"O il sistema delle leggi del Paese cambia verso o cambiamo Paese".
Comincia così una nota di Marco Palazzi, ad del Cocoricò, dopo una serie di provvedimenti sanzionatori per la discoteca di Riccione.
"Oggi - sottolinea Palazzi - abbiamo subito l'ennesima sanzione come da Regio Decreto del 1934, una legge di 80 anni fa".
"Francamente in queste condizioni - aggiunge - operare è diventato difficile se non impossibile.
Sono anni che riceviamo proposte da Ibiza e da altri Paesi e le abbiamo sempre rifiutate.
Amo la mia terra, amiamo il nostro Paese ma così per noi è diventato impossibile lavorare e se le cose non cambieranno saremo costretti ad emigrare all'estero.
Rivolgo un appello alle istituzioni, soprattutto a chi ha la responsabilità delle leggi di questo Paese e, in primis, al premier Matteo Renzi: o le leggi di questo Paese 'cambianoverso' o il Cocoricò cambia Paese".
"Più di 25 anni fa - ricorda Marco Palazzi - mio padre ha costruito la discoteca Cocoricò in un terreno sulle colline di Riccione; al posto del soffitto una piramide di vetro che ne diventerà il simbolo in tutto il mondo.
A fine degli anni '90 mio padre fece diventare il Cocoricò la discoteca numero 7 al mondo e la mia famiglia vive a Riccione ed investe nel territorio da più di 100 anni.
Quando nel 2001 dopo una lunga malattia mio padre ci ha lasciati, ho rilevato l'azienda di famiglia e sin da subito ho avuto un sogno: riportarla lì, solo dove mio padre era riuscito, tra le prime discoteche al mondo".
E insieme a Fabrizio De Meis al quale "ho proposto di diventare mio socio, dal momento che era un manager italiano tra i più importanti all'estero, abbiamo coronato qualche anno dopo il sogno mio e della mia famiglia: il Cocoricò 18a discoteca nel mondo.
Tuttavia oggi mi trovo a lanciare un grido d'allarme e disperazione: o cambiano le leggi o sarò costretto a mettere le ruote al Cocoricò, smontare la Piramide e portarla via dall'Italia".
Fonte: Riminitoday