Un «naturale istinto di branco» li ha uniti in nome della musica: ilNero, nuovo progetto che farà il suo esordio stasera al Campus Industry porta con sé una sorpresa, il ritorno sul palco di Gianluigi Cavallo, «Cabo», come lo chiamano in tanti.
Lui che dopo l’esperienza coi Litfiba negli anni del divorzio tra Piero Pelù e Ghigo Renzulli, aveva accantonato lo star system in favore di altri progetti, dalla radio, all’editoria digitale, torna oggi al microfono e alla chitarra con una spinta nuova: «Credo nell’evoluzione –spiega Cavallo- e ho lasciato i Litfiba nel 2006, quando ho sentito che l’esperienza era conclusa.
Nell’ultimo anno mi sono fatto trascinare da mio figlio Sebastiano, che ha un talento innato e che ha riacceso il motore.
Nella band ci sono altri cinque giovani, tutti esordienti.
Diciamo che io sono quello che ci mette l’esperienza ma il mio obiettivo è dimostrare che con le proprie energie ce la si può fare».
Quello de ilNero sarà un percorso non convenzionale già dalla partenza, il live al Campus Industry precede infatti l’uscita di un vero album.
Eppure i pezzi già ci sono: «Abbiamo 14 canzoni inedite da far ascoltare al pubblico in uno spettacolo completo che vuole dare il giusto risalto proprio alle persone che ci ascoltano. I fan sono vitali, guai a considerarli un gregge di pecore da condurre».
Stando a quanto dichiarato ilNero avrà come caratteristica la fusione nei live di musica, arti visive, intrattenimento, creatività e tecnologia in modalità innovative.
E comunque a febbraio il disco, che s’intitolerà «Essenza di Macchina Cuore/Cervello (E=MC2)» vedrà la luce: «Le sonorità saranno assolutamente rock, senza sconti, funzionali agli estremi, un rock che potrà cioè essere declinato per esprimere energia o profondità.
Ci saranno passione, sentimento, rabbia ma soprattutto la necessità di evolversi e di aprirsi».
L’avventura si prospetta un po’ come una seconda giovinezza per Gianluigi Cavallo, che ha ora l’opportunità di rientrare in un mondo che coi Litfiba era diventato per lui stucchevole: «Ho avuto la fortuna di poter scegliere, perché avevo anche un’altra vita oltre la musica, e l’ho fatto.
C’era attorno al gruppo tanto entusiasmo dei fan ma anche un’atmosfera negativa fatta di continui paragoni.
La storia è finita quando è finito il materiale artistico da condividere: Ghigo aveva le sue idee, le mie avevano preso un’altra direzione.
Adesso c’è una nuova sfida che mi entusiasma, dimostrare che si può fare musica con successo senza seguire schemi prestabiliti».
Fonte e link:http://www.gazzettadiparma.it/video/245541/Un-rock-chiamato-Cavallo-.html