Domani si conclude un’era(10 Sett. 2011): Dub Vendor, a Londra, uno dei primi negozi di dischi in Europa specializzato in Reggae e Ska, chiude battenti. Aprì nel 1976, come banco presso il mercato di Clapham Junction – oggi quartiere londinense popolato dalla middle-class ma allora sobborgo di immigrati caraibici- .
Il successo, grazie al boom della scena reggae in UK, non si fece attendere e ben presto il banco si trasferì in un negozio vero e proprio. Con gli anni ’80 ed il crescere della popolarità del sound giamaicano, ben oltre la comunità delle West Indies, Dub Vendor raddoppiò la sua presenza in città, con un secondo negozio dalle parti di Notting Hill, che avrebbe ospitato per anni uno studio e la label in-house “Fashion Records”.Dopo un decennio di successi ed una scena reggae ormai patrimonio anche del grande pubblico, inizia un rapido ed inesorabile declino “Abbiamo chiuso il primo negozio nel 2007”, racconta a DJ Mag Italia Papa Face, voce radiofonica londinese e parte della crew di Dub Vendor “ e domani proseguiremo la festa d’addio iniziata oggi.
Che vuoi che ti dica? Il mercato è cambiato, la gente compra on-line, non ha più interesse a farsi vedere al negozio”, conclude con amarezza. “Noi proseguiremo l’attività come on-line store, attività che portiamo avanti già da tempo.”
Evoluzione stilistica – il reggae si è sciolto in decine di altri generi, a cominciare dal dubstep, con incursioni ‘mainstrem’ anche nell’house, come l’album di Bob Sinclair con Sly e Robbie, Made in Jamaica – e calo nelle vendite dei vinili, sono alcune delle cause che hanno portato alla chiusura di questa esperienza.
I negozi sopravvissuti, sopratutto a Brixton, tremano ma l’addio di Dub Vendor al mercato “su strada”, potrebbe essere un segnale; nonostante la sua solida reputazione, non era riuscito a ritagliarsi una sua nicchia “esclusiva” che avrebbe potuto metterlo al riparo dal rischio soffocamento.Diversi negozi di dischi londinesi, hanno puntato sul “secon-hand” e sul ricco mercato del collezionismo, lasciando in secondo piano le new release facilmente reperibili on-line e questa scelta, alla prova dei fatti, si è rivelata lungimirante.
Diversi negozi di dischi londinesi, hanno puntato sul “secon-hand” e sul ricco mercato del collezionismo, lasciando in secondo piano le new release facilmente reperibili on-line e questa scelta, alla prova dei fatti, si è rivelata lungimirante. http://www.djmagitalia.com/sito/?p=1046
Il successo, grazie al boom della scena reggae in UK, non si fece attendere e ben presto il banco si trasferì in un negozio vero e proprio. Con gli anni ’80 ed il crescere della popolarità del sound giamaicano, ben oltre la comunità delle West Indies, Dub Vendor raddoppiò la sua presenza in città, con un secondo negozio dalle parti di Notting Hill, che avrebbe ospitato per anni uno studio e la label in-house “Fashion Records”.Dopo un decennio di successi ed una scena reggae ormai patrimonio anche del grande pubblico, inizia un rapido ed inesorabile declino “Abbiamo chiuso il primo negozio nel 2007”, racconta a DJ Mag Italia Papa Face, voce radiofonica londinese e parte della crew di Dub Vendor “ e domani proseguiremo la festa d’addio iniziata oggi.
Che vuoi che ti dica? Il mercato è cambiato, la gente compra on-line, non ha più interesse a farsi vedere al negozio”, conclude con amarezza. “Noi proseguiremo l’attività come on-line store, attività che portiamo avanti già da tempo.”
Evoluzione stilistica – il reggae si è sciolto in decine di altri generi, a cominciare dal dubstep, con incursioni ‘mainstrem’ anche nell’house, come l’album di Bob Sinclair con Sly e Robbie, Made in Jamaica – e calo nelle vendite dei vinili, sono alcune delle cause che hanno portato alla chiusura di questa esperienza.
I negozi sopravvissuti, sopratutto a Brixton, tremano ma l’addio di Dub Vendor al mercato “su strada”, potrebbe essere un segnale; nonostante la sua solida reputazione, non era riuscito a ritagliarsi una sua nicchia “esclusiva” che avrebbe potuto metterlo al riparo dal rischio soffocamento.Diversi negozi di dischi londinesi, hanno puntato sul “secon-hand” e sul ricco mercato del collezionismo, lasciando in secondo piano le new release facilmente reperibili on-line e questa scelta, alla prova dei fatti, si è rivelata lungimirante.
Diversi negozi di dischi londinesi, hanno puntato sul “secon-hand” e sul ricco mercato del collezionismo, lasciando in secondo piano le new release facilmente reperibili on-line e questa scelta, alla prova dei fatti, si è rivelata lungimirante. http://www.djmagitalia.com/sito/?p=1046