Usciva solo di notte, per andare al lavoro, nelle molte discoteche in cui era conosciuto solo come DJ Fexter.
Il suo nome per esteso però era Ramirez Melendez Fernsterbein Fernando.
A dispetto della faccia da ragazzino Fexter in Colombia è considerato un pericolosissimo criminale, tra i 12 più pericolosi latitanti colombiani, luogotenente del capo della banda dei Rastrojos, gang criminale colombiana attiva nella zona di Medellin, nata dalla dispersione dell'Auc e collegata con l'organizzazione di narcotrafficanti dei “Los Mellos”.
La banda, ancora attiva, nonostante i colpi inflitti dai corpi di polizia locali, conta ancora un centinaio di affiliati, che continuano a controllare il flusso di tonnellate di cocaina verso gli Stati Uniti e l'Europa, le estorsioni, i sequestri, l'usura, e il sicariaggio.
Gli uomini del Gico di Bologna e dell'Interpol di Roma che da tempo lo avevano individuato a Udine, lo hanno attirato fuori di casa fingendo di essere clienti interessati a ingaggiarlo per una festa di matrimonio.
Le cinque pattuglie impiegate per il blitz hanno bloccato nei due sensi la strada.
Quando Fexter si è presentato i finanzieri lo hanno immobilizzato a terra, ammanettato e perquisito. Fexter non ha reagito, non ha tentato la fuga, non ha tentato di divincolarsi.
Sulla pagina del suo profilo Facebook ci sono decine di messaggi di solidarietà: “siamo tutti con te, tieni duro fratello”, è il più “gettonato”.
L’ultimo post di Fernando Ramirez Melendez (Fex o Manito per i tanti amici che si è fatto in Friuli) risale a mezzogiorno di martedì, due ore prima del blitz che si è concluso con il suo arresto in viale Palmanova.
Sul sua pagina Fb, dj Fexter ha pubblicato il flyer di una festa in discoteca che si terrà nella notte di Halloween al Tio Disco di San Vito al Tagliamento il 31 ottobre dove avrebbe dovuto esibirsi anche lui.
Guarda il video dell'arresto
Questo venerdì invece dj Fexter avrebbe dovuto suonare all’Opium di Zoppola-PN (ma sicuramente non ci sarà) e sabato sarebbe in teoria atteso al Dalì - Miami di Cervignano-UDINE
Il condizionale è d’obbligo perché l’appuntamento più importante per dj Fexter, attualmente rinchiuso nel carcere, è in programma sempre di sabato, ma al mattino, quando la corte d’Appelo di Trieste si esprimerà sulla richiesta di estradizione avanzata dalla Colombia.
Prima di diventare uno dei più apprezzati dj di musica latino americana di Friuli e Veneto, secondo gli investigatori di Bogotà, Fernando Ramirez Melendez è stato un corriere e un sicario per conto dei Rastrojos, un’organizzazione paramilitare collegata al cartello di Medelin.
Un ricercato talmente importante che per la sua cattura era stata messa addirittura una taglia.
Difficile immaginare quindi che dj Fexter possa tornare in libertà per riprendere posto alla consolle e mixare i suoi dischi in tempi molto rapidi.
Eppure chi lo ha conosciuto in questi anni in Friuli resta convinto che il sicario del narcotraffico inserito nell’elenco dei più grandi ricerati in Colombia non possa essere lui. «L’unica spiegazione che mi do è che si tratti di un clamoroso errore di persona», dice il proprietario di uno dei tanti locali notturni che in questi anni lo ha “ospitato”.
Un suo collega assicura che dj Fexter «è un buon ragazzo come ce ne sono pochi: niente eccessi, nulla a che fare con le droghe ed è anche molto legato alla famiglia, alle due sorelle e alla sua bambina che ha soltanto dieci mesi».
Dj Fexter è noto anche per essere “l’amico” dei calciatori: sul suo profilo infatti ci sono le foto di numerosi ex giocatori sudamericani dell’Udinese, tutti appassionati di musica latina.
«Un killer del narcotraffico che fa fatica ad arrivare alla fine del mese e non ha nemmeno la patente mi suona strano», aggiunge un frequentatore delle serate latino americane. E «se è veramente così pericoloso - si legge in molti commenti - perché hanno aspettato tanto per arrestarlo?».
Riguardo alle accuse formulate a suo carico, il giovane sembra quasi cadere dalle nuvole. Ammette di avere frequentato persone poco raccomandabili, ma esclude di essere rimasto mai coinvolto nei loro traffici.
Il DJ colombiano arrestato dalla Guardia di Finanza, abitava a Udine senza preoccuparsi minimamente di nascondersi e lavorando anzi come DJ nei locali notturni del Triveneto per una ragione semplicissima: non aveva niente da temere.
