia completa e due statuette-caricatura di Serge Gainsbourg, uno dei padri della canzone francese. Cosa li lega?
«Sono sempre stato un suo fan. E per questo disco ho lavorato con Sly Dunbar e Robbie Shakespeare, la stessa squadra che lui utilizzò per "Aux Armes et Cætera".
Per il resto siamo lontanissimi. Lui aveva talento... Una cosa in comune potrebbero essere le donne...». Quasi un ossessione per Christophe-Bob che ha l' intera collezione di Playboy.
«Amo quell' estetica». Sua moglie non è gelosa? «Potrebbe essere una di loro... E poi noi stiamo con le donne perché ci piace che siano gelose», ride.
Gira per Parigi con una Mini vintage che ha appena sistemato («Da ragazzo ho avuto Porsche e Ferrari, adesso non mi interessa più»), ma quando lavora usa l' aereo privato.
«Un centinaio di serate all' anno, d' estate sono un giorno in Europa e quello dopo in Asia.
Impossibile farcela con gli aerei di linea».
Nostalgico. «Il passaggio dal cd al laptop per me è impossibile. Non mi sono ancora ripreso dalla fine del vinile...
Le copertine dei dischi aiutavano la memoria, ora devi averne una fatta di canzoni». E pronta a scegliere il pezzo giusto fra i circa 1200 che si porta in giro in una borsa con 200 cd.
«In una serata uso 45 tracce, nella scaletta ho una colonna vertebrale che sono le mie produzioni, e il resto cambia con le novità che mi arrivano ogni settimana e in funzione della risposta del pubblico».
Bob Sinclar ha scelto lo pseudonimo da Bob Saint-Clar, agente interpretato al cinema dall' attore francese; qui sopra David Guetta, 42 anni, unico altro deejay, con Sinclar, a scalare le classifiche pop * * *
L' omaggio reggae alla Giamaica «Made in Jamaica» è il nuovo album di Bob Sinclar. Il deejay lo ha registrato a Kingston, in Jamaica, ed è una raccolta dei suoi più grandi successi, tutti riletti in chiave reggae in collaborazione con i produttori Sly Dunbar e Robbie Shakespeare. Il disco è lanciato dall' unica canzone inedita «I Wanna», realizzata con il duo Sahara e con la voce di Shaggy.
Laffranchi Andrea
«NIENTE MUSICA DA COMPUTERS , RIMPIANGO I VINILI»
PARIGI - «Superstars deeejay».
Era il 1999 e i Chemical Brothers scalavano le classifiche con «Hey Boy, Hey Girl».
Tre anni dopo Fatboy Slim faceva ballare 250 mila persone mettendo dischi sulla spiaggia di Brighton.
Solo qualche anno fa sembrava che i deejay fossero pronti a superare in popolarità le rockstar.
Il sorpasso poi non c' è stato e il salto dai club alle hit parade oggi è più difficile.
Ce l' hanno fatta due francesi, Bob Sinclar e David Guetta. «Incredibile ma triste. Siamo rimasti soltanto noi due.
Dove sono gli altri? Non ci sono perché non ci sono più hit e inni in giro.
Tutti puntano alle cover, al ritorno alla dance degli anni Novanta», commenta Sinclar.
E aggiunge: «Possiamo fare un paragone con le top model degli anni Novanta.
Se oggi chiedi il nome di una modella tutti rispondono ancora Naomi Campbell o Claudia Schiffer.
Lo stesso accade ora con i deejay. David e io siamo al top e nessuno potrà andare più in alto di così».
In quel così ci stanno le serate nei club più importanti del mondo, ma anche la partecipazione alla festa in place de la Concorde per l' elezione di Nicolas Sarkozy all' Eliseo nel 2007: «Se il presidente ti chiama è un riconoscimento al tuo lavoro.
Ma io faccio musica e non politica». E se chiamasse Carlà per una rivisitazione di una sua canzone? «Mi piace molto. Bellissima donna», dice.
La tradizione francese ha radici lontane. La disco di Cerrone negli anni Settanta, il french touch ai tempi di quella prima ondata (e già Bob era parte della scena)... «È lo stile latino.
Abbiamo predisposizione alla melodia. Cosa che ci accomuna agli italiani come Benny Benassi, Alex Gaudino, Crookers e Bloody Beetroots.
