Dal bog di Francesco Farfa
Anche se sono passati ormai diversi decenni, tutti ci ricordiamo con allegria la bella canzoncina “ Ci Vuole un Fiore” di Sergio Endrigo che negli anni ‘70 fu un grande tormentone per milioni di bambini ed anche adulti italiani.
Tanti la ricorderanno per la folkloristica melodia cadenzata e per la frivolezza di note che si sprigionavano nell’aria, ma ritengo personalmente che ci sia qualcosa di più in quella musica e che contenga al suo interno una metafora di quei valori che non vengono più evidenziati nello spirito della società odierna.
Anche se fortunatamente nel mondo c’è ancora chi guarda ad una certa sostanza e qualità preservandone i principi, la moderna pratica dell’ “ usa e getta” dilaga sempre di più e non riguarda più solamente le cose, ma ahimè, anche le persone e il loro operato.
Nel mondo dello spettacolo le generazioni cambiano ed è giusto che l’ “offerta artistica” si rinnovi e con essa anche le idee e la creatività.
Da sempre vi è stato il “cambio della guardia”, e un artista ne doveva e ancora ne deve essere consapevole fin dal principio della sua carriera.
Nei tempi passati questo “cambio della guardia” era graduale, ed era l’ evoluzione ideale, ma oggi l’epopea della tecnologia ha strappato dalle pagine della vita questo piccolo passaggio, creando una generazione con delle carenze socio culturali abbastanza evidenti, seppur talentuosamente autodidatta.
Attenzione: non voglio fare di tutta l’erba un fascio!!!
Il mio messaggio è rivolto solo ai diretti interessati che, pur non rendendosene conto di esserlo oggi, avranno tempo ed opportunità per rendersene conto domani.
Mi riferisco non ai ragazzi che iniziano ad approcciarsi con passione a questa professione, ma a quella generazione intermedia che avendo già fatto diverse esperienze e ottenuto diversi riconoscimenti, crede di avere scoperto il segreto delle Piramidi…..
Mi dispiace, e lo dico con il sorriso sulle labbra, che in tante occasioni, il “gap” più grande rispetto a noi artisti con una lunga e differente esperienza sul campo viene creato dal modo di porsi di questi personaggi che ostentano le loro doti e i loro talenti.
Questo, tuttavia, non è biasimabile perché siamo stati tutti ragazzi e la sensazione di onnipotenza, che prende il sopravvento ad una certa età, ti può facilmente “imprigionare”, come può succedere per il vizio del fumo, per fare un esempio fra tanti.
D’ altra parte ogni tappa della vita presenta le sue problematiche!
Il problema più grande e che ritengo sia poco professionale sta nel fatto che si sono riscontrate critiche “poco piacevoli” da parte di questi giovani talenti nei confronti di colleghi precursori, sembrerebbe con lo scopo di voler oscurare la loro storia: trovo questo atteggiamento patetico e deplorevole.
La conseguenza più seria e grave dovuta a questo “sparlare” è che c’e’ chi con questa infima e disonesta attitudine, ha voluto vincolare, ed in alcuni casi riuscendoci, le programmazioni di vari club.
Questo deve, a parer mio, insegnare anche a noi “vecchiarelli”, che ogni epoca ha il suo perchè; quindi non dobbiamo dare per scontato che tutto il nostro “background” debba essere considerato come “il TOP di tutti i tempi ”!
Comportandoci in tal modo significherebbe peccare di superbia correndo il rischio di essere denigrati anche da chi possiede un forte valore umano.
Credo che i DJ’s della mia generazione abbiano sempre dimostrato, oltre al dovuto rispetto, una forte ammirazione verso coloro i quali hanno fatto da spartiacque nella storia del “night clubbing” e a mio avviso, tale devozione è stata genuina, in quanto forma di riconoscenza e gratitudine, a prescindere dagli stili, doti e storia personale di ognuno.
