Le nuove star globali della dance music hanno assimilato le regole dello show fatto di effetti, laser, coreografie, al centro del quale c’è sempre il dj circondato da pulsanti luminosi da premere per scegliere il file da mixare e ad arricchire con qualche suono secondo l’ispirazione del momento…
Dai mega hotel di Las Vegas ai parchi acquatici, dalle arene del rock agli albergoni di Ibiza, le piste da ballo del 2015 non saranno più confinate tra le quattro pareti della discoteca, ma invaderanno altri spazi, segno della trasformazione profonda avvenuta nella musica per ballare e nell’immagine del dj.
Se sino a pochi anni fa, infatti, si associava la parola «club» a «cultura» e «club culture» era proprio la definizione utilizzata per spiegare la capacità della pista da ballo di generare forme di ricerca sonora capaci di attraversare i linguaggi artistici, adesso, la dance music ha definitivamente scelto di essere il pop di questo millennio.
Facendo delle serate in discoteca occasioni di intrattenimento per un pubblico molto vario, in buona parte giovanissimo che le frequenta più per essere parte della «rappresentazione» che per l’interesse per le diversità sonore che una volta i dj esprimevano.
Così i padiglioni della Fiera di Bologna hanno ospitato, esperimento unico in Italia, a dicembre il festival Benny Benassi and Friends, dove il dj reggiano produttore di Madonna (e Grammy Award e collaboratore dei Rolling Stones) ha invitato i nuovi talenti della musica elettronica italiana (ma anche nomi storici come Albertino).
Il locale di Riccione, dal quale sono passati Manlio Sgalambro che teneva nel piccolo privè Morphine le sue «lezioni di filosofia per adolescenti», scrittrici come Isabella Santacroce e gruppi teatrali come Raffaello Sanzio, porta in questo spazio da grandi appuntamenti la sua serata più famosa, «Memorabilia», una festa che, come il nome suggerisce, ripercorre per chi c’era e per chi non c’era gli ultimi 20 anni di musica per la discoteca, un viaggio in un passato recente quando il club era davvero un luogo dove l’edonismo conviveva con il desiderio di sperimentazione.
Fonte: www.dagospia.com
DISCOTECA COCORICO’
Dai mega hotel di Las Vegas ai parchi acquatici, dalle arene del rock agli albergoni di Ibiza, le piste da ballo del 2015 non saranno più confinate tra le quattro pareti della discoteca, ma invaderanno altri spazi, segno della trasformazione profonda avvenuta nella musica per ballare e nell’immagine del dj.
Se sino a pochi anni fa, infatti, si associava la parola «club» a «cultura» e «club culture» era proprio la definizione utilizzata per spiegare la capacità della pista da ballo di generare forme di ricerca sonora capaci di attraversare i linguaggi artistici, adesso, la dance music ha definitivamente scelto di essere il pop di questo millennio.
Facendo delle serate in discoteca occasioni di intrattenimento per un pubblico molto vario, in buona parte giovanissimo che le frequenta più per essere parte della «rappresentazione» che per l’interesse per le diversità sonore che una volta i dj esprimevano.
DISCOTECA COCORICO’
Così i padiglioni della Fiera di Bologna hanno ospitato, esperimento unico in Italia, a dicembre il festival Benny Benassi and Friends, dove il dj reggiano produttore di Madonna (e Grammy Award e collaboratore dei Rolling Stones) ha invitato i nuovi talenti della musica elettronica italiana (ma anche nomi storici come Albertino).
E il 17 gennaio, sempre a Bologna, nella mastodontica Unipol Arena (capienza di circa 14.000 posti) dove si sono esibiti, di recente, Peter Gabriel e Ennio Morricone per fare qualche nome, arriverà il Cocoricò, il superclub italiano per eccellenza, quest’anno al diciottesimo posto nella classifica delle 100 migliori discoteche del mondo, stilata dalla rivista inglese DJMag, «Bibbia» della vita notturna internazionale.
UNIPOL ARENA
UNIPOL ARENA
Il locale di Riccione, dal quale sono passati Manlio Sgalambro che teneva nel piccolo privè Morphine le sue «lezioni di filosofia per adolescenti», scrittrici come Isabella Santacroce e gruppi teatrali come Raffaello Sanzio, porta in questo spazio da grandi appuntamenti la sua serata più famosa, «Memorabilia», una festa che, come il nome suggerisce, ripercorre per chi c’era e per chi non c’era gli ultimi 20 anni di musica per la discoteca, un viaggio in un passato recente quando il club era davvero un luogo dove l’edonismo conviveva con il desiderio di sperimentazione.
E i virtuosismi dei dj che utilizzavano i giradischi come fossero strumenti musicali erano oggetti di culto. Un mondo che le nuove star globali della dance music nemmeno hanno conosciuto, avendo invece assimilato le regole dello show fatto di effetti, laser, coreografie, al centro del quale c’è sempre il dj circondato da pulsanti luminosi da premere per scegliere il file da mixare e ad arricchire con qualche suono secondo l’ispirazione del momento.
BENNY BENASSI
E per questo nuovo pubblico che cerca disperatamente l’appartenenza e per il quale filmare tutto lo show con lo smartphone e taggare gli amici sui social network è molto più importante che ballare, l’esperienza della discoteca è ormai riduttiva, scomoda, troppo buia. Meglio, molto meglio, le sale ispirate alla mitologia egizia di un albergo di Las Vegas o la Unipol Arena.
Che dal 17 gennaio diventerà la discoteca più grande d’Europa. Manlio Sgalambro avrebbe apprezzato.
LA DISCOTECA XS DI LAS VEGAS