La professione del DJ non è tra quelle che hanno avuto, da parte dell’ordinamento, un riconoscimento espresso. Ciò comporta che, a differenza di altre categorie professionali, non esiste un codice di comportamento per il DJ e tale mancanza porta a far coesistere sotto lo stesso tetto sia il DJ che rispetta le normative previdenziali, fiscali e diritto d’autore, e cioè il DJ professionista, sia il DJ che tali normative non rispetta, alle volte su condizionamento del gestore del locale.
Tale situazione comporta una concorrenza sleale tra operatori in quanto il DJ rispettoso delle norme dovrà assolvere ad obblighi che corrispondono ad un costo e, quindi, dovrà richiedere un compenso maggiore rispetto al DJ che, non avendo spese, potrà offrire la propria prestazione a prezzi molto più bassi.
In armonia con quanto disposto dalla L. 14 gennaio 2013, n. 4 sulle professioni non regolamentate, diverse associazioni di categoria del settore musicale, come A-DJ, hanno deciso di adottare un codice di autoregolamentazione che colmi la lacuna legislativa, prevedendo come nel nostro caso, obblighi e diritti in capo al DJ che è il professionista al centro della filiera economica del mondo dell’entertainment e del clubbing. Tale autoregolamentazione aiuterà a dirimere, anche di fronte agli organi istituzionali, la diversità tra il DJ professionista e il DJ c.d. “abusivo”.
Ci occuperemo del Codice DJ a chiusura del nostro approfondimento nelle prossime puntate. Parleremo, qui, del trattamento previdenziale previsto per la categoria e riprenderemo, in parte, il tema della licenza dj on line della Siae (già trattato nella mia intervista su questa rivista nel numero di aprile 2013), concludendo con un richiamo al codice di autoregolamentazione che è diretto a disciplinare l’attività professionale del DJ che vuole ispirare il suo comportamento all’etica e alla diligenza nel lavoro.
PREVIDENZA (GESTIONE INPS EX ENPALS)
Il DJ è inserito nella lista degli artisti ricompresi nella classificazione fornita dall’art. 25 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i pubblici esercizi con personale artistico, ove per “Disc Jokey” è indicato “…. colui a cui compete la programmazione musicale, la preparazione ed il mixaggio”. Se il DJ è assunto a tempo indeterminato il contratto di lavoro è soggetto alla contrattazione collettiva nazionale.
In ogni caso, l’esibizione artistica di un DJ (che sia legato al gestore del locale indifferentemente da un contratto di lavoro autonomo o subordinato o parasubordinato) deve sottostare alle regole imposte dal trattamento previdenziale obbligatorio per il settore dello spettacolo che, sino al 2011, era di competenza dell’ENPALS (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Lavoratori dello Spettacolo), autorizzato, sul territorio italiano, a incassare e gestire i contributi obbligatori di assicurazione per l’invalidità e di vecchiaia a favore dei lavoratori dello spettacolo di qualsiasi nazionalità.
Con l’entrata in vigore del Decreto Legge del 6/12/2011 n. 201 (art. 21), l’Ente ha cessato di esistere e le sue funzioni sono state trasferite all’Inps, che ne ha assunto tutti gli attivi e i passivi, con un procedimento di trasferimento automatico. In particolare, ad occuparsi dei contributi dello spettacolo è oggi l’organo denominato “Inps gestione ex Enpals”.
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L’articolo completo è su DJ Mag Italia 36 dicembre 2013 / gennaio 2014
http://www.djmagitalia.com/chi-e-il-dj-tutto-quello-che-dice-la-legge-in-materia-di-dj-parte-ii/
A CURA DELL’ AVV. DEBORAH DE ANGELIS