Domenica 2 marzo c/o il Music Park di Bientina (PI), si sono dati
appuntamento i Disc Jockey Italiani che hanno individuato nell’innovazione,
nell’informatica e nelle tecnologie digitali, una possibilità per dare una
nuova era alla classica figura del DJ, nata negli anni 70, ed un nuova
figura professionale , ormai matura per chiamarsi, Digital Jockey.
In oltre 30 anni di storia, il DJ ha subito varie rivoluzioni, con
possibilità di regolare la velocità dei dischi in vinile, nacquero le
tecniche di mixing (proporre musica senza soluzione di continuità), poi
arrivarono i CD ed il loro sempre più perfetti lettori, fino ad arrivare ad
oggi dove la musica inizia ad essere svincolata dal supporto fisico, ed è
sempre più legata a formati digitali (mp3, Wav) più facilmente
“manipolabili” in tempo reale, tramite software e controller specifici.
La comunità open-mind (per menti aperte), che si ritrova sul Forum di
www.digitaljockey.it , conta ad oggi ca. 800 iscritti; dopo varie
iniziative promozionali e Festival, che hanno messo a confronto i nuovi
software ed hardware dedicati all’intrattenimento Audio/Video, il gruppo ha
sentito il bisogno di fare il punto della situazione, e questa Convention
“costituente” sono intervenuti: Spazialex DJ, (Pontedera - Relatore), Max
Mora (Tortona), Ciaps (Bologna), Kutro (Alessandria), Bazzooka (Bergamo),
Enrico Tagliaferri (Firenze), Nuwanda (Firenze), Fabio Lenzi (Livorno), Alex
Baldi (Siena), Max Deejay (Parma), Paul Rust (Versilia), TexZK (Lodi),
Cybermix (Grosseto), Alessio F (Firenze), Cioce (Ferrara), Alex Gomma
(Pistoia), Mr Fiffo (Milano), G.Guidotti (Massa), Max Contrucci (Firenze),
Dr JackHill (Cuneo), Matteo Tintori (Music Park), Maurizio Carli (Central
House), Maurizio Novi (Homo Sapiens), e tanti altri collegati in
videoconferenza da tutta Italia.
L’inevitabile rivoluzione digitale è sempre stata confusa con i fenomeni di
pirateria, prima con i CD masterizzati, poi associandola al download di
files coperti da copyright, l’urgenza di una regolamentazione delle musica
digitale per pubblica esecuzione e la qualificazione professionale dell’arte
del DJing sono tra le priorità assolute della comunità dei Digital Jockey.
A fine Convention è stato redatto il Manifesto con la Definizione di
“Digital Jockey” come figura professionale, inquadrata come “Artista
Esecutore – Promotore della Musica” e sono state avanzate tante proposte per
aiutare la “Musica” e le forme di divertimento legate al mestiere di DJ, per
la prima volta in Italia, sono stati radunati insieme tutti quei
“controller” utilizzati dai DJ Digitali, compreso il rivoluzionario Pioneer
CDJ400, per un rapido confronto.
Se nel terzo milennio ci sarà ancora bisogno della figura del DJ, i Digital
Jockey si stanno preparando utilizzando l’informatica, non come strumento di
pirateria, ma come valore aggiunto alla loro creatività.
Alessandro Matteoli
---
Allegato (per conoscenza):
Manifesto dei Digital Jockey (DiJ) V.1.0 rev.01 (in elaborazione)
Art.1 – Dicasi Digital Jockey colui che utilizza le moderne tecnologie
hardware e software per rendere più creative le proprie esecuzioni
audio/video, con la capacità di interagire con esse in tempo reale, in modo
da adattare l’esecuzione al proprio stile ed all’atmosfera richiesta dalla
situazione.
Art.2 – Il Digital Jockey è contro ogni forma di pirateria e illegalità, è
contro ogni forma di razzismo. Non è una comunità orientata politicamente,
crede nella solidarietà ed in quei valori universali dell’educazione e del
rispetto che ci evitano di scrivere un regolamento di deontologia
professionale.
Art.3 – Il Digital Jockey vorrebbe che gli fosse riconosciuta la qualifica
di “Promotore della Musica” e che intorno a questa definizione di possano
ridefinire i termini di una qualificazione della professione che tenga conto
anche che il DiJ non compra la musica/video per il proprio diletto, ma per
far divertire il proprio pubblico, pubblicizzando così i vari artisti e
orientando di conseguenza il mercato.
