RICCIONE - La decisione del questore di Rimini, Maurizio Improta, di disporre la chiusura della discoteca Cocoricò di Riccione per 4 mesi a partire dalla giornata di oggi ha sollevato parecchie polemiche tra professionisti del mondo della musica e della politica.
Il provvedimento, adottato in base all’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, dopo la morte del sedicenne di Città di Castello Lamberto Lucaccioni, per un’overdose di ecstasy, si rifà ad una serie di provvedimenti riferiti alla celebre discoteca negli ultimi due anni per interventi delle forze dell’ordine e del 118.
Eppure in molti hanno espresso il loro disappunto per il provvedimento.
Max Testa famoso DJ emiliano ha dichiarato “dal mio punto di vista chiudere il Cocoricò per quattro mesi non serve a nulla, è sbagliata l’età dei ragazzi perché ci sono persone che ci speculano su questo. Fare uso di sostanze fa figo se hai 14/16 anni se ne hai 40 neppure ci pensi, a 14 /15 anni segui la massa e il gruppo, purtroppo il provvedimento non ridà la vita al ragazzo e non risolve il problema della droga, anzi manda in crisi tutto l’indotto e l’azienda che c’è dietro. Al tempo stesso occorre ammettere che il Cocoricò è recidivo – prosegue Testa – secondo me la colpa è dell’educazione famigliare e scolastica che non viene più data. Io a 16 anni non stavo in discoteca fino alle 6 del mattino. Anche le istituzioni hanno fatto la loro parte, perché a Rimini e Riccione il Cocoricò fa comodo per tante cose. Non solo, le forze dell’ordine hanno risorse limitate e dunque non possono agire come vorrebbero. Quindi ti ho detto tutto. La colpa di chi è? Sicuramente anche il gestore ha il suo concorso di colpa perché presentare già i metal detector e i cani all’ingresso, l’ambulanza fissa in loco non è un bel biglietto da visita. Se io avessi un figlio non lo manderei in un locale così perché è come se tu gestore mettessi già in preventivo che qualcosa prima o poi accadrà, quindi sei consapevole di ciò che accade e a me spaventa molto questo. – fa un’analisi molto precisa il Deejay di Parma – perché statisticamente parlando certi episodi accadono solo in alcuni locali e il Cocoricò purtroppo è uno di questi, come in passato ce n’erano tanti altri lungo la riviera Romagnola. Purtroppo la colpa è un pochino di tutti: noi operatori non possiamo esimerci dalle nostre responsabilità, a volte quando siamo in consolle, vediamo ma facciamo finta di nulla perché così ci viene consigliato.. La scuola che un tempo aveva un valore educativo importante ora non lo è più tanto che i ragazzi fumano, usano il cellulare e non seguono le regole, una volta dove aveva fallito la famiglia nell’educazione dei ragazzi subentrava la scuola, e viceversa, ora questo meccanismo è venuto meno. Infine li ci sono professionisti nel mondo della musica che fanno delle loro abitudini sbagliate un marchio, quasi un modello da seguire. Quindi mi sento disarmato, – conclude Max Testa – non saprei da dove cominciare, purtroppo se anche chiude il Cocoricò non si risolve il problema, ma si sposta nel locale a fianco”.
FEDERICA BOSCO
Fonte: NewsItaliaLive.it