Lunedì 12 Dicembre 2011 - 20:58
TRIESTE - Quando il carro mortuario compare dalla rampa del Palasport, le ragazze e la donna in attesa comprendono che a bordo c'è il corpo del «loro» Francesco Pinna, uno studente lavoratore di 20 anni, di Trieste. Erano accorse lì, all'uscita secondaria, dopo aver sentito la notizia dell' incidente. La disperazione è straziante anche per chi ha consuetudine con le tragedie, nessuno dei numerosi cronisti ha il coraggio di avvicinarsi mentre una delle ragazze batte le mani contro il muro urlando «Francesco, ti amo, torna... torna».
Il giovane aveva accettato il lavoro di montaggio del palco di Jovanotti per raggranellare un pò di soldi. Quando la struttura alta una decina di metri all' improvviso e per cause ancora da accertare ha ceduto e si è accartocciata su se stessa completa di struttura di luci già montata, sotto c'è rimasto il giovane. «È morto sul colpo» decreta il medico legale, Fulvio Costantinides. Il parallelepipedo di tubi innocenti montato sul palco ha colpito nella sua caduta anche una decina di altre persone. Avrebbe potuto fare una strage, invece a sera nell'ospedale Cattinara rimangono ricoverate «solo» sette persone: per cinque si tratta di una scrupolosa «osservazione», per uno di condizioni serie (nel reparto ortopedia), per un altro, infine, di condizioni gravi: è in rianimazione.
Tutti giovani, tutti maschi. «Sai quanto guadagna un ragazzo come lui? Cinque euro l'ora. Si può morire per questo?». A chiederlo, a se stesso e al gruppo di giovani con i quali si intrattiene in un bar vicino dove dal televisore passano in continuazione le immagini del disastro, è un collega di Francesco. Caschetti di plastica, moschettoni e zaini: sono riconoscibili tra gli avventori. Non si conoscevano, o almeno dicono che non conoscevano Francesco, che «si cambia, si gira, si lavora un giorno qua un giorno là» ma tutti sono concordi sul fatto che «non si può morire così, a 19 anni, a 20 anni, per una cosa del genere...».
Nel tardo pomeriggio, tra le tante dichiarazioni, compare su Twitter anche quella di Jovanotti: «Il mio dolore è rivolto a Francesco Pinna, studente e lavoratore la cui vita si è fermata oggi nell'incidente che ha travolto la mia squadra».
In serata, dopo i sindacati che chiedono più sicurezza, interviene anche il ministro del Welfare, Elsa Fornero, turbata dalla tragedia. Quello degli incidenti sul lavoro è una «battaglia di civiltà alla quale personalmente non solo non mi sottrarrò ma vi dedicherò ogni mia energia. Gli Ispettori del Ministero sono stati subito incaricati di accertare cause e responsabilità del tragico incidente». Davanti agli agenti della Squadra mobile sono già sfilati alcuni tecnici.
Appena conclusi gli accertamenti preliminari, il pm titolare dell'inchiesta, Matteo Tripani, aprirà un fascicolo per omicidio colposo e lesioni, contro ignoti. Non è il solo incidente nella piccola e tranquilla Trieste: poco dopo l'incidente del Palasport si diffonde la notizia di un altro crollo, in un cantiere nel Molo Bersaglieri. Si temeva un altro decesso, invece la vicenda si conclude «solo» con tre operai feriti, uno in modo piuttosto serio. Erano al lavoro su una impalcatura che ha ceduto.