Art.4 – I Digital Jockey si fanno promotori di quelle iniziative che
permettano di avviarsi questa professione in regola, strutturando vari
livelli di professionalità, da certificare come si fa per altre categorie,
con particolare attenzione ai giovani.
Art.5 – Fa parte della cultura del Digital Jockey la condivisione di
esperienze ed il supporto ai colleghi, avendo unito alla cultura musicale
quella informatica dove le comunità open source sono quelle che danno i
migliori risultati arrivando ad utilizzare come slogan “un Digital Jockey è
tanto importante, per quanto riesca ad essere utile agli altri Digital
Jockey”.
Art.6 – Il Digital Jockey usa l’acronimo “DiJ”, dove la piccola “i”
minuscola si inserisce nel classico “DJ”, per significare “informatica” o
“digitale”, promuovendo questa nuova dizione svincolata dal supporto dove
risiede la musica (Disc, CD, DVD...) rendendola di fatto universale nel
tempo, pur non rinnegando le classiche definizioni di “Disc Jockey”, “Dee
Jay” e “DJ” che in alcuni contesti semplificano la comprensione del ruolo.
Art.7 – Il Digital Jockey non è necessariamente un musicista, anche se molti
lo sono e si occupano anche di produzioni: essere Digital Jockey è un
qualcosa in più, che non preclude alcuna altra tecnica o stile o lavoro.
Molti Digital Jockey hanno iniziato con i vinili a cui rimangono
innegabilmente legati.
Art.8 – La Missione multimediale dei Digital Jockey è quella di sfruttare il
mondo Internet e le tecnologie di comunicazione correlate per diffondere
tale concezione di “esecuzione creativa live”. L’obiettivo primario è
ampliare il più possibile il gruppo per potersi interfacciare in modo più
autorevole con i produttori hardware/software, con le istituzioni e gli enti
preposti alla tutela del diritto d’autore e nuove tecnologie. Il fine è
quello di da dare supporto per creare quelle regole che permettano ai DiJ
di lavorare nella legalità, con il giusto riconoscimento economico e con
criteri meritocratici.
2/3/2008 www.digitaljockey.eu
Spazialex DiJ
appuntamento i Disc Jockey Italiani che hanno individuato nell’innovazione,
nell’informatica e nelle tecnologie digitali, una possibilità per dare una
nuova era alla classica figura del DJ, nata negli anni 70, ed un nuova
figura professionale , ormai matura per chiamarsi, Digital Jockey.
In oltre 30 anni di storia, il DJ ha subito varie rivoluzioni, con
possibilità di regolare la velocità dei dischi in vinile, nacquero le
tecniche di mixing (proporre musica senza soluzione di continuità), poi
arrivarono i CD ed il loro sempre più perfetti lettori, fino ad arrivare ad
oggi dove la musica inizia ad essere svincolata dal supporto fisico, ed è
sempre più legata a formati digitali (mp3, Wav) più facilmente
“manipolabili” in tempo reale, tramite software e controller specifici.
La comunità open-mind (per menti aperte), che si ritrova sul Forum di
www.digitaljockey.it , conta ad oggi ca. 800 iscritti; dopo varie
iniziative promozionali e Festival, che hanno messo a confronto i nuovi
software ed hardware dedicati all’intrattenimento Audio/Video, il gruppo ha
sentito il bisogno di fare il punto della situazione, e questa Convention
“costituente” sono intervenuti: Spazialex DJ, (Pontedera - Relatore), Max
Mora (Tortona), Ciaps (Bologna), Kutro (Alessandria), Bazzooka (Bergamo),
Enrico Tagliaferri (Firenze), Nuwanda (Firenze), Fabio Lenzi (Livorno), Alex
Baldi (Siena), Max Deejay (Parma), Paul Rust (Versilia), TexZK (Lodi),
Cybermix (Grosseto), Alessio F (Firenze), Cioce (Ferrara), Alex Gomma
(Pistoia), Mr Fiffo (Milano), G.Guidotti (Massa), Max Contrucci (Firenze),
Dr JackHill (Cuneo), Matteo Tintori (Music Park), Maurizio Carli (Central
House), Maurizio Novi (Homo Sapiens), e tanti altri collegati in
videoconferenza da tutta Italia.