Forse David e io siamo stati i primi a gestire le nostre carriere come quelle di un artista». Christophe Le Friant - il nome d' arte se l' è scelto storpiando quello di Bob Saint-Clar, un personaggio interpretato da Belmondo al cinema - è uno che di tormentoni se ne intende.
«Love Generation» è stata la canzone dell' estate 2006 (da noi trainata dallo spot di una compagnia telefonica).
Quella traccia torna nel nuovo album «Made in Jamaica», rivisitazione in chiave reggae dei successi (ci sono anche «World Hold On», «Sound of Freedom», «The Beat Goes On») del deejay parigino.
E quest' anno potrebbe essere la volta di «I Wanna», l' inedito cantato da Shaggy.
«Vado in Jamaica una volta all' anno - racconta Bob -. È un viaggio della felicità, una specie di pellegrinaggio, come quello per i cattolici a Lourdes o per gli ebrei a Gerusalemme.
Questo nuovo album è un tentativo di far apprezzare il mondo reggae anche in Europa.
L' ho fatto senza grandi piani strategici.
Con tutto quello che ho venduto, una volta ogni tanto mi permetto di fare quello che voglio».
Fisico palestrato, barba di qualche giorno, capelli lunghi, Sinclar è richiestissimo anche per remixare brani di artisti pop, per farli funzionare in discoteca.
Non si vergogna a dire che ha lavorato per Toto Cutugno (il nome non lo ricorda, se lo fa suggerire da un collaboratore) e poi fa partire dal suo computer «Tanti auguri» di Raffaella Carrà: «Questa canzone è sempre sul mio desktop», confessa.
Gli uffici della sua Yellow Productions sono nel cuore del Marais, quartiere chic-gay di Parigi, è il caos organizzato.
Nella sua stanza ci sono pile di cd, vestiti ammassati, gadget e quadri coloratissimi.
Sulla scrivania la discografia completa e due statuette-caricatura di Serge Gainsbourg, uno dei padri della canzone francese. Cosa li lega?
«Sono sempre stato un suo fan. E per questo disco ho lavorato con Sly Dunbar e Robbie Shakespeare, la stessa squadra che lui utilizzò per "Aux Armes et Cætera".
Per il resto siamo lontanissimi. Lui aveva talento... Una cosa in comune potrebbero essere le donne...». Quasi un ossessione per Christophe-Bob che ha l' intera collezione di Playboy.
«Amo quell' estetica». Sua moglie non è gelosa? «Potrebbe essere una di loro... E poi noi stiamo con le donne perché ci piace che siano gelose», ride.
Gira per Parigi con una Mini vintage che ha appena sistemato («Da ragazzo ho avuto Porsche e Ferrari, adesso non mi interessa più»), ma quando lavora usa l' aereo privato.
«Un centinaio di serate all' anno, d' estate sono un giorno in Europa e quello dopo in Asia.
Impossibile farcela con gli aerei di linea».
Nostalgico. «Il passaggio dal cd al laptop per me è impossibile. Non mi sono ancora ripreso dalla fine del vinile...
Le copertine dei dischi aiutavano la memoria, ora devi averne una fatta di canzoni». E pronta a scegliere il pezzo giusto fra i circa 1200 che si porta in giro in una borsa con 200 cd.
«In una serata uso 45 tracce, nella scaletta ho una colonna vertebrale che sono le mie produzioni, e il resto cambia con le novità che mi arrivano ogni settimana e in funzione della risposta del pubblico».
Bob Sinclar ha scelto lo pseudonimo da Bob Saint-Clar, agente interpretato al cinema dall' attore francese; qui sopra David Guetta, 42 anni, unico altro deejay, con Sinclar, a scalare le classifiche pop * * *
L' omaggio reggae alla Giamaica «Made in Jamaica» è il nuovo album di Bob Sinclar. Il deejay lo ha registrato a Kingston, in Jamaica, ed è una raccolta dei suoi più grandi successi, tutti riletti in chiave reggae in collaborazione con i produttori Sly Dunbar e Robbie Shakespeare. Il disco è lanciato dall' unica canzone inedita «I Wanna», realizzata con il duo Sahara e con la voce di Shaggy.
Laffranchi Andrea