Da ALEX VEE JAY Lun 13 Feb 2012 - 13:57
C'è chi l'aveva vista appena pochi giorni fa nell'hotel di Beverly Hills, dove ieri notte è stata trovata morta, nuotare in piscina con la figlia Bobbi Kristina: le due «sembravano felici». Venerdì il tabloid Sun pubblicava invece le foto di di una Whitney Houston disorientata, barcollante, stordita ma aggressiva assieme alla figlia diciottenne in un nightclub di Los Angeles, il sangue che gocciolava dalle gambe e una profonda ferita al polso. I fan da lontano avevano ancora negli occhi la fragile e sofisticata popstar che aveva bisogno di essere protetta da Kevin Kostner, sua guardia del corpo nell'omonimo film del '92, uno di quei successi che si spiegano solo con gli attori giusti nel ruolo giusto e una colonna sonora figlia del miglior pop degli anni 80 appena finiti.
Quando la si ritrovava in una foto su un sito o uno spettacolo minore in tv, si scopriva non più la giovane stella filiforme ed esplosiva ma una donna di mezza età pesante e triste. Smarrita fama, bellezza, voce, serenità, Whitney Houston, figlioccia di Aretha Franklin, cugina di Dionne Warwick, figlia della cantante gospel Cissy, regina del Rhythm and Blues, amica e sodale di Michael Jackson, era caduta progressivamente ai piani bassi dello show business. Forse anche della sua autostima dopo un matrimonio quasi ventennale con il cantante rap Bobby Brown, da cui ha avuto nel 1993 la figlia, Bobby Kris.
Houston è morta stanotte a 48 anni forse affogata nella vasca senza apparente uso di droghe, alla vigilia del Grammy Awards, Oscar della musica americana in programma oggi che lei ha vinto sei volte, statuette a cui si sommavano i 30 Billboard awards e 22 American Music Awards. Sette album, 170 milioni di cd, single e video venduti, 10 solo negli Stati Uniti, Houston è ricordata da tutti per I will always love you una delle colonne sonore di film più vendute di tutti i tempi, versione della romanticissima canzone di Dolly Parton.
Il papà di Amy Whinehouse, star scomparsa la scorsa estate a 27 anni, ha detto «Amy, Etta (James, morta a gennaio ndr), Whitney. Che grande trio di ragazze oggi in cielo». Oltre la gran voce e una fine prematura e prevista, Amy e Whitney hanno in comune un amore sbagliato. Due uomini piangenti davanti alle ex compagne morte. Oltre la depressione, il male di Whitney è stato Bobby Brown, cantante che ha mandato in onda la propria vita in un reality show "Being Bobby Brown" tramesso dalla tv americana. Whitney La Voce sposa Brown il rapper nel '92, subito dopo diventa una consumatrice abituale di marjuana e cocaina come lei stessa ammette durante un'intervista con Ophra Winfrey nel 2009. «Mio marito era la mia droga» affermò in quell'occasione dove ammise di essersi annullata in quell'unione finita nel 2007, rovinata dalle droghe, scontri fisici e abusi psicologici oltre alla gelosia professionale di lui. «L'abbiamo vista morire a poco poco, non oggi ma negli ultimi dieci anni con quell'impotenza di chi assiste alla fine di un parente» scrive adesso il New Yorker. Il magazine accosta Whitney a Michael Jackson, l'amico rivale infelice come lei con cui aveva in comune le radici afroamericane e l'adolescenza passata a sperimentare i ritmi degli antenati. Come Jackson anche Houston fu accusata di aver tradito le sue orgini, ovvero gospel, soul, blues e Rhythm and blues «ma le accuse erano e sono riduttive - osserva il New Yorker - questi due talenti erano ovviamente destinati a confondere e boicottare ogni genere».
tratto da:http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-12/withney-houston-muore-vigilia-144239.shtml?uuid=AaDZrlqE