I PRECEDENTI Quello avvenuto nel Palasport di Trieste, dove è crollata un'impalcatura per il concerto di Jovanotti in programma stasera, è solo l'ultimo di una serie di incidenti nel mondo della musica live, in Italia e all'estero. Nell'agosto scorso cinque morti e moltissimi feriti ad Indianapolis, dove raffiche di vento di quasi 100 km orari hanno abbattuto al suolo le strutture di un palco allestito per un concerto country. Il crollo realmente impressionante s'è verificato praticamente in diretta tv, poco prima che il duo 'Sugarland' cominciasse a suonare. Non fu il maltempo, bensì la caduta di una gru e il conseguente crollo del palco del concerto di Madonna a Marsiglia, a fare due vittime nel luglio 2009 prima della seconda tappa francese del suo tour. Venne aperta un'inchiesta per omicidio e ferite involontarie legate a un incidente sul lavoro. Del palco restò un groviglio di 60 tonnellate di tubi e cavi metallici. Il vento forte rallentò anche i lavori dei tecnici. Il concerto della regina del Pop venne annullato. «Sono sconvolta per questa notizia così tragica - disse poco dopo la regina del pop, impegnata nelle prove di un altro show allo Stadio di Udine - Le mie preghiere vanno alle vittime, alle loro famiglie e a tutti coloro che sono stati colpiti da questa notizia sconvolgente». Non era certo la prima volta che un concerto si trasformava in tragedia. Nel 2007, nella giornata che vedeva come headliner i Pearl Jam, il parco San Giuliano di Mestre e l'Heineken Jammin Festival vengono colpiti da una tromba d'aria che provocò danni e feriti, oltre all'annullamento di quell'edizione della manifestazione. Tre anni dopo, sempre all'Heineken, un'ora prima dell'arrivo sul palco dei Green Day, poi annullato, si abbatterà sul parco San Giuliano un nubifragio che fa cadere in un'ora 300 millimetri d'acqua. Di minore entità il violento acquazzone che interrompe il concerto degli Who all'Arena di Verona a giugno 2007. Infine, nove i morti di un incidente avvenuto nel luglio 2000 al festival rock di Roskilde, in Danimarca. Un australiano, tre danesi, tre svedesi, un olandese e un tedesco muoiono soffocati sotto il palco dei Pearl Jam.
FONTE :
http://www.leggo.it/articolo.php?id=153236
TRIESTE - Quando il carro mortuario compare dalla rampa del Palasport, le ragazze e la donna in attesa comprendono che a bordo c'è il corpo del «loro» Francesco Pinna, uno studente lavoratore di 20 anni, di Trieste. Erano accorse lì, all'uscita secondaria, dopo aver sentito la notizia dell' incidente. La disperazione è straziante anche per chi ha consuetudine con le tragedie, nessuno dei numerosi cronisti ha il coraggio di avvicinarsi mentre una delle ragazze batte le mani contro il muro urlando «Francesco, ti amo, torna... torna».
Il giovane aveva accettato il lavoro di montaggio del palco di Jovanotti per raggranellare un pò di soldi. Quando la struttura alta una decina di metri all' improvviso e per cause ancora da accertare ha ceduto e si è accartocciata su se stessa completa di struttura di luci già montata, sotto c'è rimasto il giovane. «È morto sul colpo» decreta il medico legale, Fulvio Costantinides. Il parallelepipedo di tubi innocenti montato sul palco ha colpito nella sua caduta anche una decina di altre persone. Avrebbe potuto fare una strage, invece a sera nell'ospedale Cattinara rimangono ricoverate «solo» sette persone: per cinque si tratta di una scrupolosa «osservazione», per uno di condizioni serie (nel reparto ortopedia), per un altro, infine, di condizioni gravi: è in rianimazione.
Tutti giovani, tutti maschi. «Sai quanto guadagna un ragazzo come lui? Cinque euro l'ora. Si può morire per questo?». A chiederlo, a se stesso e al gruppo di giovani con i quali si intrattiene in un bar vicino dove dal televisore passano in continuazione le immagini del disastro, è un collega di Francesco. Caschetti di plastica, moschettoni e zaini: sono riconoscibili tra gli avventori. Non si conoscevano, o almeno dicono che non conoscevano Francesco, che «si cambia, si gira, si lavora un giorno qua un giorno là» ma tutti sono concordi sul fatto che «non si può morire così, a 19 anni, a 20 anni, per una cosa del genere...».
