Intervista al Dj-collezionista che si occupa solo di black music. «Ho 15mila 45 giri e 3mila Lp. I miei set li faccio solo con i dischi originali. E funzionano» .«QUANTI vinili ho? Sono 15mila 45 giri e 3mila Lp. Tutti rigorosamente di soul, rhythm and blues e funky».
Mr. Fine Wine, da New York, è uno dei maggiori collezionisti di «black music», ma la sua particolarità è un'altra. Infatti oltre a recuperare vinili di soul è anche disc jockey. La musica che propone viene interamente dalla sua collezione privata, sia quando trasmette via radio negli Stati Uniti sia quando va personalmente nei locali. Ieri lo abbiamo incontrato a Firenze in preparazione del Dj set che ha tenuto al Logic in via de' Macci a cura di RadioBanana. A scaldare l'ambiente lo ha affiancato il fiorentino Pietro Chelli, fotografo e anch'egli conoscitore della «black music» e collezionista di 45 giri soul, funk e r&b degli anni 60, e che suona oggi sotto il nome di Mr. Hot Lips.
Mr Fine Wine, da quando ha iniziato a collezionare dischi di questo genere?
«In maniera sistematica dal 1986. Io sono cresciuto a Detroit, la patria dell'etichetta Motown. Ho sempre comprato musica sin da piccolo, anche di generi come il country e il rock. Ma alla fine ho scoperto che nella mia città c'erano tanti artisti soul di grande livello e ho preferito approfondire questo genere che è di grande fascino».
Lei ora vive a New York e ha un programma radio. Da quanto va avanti?
«Dal 1994, si chiama Downtown Soulsville e va in onda ogni venerdì sera dalle 7 alle 8 in una radio Fm non commerciale e sostenuta dagli ascoltatori. Ci sono anche molti asoltatori che utilizzano il Podcast da internet. Della trasmissione esistono anche gli archivi che coprono un periodo di 11 anni».
Che musica trasmette?
«Esclusivamente black music dal 1951 ai primi anni '70. Può sembrare un periodo molto breve ma ci sono grandi differenze su come un disco è stato pensato e confezionato a seconda degli anni».
Quando va nei locali porta sempre con sé i vinili o utilizza anche suoni digitali?
«Rigorosamente i 45 giri e le garantisco che l'effetto, il 'groove', è quello giusto. Con me ne porto sempre 200 circa suddivisi in due borse. E' un po' faticoso, lo ammetto, ma mi piace. Posso coprire fino a 8 ore di set».
Lei è in contatto con gli artisti di cui tramette i brani?
«Sì, mi piace ricordare Harvey Scales che sarà in Italia a luglio per il Porretta Soul Festival e The Mighty Hannibal, un cantante non vedente con cui sono in contatto tutti i giorni anche per tenerlo aggiornato. Poi sono affezionato all'etichetta Motown, ma anche alla Chess di Chicago e alla Instant della Lousiana».
I giovani apprezzano i suoni che trasmette?
«Quando ascoltano il soul di qualità capiscono subito che la musica di oggi vale molto meno».
Michele Manzotti
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Mr. Fine Wine, da New York, è uno dei maggiori collezionisti di «black music», ma la sua particolarità è un'altra. Infatti oltre a recuperare vinili di soul è anche disc jockey. La musica che propone viene interamente dalla sua collezione privata, sia quando trasmette via radio negli Stati Uniti sia quando va personalmente nei locali. Ieri lo abbiamo incontrato a Firenze in preparazione del Dj set che ha tenuto al Logic in via de' Macci a cura di RadioBanana. A scaldare l'ambiente lo ha affiancato il fiorentino Pietro Chelli, fotografo e anch'egli conoscitore della «black music» e collezionista di 45 giri soul, funk e r&b degli anni 60, e che suona oggi sotto il nome di Mr. Hot Lips.
Mr Fine Wine, da quando ha iniziato a collezionare dischi di questo genere?
«In maniera sistematica dal 1986. Io sono cresciuto a Detroit, la patria dell'etichetta Motown. Ho sempre comprato musica sin da piccolo, anche di generi come il country e il rock. Ma alla fine ho scoperto che nella mia città c'erano tanti artisti soul di grande livello e ho preferito approfondire questo genere che è di grande fascino».
Lei ora vive a New York e ha un programma radio. Da quanto va avanti?
«Dal 1994, si chiama Downtown Soulsville e va in onda ogni venerdì sera dalle 7 alle 8 in una radio Fm non commerciale e sostenuta dagli ascoltatori. Ci sono anche molti asoltatori che utilizzano il Podcast da internet. Della trasmissione esistono anche gli archivi che coprono un periodo di 11 anni».
Che musica trasmette?
«Esclusivamente black music dal 1951 ai primi anni '70. Può sembrare un periodo molto breve ma ci sono grandi differenze su come un disco è stato pensato e confezionato a seconda degli anni».
Quando va nei locali porta sempre con sé i vinili o utilizza anche suoni digitali?
«Rigorosamente i 45 giri e le garantisco che l'effetto, il 'groove', è quello giusto. Con me ne porto sempre 200 circa suddivisi in due borse. E' un po' faticoso, lo ammetto, ma mi piace. Posso coprire fino a 8 ore di set».
Lei è in contatto con gli artisti di cui tramette i brani?
«Sì, mi piace ricordare Harvey Scales che sarà in Italia a luglio per il Porretta Soul Festival e The Mighty Hannibal, un cantante non vedente con cui sono in contatto tutti i giorni anche per tenerlo aggiornato. Poi sono affezionato all'etichetta Motown, ma anche alla Chess di Chicago e alla Instant della Lousiana».
I giovani apprezzano i suoni che trasmette?
«Quando ascoltano il soul di qualità capiscono subito che la musica di oggi vale molto meno».
Michele Manzotti
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