“Io sono molte cose: un cantante, un musicista, un businessman e un filantropo. Ma, prima di tutto, sono un compositore.”
Con queste parole Aloe Blacc apre la sua lettera pubblicata sulla celebre rivista scientifica Wired. Il compositore statunitense, per chi non se lo ricordasse, è esploso a livello di grande pubblico dopo aver scritto e prestato la propria voce a “Wake Me Up”, il successo planetario firmato in coppia con Avicii e un altro autore.
Aloe descrive il difficile mestiere di chi ogni giorno deve trovare l’ispirazione per creare qualcosa che riesca ad emozionare le altre persone attraverso i sentimenti e l’immaginazione cercando di non essere mai banali. Ma non è questo il centro della sua lettera. Il compositore va avanti infatti lamentandosi di come proprio la sua categoria sia la più danneggiata dalle piattaforme streaming. In particolare si concentra su Pandora, una internet radio non presente sul nostro territorio per via di questioni di copyright.
“Considerate il fatto che ci vogliono circa 1 milione di plays su Pandora perché un compositore riceva circa 90$. La canzone di Avicii “Wake Me Up”, che ho scritto insieme a lui e ho poi cantato, per esempio, è stata la canzone più riprodotta di sempre su Spotify e la 13esima più riprodotta su Pandora dalla sua uscita, nel 2013, con più di 168 milioni di ascolti nei soli Stati Uniti. Questa ci ha fruttato solo 12,359$ – che sono stati divisi tra i tre autori del pezzo e il nostro editore. Per aver scritto una hit mondiale di questo livello, insomma, ho guadagnato meno di 4,000$ dal più grande servizio musicale del mondo.”
“Credo fermamente che ci debba essere un modo per questi innovativi servizi musicali di avere successo sul mercato senza svalutare il contributo dei compositori. E, grazie al cielo, non sono l’unico che la pensa così”
In questo caso Aloe Blacc si riferisce ai sempre più numerosi cantanti e musicisti che negano i diritti di riproduzione delle proprie canzoni ai grandi servizi di streaming.
“Fino a quando non si troverà il modo, cercherò con tutto me stesso di convincere le persone che senza di noi la musica che amano non esisterebbe e che sempre noi, in qualità di compositori, non possiamo continuare a lavorare così.
Ognuno può proteggere la musica che ama comprando gli album e cercando di spronare i servizi di streaming a dare di più a chi scrive le canzoni. Dopotutto, se un compositore non può permettersi di fare musica, chi può?”
Fonte: Wired
Avicii insieme a Kristina Romanova, la modella russa protagonista del video ufficiale di “Wake Me Up”
Con queste parole Aloe Blacc apre la sua lettera pubblicata sulla celebre rivista scientifica Wired. Il compositore statunitense, per chi non se lo ricordasse, è esploso a livello di grande pubblico dopo aver scritto e prestato la propria voce a “Wake Me Up”, il successo planetario firmato in coppia con Avicii e un altro autore.
Aloe descrive il difficile mestiere di chi ogni giorno deve trovare l’ispirazione per creare qualcosa che riesca ad emozionare le altre persone attraverso i sentimenti e l’immaginazione cercando di non essere mai banali. Ma non è questo il centro della sua lettera. Il compositore va avanti infatti lamentandosi di come proprio la sua categoria sia la più danneggiata dalle piattaforme streaming. In particolare si concentra su Pandora, una internet radio non presente sul nostro territorio per via di questioni di copyright.
“Considerate il fatto che ci vogliono circa 1 milione di plays su Pandora perché un compositore riceva circa 90$. La canzone di Avicii “Wake Me Up”, che ho scritto insieme a lui e ho poi cantato, per esempio, è stata la canzone più riprodotta di sempre su Spotify e la 13esima più riprodotta su Pandora dalla sua uscita, nel 2013, con più di 168 milioni di ascolti nei soli Stati Uniti. Questa ci ha fruttato solo 12,359$ – che sono stati divisi tra i tre autori del pezzo e il nostro editore. Per aver scritto una hit mondiale di questo livello, insomma, ho guadagnato meno di 4,000$ dal più grande servizio musicale del mondo.”
“Credo fermamente che ci debba essere un modo per questi innovativi servizi musicali di avere successo sul mercato senza svalutare il contributo dei compositori. E, grazie al cielo, non sono l’unico che la pensa così”
In questo caso Aloe Blacc si riferisce ai sempre più numerosi cantanti e musicisti che negano i diritti di riproduzione delle proprie canzoni ai grandi servizi di streaming.
“Fino a quando non si troverà il modo, cercherò con tutto me stesso di convincere le persone che senza di noi la musica che amano non esisterebbe e che sempre noi, in qualità di compositori, non possiamo continuare a lavorare così.
Ognuno può proteggere la musica che ama comprando gli album e cercando di spronare i servizi di streaming a dare di più a chi scrive le canzoni. Dopotutto, se un compositore non può permettersi di fare musica, chi può?”
Fonte: Wired
Avicii insieme a Kristina Romanova, la modella russa protagonista del video ufficiale di “Wake Me Up”