Nessun conto aperto con la giustizia colombiana e tanto meno il sentore di essere finito nell’elenco dei latitanti più pericolosi tra quelli ricercati dalla polizia di Bogotà.
Questo, almeno, è ciò che “Fexter”, il 29enne arrestato martedì su mandato di cattura internazionale, con le accuse di associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, estorsione, tentato omicidio e sequestro di persona, ha raccontato al legale che dovrà approntare una tesi difensiva in grado, prima di ogni altra cosa, di evitargli l’estradizione nel proprio Paese d’origine.
L’incontro con l’avvocato Piero Colle è avvenuto nel primo pomeriggio di mercoledì nel carcere di via Spalato a Udine, dove il DJ è stato trasferito dopo il blitz dei militari nell’abitazione di viale Palmanova in cui vive con la madre e le sorelle.
«Si è mostrato molto rilassato e ha parlato poco – ha detto il difensore –, non lasciando trasparire emozioni, se non che un vago senso di sorpresa per quel che gli sta succedendo».
L’unico pensiero che lo ha in qualche modo scosso è stato quello della figlia.
«Ha una bambina di dieci mesi (avuta da una ragazza da cui si è nel frattempo separato e che quindi vede saltuariamente) – continua l’avvocato Colle – e questo sarà uno degli argomenti che porteremo ai giudici della Corte d’appello che dovranno decidere sulla richiesta di estradizione».
Richiesta che, va da sè, Fexter respingerà in ogni modo e che sarà discussa nell’udienza fissata per sabato.
Quanto alle accuse formulate a suo carico, il giovane sembra quasi cadere dalle nuvole.
Ammette di avere frequentato persone poco raccomandabili, ma esclude di essere rimasto mai coinvolto nei loro traffici.
«Di certo, c’è solo una modesta condanna in Colombia per lesioni», spiega l’avvocato Colle. Un’aggressione dalla quale Fexter si era difeso sparando alla gamba del suo assalitore e per la quale ha già risarcito il danno.
«Era arrivato qua già nel 2010 – continua il legale –, per raggiungere la famiglia, e da allora ha sempre lavorato nel mondo della musica, ottenendo apprezzamenti e senza dare mai adito a perplessità.
Lo stesso fatto che abbia operato alla luce del sole dimostra che non aveva alcuna necessità di scappare, nè di nascondersi».
Eppure, l’idea di tornare in Colombia lo terrorizza, quasi che ad attenderlo, oltre ai giudici, ci fosse qualcuno di molto più pericoloso.
Il suo nome per esteso però era Ramirez Melendez Fernsterbein Fernando.
A dispetto della faccia da ragazzino Fexter in Colombia è considerato un pericolosissimo criminale, tra i 12 più pericolosi latitanti colombiani, luogotenente del capo della banda dei Rastrojos, gang criminale colombiana attiva nella zona di Medellin, nata dalla dispersione dell'Auc e collegata con l'organizzazione di narcotrafficanti dei “Los Mellos”.
La banda, ancora attiva, nonostante i colpi inflitti dai corpi di polizia locali, conta ancora un centinaio di affiliati, che continuano a controllare il flusso di tonnellate di cocaina verso gli Stati Uniti e l'Europa, le estorsioni, i sequestri, l'usura, e il sicariaggio.
Gli uomini del Gico di Bologna e dell'Interpol di Roma che da tempo lo avevano individuato a Udine, lo hanno attirato fuori di casa fingendo di essere clienti interessati a ingaggiarlo per una festa di matrimonio.
Le cinque pattuglie impiegate per il blitz hanno bloccato nei due sensi la strada.
Quando Fexter si è presentato i finanzieri lo hanno immobilizzato a terra, ammanettato e perquisito. Fexter non ha reagito, non ha tentato la fuga, non ha tentato di divincolarsi.
Sulla pagina del suo profilo Facebook ci sono decine di messaggi di solidarietà: “siamo tutti con te, tieni duro fratello”, è il più “gettonato”.
L’ultimo post di Fernando Ramirez Melendez (Fex o Manito per i tanti amici che si è fatto in Friuli) risale a mezzogiorno di martedì, due ore prima del blitz che si è concluso con il suo arresto in viale Palmanova.
Sul sua pagina Fb, dj Fexter ha pubblicato il flyer di una festa in discoteca che si terrà nella notte di Halloween al Tio Disco di San Vito al Tagliamento il 31 ottobre dove avrebbe dovuto esibirsi anche lui.
Guarda il video dell'arresto
Questo venerdì invece dj Fexter avrebbe dovuto suonare all’Opium di Zoppola-PN (ma sicuramente non ci sarà) e sabato sarebbe in teoria atteso al Dalì - Miami di Cervignano-UDINE
Il condizionale è d’obbligo perché l’appuntamento più importante per dj Fexter, attualmente rinchiuso nel carcere, è in programma sempre di sabato, ma al mattino, quando la corte d’Appelo di Trieste si esprimerà sulla richiesta di estradizione avanzata dalla Colombia.