Non dimentichiamoci dunque, e soprattutto non dimenticatevi, che
…..per fare “tutto” ci vuole un Fiore!
http://www.djmagitalia.com/ci-vuole-un-fiore/
Anche se sono passati ormai diversi decenni, tutti ci ricordiamo con allegria la bella canzoncina “ Ci Vuole un Fiore” di Sergio Endrigo che negli anni ‘70 fu un grande tormentone per milioni di bambini ed anche adulti italiani.
Tanti la ricorderanno per la folkloristica melodia cadenzata e per la frivolezza di note che si sprigionavano nell’aria, ma ritengo personalmente che ci sia qualcosa di più in quella musica e che contenga al suo interno una metafora di quei valori che non vengono più evidenziati nello spirito della società odierna.
Anche se fortunatamente nel mondo c’è ancora chi guarda ad una certa sostanza e qualità preservandone i principi, la moderna pratica dell’ “ usa e getta” dilaga sempre di più e non riguarda più solamente le cose, ma ahimè, anche le persone e il loro operato.
Nel mondo dello spettacolo le generazioni cambiano ed è giusto che l’ “offerta artistica” si rinnovi e con essa anche le idee e la creatività.
Da sempre vi è stato il “cambio della guardia”, e un artista ne doveva e ancora ne deve essere consapevole fin dal principio della sua carriera.
Nei tempi passati questo “cambio della guardia” era graduale, ed era l’ evoluzione ideale, ma oggi l’epopea della tecnologia ha strappato dalle pagine della vita questo piccolo passaggio, creando una generazione con delle carenze socio culturali abbastanza evidenti, seppur talentuosamente autodidatta.
Attenzione: non voglio fare di tutta l’erba un fascio!!!
Il mio messaggio è rivolto solo ai diretti interessati che, pur non rendendosene conto di esserlo oggi, avranno tempo ed opportunità per rendersene conto domani.
Mi riferisco non ai ragazzi che iniziano ad approcciarsi con passione a questa professione, ma a quella generazione intermedia che avendo già fatto diverse esperienze e ottenuto diversi riconoscimenti, crede di avere scoperto il segreto delle Piramidi…..
Mi dispiace, e lo dico con il sorriso sulle labbra, che in tante occasioni, il “gap” più grande rispetto a noi artisti con una lunga e differente esperienza sul campo viene creato dal modo di porsi di questi personaggi che ostentano le loro doti e i loro talenti.
Questo, tuttavia, non è biasimabile perché siamo stati tutti ragazzi e la sensazione di onnipotenza, che prende il sopravvento ad una certa età, ti può facilmente “imprigionare”, come può succedere per il vizio del fumo, per fare un esempio fra tanti.
D’ altra parte ogni tappa della vita presenta le sue problematiche!
Il problema più grande e che ritengo sia poco professionale sta nel fatto che si sono riscontrate critiche “poco piacevoli” da parte di questi giovani talenti nei confronti di colleghi precursori, sembrerebbe con lo scopo di voler oscurare la loro storia: trovo questo atteggiamento patetico e deplorevole.
La conseguenza più seria e grave dovuta a questo “sparlare” è che c’e’ chi con questa infima e disonesta attitudine, ha voluto vincolare, ed in alcuni casi riuscendoci, le programmazioni di vari club.
Questo deve, a parer mio, insegnare anche a noi “vecchiarelli”, che ogni epoca ha il suo perchè; quindi non dobbiamo dare per scontato che tutto il nostro “background” debba essere considerato come “il TOP di tutti i tempi ”!
Comportandoci in tal modo significherebbe peccare di superbia correndo il rischio di essere denigrati anche da chi possiede un forte valore umano.
Credo che i DJ’s della mia generazione abbiano sempre dimostrato, oltre al dovuto rispetto, una forte ammirazione verso coloro i quali hanno fatto da spartiacque nella storia del “night clubbing” e a mio avviso, tale devozione è stata genuina, in quanto forma di riconoscenza e gratitudine, a prescindere dagli stili, doti e storia personale di ognuno.
Non dimentichiamoci dunque, e soprattutto non dimenticatevi, che
…..per fare “tutto” ci vuole un Fiore!
http://www.djmagitalia.com/ci-vuole-un-fiore/