L’inevitabile rivoluzione digitale è sempre stata confusa con i fenomeni di
pirateria, prima con i CD masterizzati, poi associandola al download di
files coperti da copyright, l’urgenza di una regolamentazione delle musica
digitale per pubblica esecuzione e la qualificazione professionale dell’arte
del DJing sono tra le priorità assolute della comunità dei Digital Jockey.
A fine Convention è stato redatto il Manifesto con la Definizione di
“Digital Jockey” come figura professionale, inquadrata come “Artista
Esecutore – Promotore della Musica” e sono state avanzate tante proposte per
aiutare la “Musica” e le forme di divertimento legate al mestiere di DJ, per
la prima volta in Italia, sono stati radunati insieme tutti quei
“controller” utilizzati dai DJ Digitali, compreso il rivoluzionario Pioneer
CDJ400, per un rapido confronto.
Se nel terzo milennio ci sarà ancora bisogno della figura del DJ, i Digital
Jockey si stanno preparando utilizzando l’informatica, non come strumento di
pirateria, ma come valore aggiunto alla loro creatività.
Alessandro Matteoli
---
Allegato (per conoscenza):
Manifesto dei Digital Jockey (DiJ) V.1.0 rev.01 (in elaborazione)
Art.1 – Dicasi Digital Jockey colui che utilizza le moderne tecnologie
hardware e software per rendere più creative le proprie esecuzioni
audio/video, con la capacità di interagire con esse in tempo reale, in modo
da adattare l’esecuzione al proprio stile ed all’atmosfera richiesta dalla
situazione.
Art.2 – Il Digital Jockey è contro ogni forma di pirateria e illegalità, è
contro ogni forma di razzismo. Non è una comunità orientata politicamente,
crede nella solidarietà ed in quei valori universali dell’educazione e del
rispetto che ci evitano di scrivere un regolamento di deontologia
professionale.
Art.3 – Il Digital Jockey vorrebbe che gli fosse riconosciuta la qualifica
di “Promotore della Musica” e che intorno a questa definizione di possano
ridefinire i termini di una qualificazione della professione che tenga conto
anche che il DiJ non compra la musica/video per il proprio diletto, ma per
far divertire il proprio pubblico, pubblicizzando così i vari artisti e
orientando di conseguenza il mercato.
Art.4 – I Digital Jockey si fanno promotori di quelle iniziative che
permettano di avviarsi questa professione in regola, strutturando vari
livelli di professionalità, da certificare come si fa per altre categorie,
con particolare attenzione ai giovani.
Art.5 – Fa parte della cultura del Digital Jockey la condivisione di
esperienze ed il supporto ai colleghi, avendo unito alla cultura musicale
quella informatica dove le comunità open source sono quelle che danno i
migliori risultati arrivando ad utilizzare come slogan “un Digital Jockey è
tanto importante, per quanto riesca ad essere utile agli altri Digital
Jockey”.
Art.6 – Il Digital Jockey usa l’acronimo “DiJ”, dove la piccola “i”
minuscola si inserisce nel classico “DJ”, per significare “informatica” o
“digitale”, promuovendo questa nuova dizione svincolata dal supporto dove
risiede la musica (Disc, CD, DVD...) rendendola di fatto universale nel
tempo, pur non rinnegando le classiche definizioni di “Disc Jockey”, “Dee
Jay” e “DJ” che in alcuni contesti semplificano la comprensione del ruolo.
Art.7 – Il Digital Jockey non è necessariamente un musicista, anche se molti
lo sono e si occupano anche di produzioni: essere Digital Jockey è un
qualcosa in più, che non preclude alcuna altra tecnica o stile o lavoro.
Molti Digital Jockey hanno iniziato con i vinili a cui rimangono
innegabilmente legati.
Art.8 – La Missione multimediale dei Digital Jockey è quella di sfruttare il
mondo Internet e le tecnologie di comunicazione correlate per diffondere
tale concezione di “esecuzione creativa live”. L’obiettivo primario è
ampliare il più possibile il gruppo per potersi interfacciare in modo più
autorevole con i produttori hardware/software, con le istituzioni e gli enti
preposti alla tutela del diritto d’autore e nuove tecnologie. Il fine è
quello di da dare supporto per creare quelle regole che permettano ai DiJ
di lavorare nella legalità, con il giusto riconoscimento economico e con
criteri meritocratici.
2/3/2008 www.digitaljockey.eu
Spazialex DiJ