Prima di diventare uno dei più apprezzati dj di musica latino americana di Friuli e Veneto, secondo gli investigatori di Bogotà, Fernando Ramirez Melendez è stato un corriere e un sicario per conto dei Rastrojos, un’organizzazione paramilitare collegata al cartello di Medelin.
Un ricercato talmente importante che per la sua cattura era stata messa addirittura una taglia.
Difficile immaginare quindi che dj Fexter possa tornare in libertà per riprendere posto alla consolle e mixare i suoi dischi in tempi molto rapidi.
Eppure chi lo ha conosciuto in questi anni in Friuli resta convinto che il sicario del narcotraffico inserito nell’elenco dei più grandi ricerati in Colombia non possa essere lui. «L’unica spiegazione che mi do è che si tratti di un clamoroso errore di persona», dice il proprietario di uno dei tanti locali notturni che in questi anni lo ha “ospitato”.
Un suo collega assicura che dj Fexter «è un buon ragazzo come ce ne sono pochi: niente eccessi, nulla a che fare con le droghe ed è anche molto legato alla famiglia, alle due sorelle e alla sua bambina che ha soltanto dieci mesi».
Dj Fexter è noto anche per essere “l’amico” dei calciatori: sul suo profilo infatti ci sono le foto di numerosi ex giocatori sudamericani dell’Udinese, tutti appassionati di musica latina.
«Un killer del narcotraffico che fa fatica ad arrivare alla fine del mese e non ha nemmeno la patente mi suona strano», aggiunge un frequentatore delle serate latino americane. E «se è veramente così pericoloso - si legge in molti commenti - perché hanno aspettato tanto per arrestarlo?».
Riguardo alle accuse formulate a suo carico, il giovane sembra quasi cadere dalle nuvole. Ammette di avere frequentato persone poco raccomandabili, ma esclude di essere rimasto mai coinvolto nei loro traffici.
Il DJ colombiano arrestato dalla Guardia di Finanza, abitava a Udine senza preoccuparsi minimamente di nascondersi e lavorando anzi come DJ nei locali notturni del Triveneto per una ragione semplicissima: non aveva niente da temere.
Nessun conto aperto con la giustizia colombiana e tanto meno il sentore di essere finito nell’elenco dei latitanti più pericolosi tra quelli ricercati dalla polizia di Bogotà.
Questo, almeno, è ciò che “Fexter”, il 29enne arrestato martedì su mandato di cattura internazionale, con le accuse di associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, estorsione, tentato omicidio e sequestro di persona, ha raccontato al legale che dovrà approntare una tesi difensiva in grado, prima di ogni altra cosa, di evitargli l’estradizione nel proprio Paese d’origine.
L’incontro con l’avvocato Piero Colle è avvenuto nel primo pomeriggio di mercoledì nel carcere di via Spalato a Udine, dove il DJ è stato trasferito dopo il blitz dei militari nell’abitazione di viale Palmanova in cui vive con la madre e le sorelle.
«Si è mostrato molto rilassato e ha parlato poco – ha detto il difensore –, non lasciando trasparire emozioni, se non che un vago senso di sorpresa per quel che gli sta succedendo».
L’unico pensiero che lo ha in qualche modo scosso è stato quello della figlia.
«Ha una bambina di dieci mesi (avuta da una ragazza da cui si è nel frattempo separato e che quindi vede saltuariamente) – continua l’avvocato Colle – e questo sarà uno degli argomenti che porteremo ai giudici della Corte d’appello che dovranno decidere sulla richiesta di estradizione».
Richiesta che, va da sè, Fexter respingerà in ogni modo e che sarà discussa nell’udienza fissata per sabato.
Quanto alle accuse formulate a suo carico, il giovane sembra quasi cadere dalle nuvole.
Ammette di avere frequentato persone poco raccomandabili, ma esclude di essere rimasto mai coinvolto nei loro traffici.
«Di certo, c’è solo una modesta condanna in Colombia per lesioni», spiega l’avvocato Colle. Un’aggressione dalla quale Fexter si era difeso sparando alla gamba del suo assalitore e per la quale ha già risarcito il danno.
«Era arrivato qua già nel 2010 – continua il legale –, per raggiungere la famiglia, e da allora ha sempre lavorato nel mondo della musica, ottenendo apprezzamenti e senza dare mai adito a perplessità.
Lo stesso fatto che abbia operato alla luce del sole dimostra che non aveva alcuna necessità di scappare, nè di nascondersi».
Eppure, l’idea di tornare in Colombia lo terrorizza, quasi che ad attenderlo, oltre ai giudici, ci fosse qualcuno di molto più pericoloso.