Con un laconico comunicato rilasciato nella sezione “News” di Beatport, il più famoso store online di musica elettronica al mondo pare abbia ufficialmente dichiarato guerra ai tanti furbi che lo popolano. E non si sta parlando di piccoli produttori che per farsi vedere si comprano da soli le proprie tracce, ma delle più grandi major che, a quanto pare, giocano sporco. Il comunicato in questione è questo:
“Il business musicale è sempre stato un mondo in cui è difficile sfondare, indipendentemente da stili e generi. Data la crescente competizione, per i DJ la situazione è sempre più dura. Mentre da un lato l’innovazione tecnologica ha portato ad un abbassamento degli standard per produrre musica elettronica, da un altro lato la sempre crescente attenzione mediatica ci fa capire che l’interesse verso questo mondo è in continuo aumento. La conseguenze è che sempre più produttori producono sempre più musica, e la maggiore competizione rende più difficile l’essere notati tra la massa.
La storia della musica è piena di artisti truffatori che dichiarano di offrire scorciatoie sulla strada del successo. Payola, i bot di MySpace, i falsi likes, i plays fantasma e i followers comprati sono solo degli esempi. Come ogni altra piattaforma digitale, anche Beatport ha visto crescere il numero di frodi al suo interno – labels e artisti che hanno pompato in tutti i modi le loro produzioni per arrivare in cima e ricevere le attenzioni che riceve chi è primo in classifica.
Ci siamo resi conti che i piazzamenti nella classifica Beatport possono avere un ruolo determinante nella carriera di un produttore. Questo è ciò che ci spinge a fare tutto ciò che è in nostro potere per assicurare che tutti ricevano solo ed esclusivamente ciò che meritano. Per fare ciò c’è bisogno di vigilanza costante, innovazione e comunicazione. Negli ultimi anni ci siamo accorti di un aumento dei servizi che offrono metodi illeciti per scalare la nostra classifica in cambio di soldi.
In risposta a questo noi monitoriamo quotidianamente la chart, cercando le possibili anomalie. Abbiamo creato e stiamo continuando a migliorare tecnologie che ci permettono di prevenire gli illeciti sotto questo punto di vista. Non stiamo decidendo che abbiamo eliminato del tutto i truffatori o che in un futuro prossimo lo faremo, ma stiamo migliorando giorno dopo giorno.
Quando ci accorgiamo di una traccia “pompata”, la rimuoviamo subito dallo store, e continueremo a farlo. Il nostro prossimo passo sarà eliminare in maniera definitiva ed irrevocabile ogni label e artista sorpresi a truffare. E non stiamo bluffando.
Questa abitudine ci rende allo stesso tempo sempre più tristi ma anche arrabbiati. Invitiamo chiunque sia tentato nell’utilizzare questi servizi illeciti a prendere in considerazioni i costi e le conseguenze. Non i costi monetari ovviamente, ma i costi sulla propria carriera, sulla propria reputazione e sulla propria coscienza.
Primo, se qualcuno utilizza questi sistemi di truffa per migliorare la propria posizione in classifica sta derubando qualcun’altro, qualcuno che merita di stare in alto. Sta rubando. Sta mentendo. Si sta prendendo meriti per qualcosa che non ha fatto, e sta ferendo qualcun’altro facendo ciò.
Secondo, questi servizi raramente funzionano. Ci sono molti indizi e prove evidenti che ci aiutano a capire chi bara. I truffatori parlano molto, ma non fanno altro che marciare sulla disperazione dei colleghi per riempire le proprie tasche. Molto spesso i soldi spesi per queste attività sono soldi buttati.
Terzo, potreste essere beccati. Non c’è niente che l’industria musicale odi più di una truffa alla luce del sole. Siete disposti a guadagnare subito per poi vivere nella vergogna in futuro?
Barare è un vizio distruttivo. Il successo guadagnato in maniera legittima dona molte più soddisfazioni di quello ottenuto con le scorciatoie, non importa quanto allettante, semplice o anonimo possa sembrare quest’ultimo. Chiunque stia cercando di truffare è sotto la lente d’ingrandimento… non solo la nostra, ma quella dell’intera comunità!”
Cosa aggiungere? Parole più che mai condivisibili. Sembrerebbe che Beatport questa volta abbia assunto una seria presa di posizione verso il marcio che si annida nella musica. Che sia la volta buona? Io, e come me tutti gli amanti di questo mondo, ci auguriamo che lo sia. Ora la palla passa ai produttori e alle labels. Avranno intenzione di smetterla di truccare le carte? Credo che non ci vorrà molto a scoprirlo.
Fonte www.electroitalia.it/beatport-cheat/