Nel tardo pomeriggio, tra le tante dichiarazioni, compare su Twitter anche quella di Jovanotti: «Il mio dolore è rivolto a Francesco Pinna, studente e lavoratore la cui vita si è fermata oggi nell'incidente che ha travolto la mia squadra».
In serata, dopo i sindacati che chiedono più sicurezza, interviene anche il ministro del Welfare, Elsa Fornero, turbata dalla tragedia. Quello degli incidenti sul lavoro è una «battaglia di civiltà alla quale personalmente non solo non mi sottrarrò ma vi dedicherò ogni mia energia. Gli Ispettori del Ministero sono stati subito incaricati di accertare cause e responsabilità del tragico incidente». Davanti agli agenti della Squadra mobile sono già sfilati alcuni tecnici.
Appena conclusi gli accertamenti preliminari, il pm titolare dell'inchiesta, Matteo Tripani, aprirà un fascicolo per omicidio colposo e lesioni, contro ignoti. Non è il solo incidente nella piccola e tranquilla Trieste: poco dopo l'incidente del Palasport si diffonde la notizia di un altro crollo, in un cantiere nel Molo Bersaglieri. Si temeva un altro decesso, invece la vicenda si conclude «solo» con tre operai feriti, uno in modo piuttosto serio. Erano al lavoro su una impalcatura che ha ceduto.
I PRECEDENTI Quello avvenuto nel Palasport di Trieste, dove è crollata un'impalcatura per il concerto di Jovanotti in programma stasera, è solo l'ultimo di una serie di incidenti nel mondo della musica live, in Italia e all'estero. Nell'agosto scorso cinque morti e moltissimi feriti ad Indianapolis, dove raffiche di vento di quasi 100 km orari hanno abbattuto al suolo le strutture di un palco allestito per un concerto country. Il crollo realmente impressionante s'è verificato praticamente in diretta tv, poco prima che il duo 'Sugarland' cominciasse a suonare. Non fu il maltempo, bensì la caduta di una gru e il conseguente crollo del palco del concerto di Madonna a Marsiglia, a fare due vittime nel luglio 2009 prima della seconda tappa francese del suo tour. Venne aperta un'inchiesta per omicidio e ferite involontarie legate a un incidente sul lavoro. Del palco restò un groviglio di 60 tonnellate di tubi e cavi metallici. Il vento forte rallentò anche i lavori dei tecnici. Il concerto della regina del Pop venne annullato. «Sono sconvolta per questa notizia così tragica - disse poco dopo la regina del pop, impegnata nelle prove di un altro show allo Stadio di Udine - Le mie preghiere vanno alle vittime, alle loro famiglie e a tutti coloro che sono stati colpiti da questa notizia sconvolgente». Non era certo la prima volta che un concerto si trasformava in tragedia. Nel 2007, nella giornata che vedeva come headliner i Pearl Jam, il parco San Giuliano di Mestre e l'Heineken Jammin Festival vengono colpiti da una tromba d'aria che provocò danni e feriti, oltre all'annullamento di quell'edizione della manifestazione. Tre anni dopo, sempre all'Heineken, un'ora prima dell'arrivo sul palco dei Green Day, poi annullato, si abbatterà sul parco San Giuliano un nubifragio che fa cadere in un'ora 300 millimetri d'acqua. Di minore entità il violento acquazzone che interrompe il concerto degli Who all'Arena di Verona a giugno 2007. Infine, nove i morti di un incidente avvenuto nel luglio 2000 al festival rock di Roskilde, in Danimarca. Un australiano, tre danesi, tre svedesi, un olandese e un tedesco muoiono soffocati sotto il palco dei Pearl Jam.
FONTE :
http://www.leggo.it/articolo.php?id=153236