Non fu una banale influenza, come invece dichiarato dal suo manager, ma un ricovero per overdose di oppiacei che aveva costretto Prince, solo una settimana fa, a un atterraggio di emergenza in Illinois.
Lo sostiene Tmz, il sito che ieri ha dato per primo la notizia della morte della popstar. Il ricovero di cui si parla risale al 15 aprile scorso, quando l'aereo privato di Prince fece un atterraggio d'emergenza a Moline, nell Stato dell'Illinois, mentre era di ritorno da un concerto ad Atlanta, in Georgia. In quell'occasione fu ricoverato d'urgenza nell'ospedale locale.
Intanto, l'ufficio dello sceriffo della contea di Carver ha diffuso la registrazione della telefonata al 911, il numero delle emergenze negli Usa, in cui un uomo, non identificato, affermava che vi era una persona morta a casa di Prince, senza però confermarne l'identità.
Lo stesso Tmz in quell'occasione parlò, citando il manager, di un ricovero di appena qualche ora dovuto al peggioramento di un'influenza acuta con la quale Prince era alle prese da qualche giorno. Il manager dell'artista aveva anche rassicurato i fan sulle sue condizioni di salute. Il sito di gossip, invece, sostenne da subito che Prince fu sottoposto a un trattamento urgente (tecnicamente il "save shot") per una overdose da oppiacei. I medici avrebbero voluto trattenerlo in ospedale per qualche giorno, sostiene ancora il sito americano, ma non essendo disponibile una stanza privata l'entourage del cantante ha chiesto di farlo dimettere.
L'autopsia che dovrebbe fare chiarezza sulle cause della morte del cantante è stata disposta per oggi, venerdì 22 aprile. È troppo presto per ipotizzare eventuali crimini legati alla morte di Prince, trovato senza vita nell'ascensore degli studi di registrazione della sua residenza. Lo ha precisato all'Ap il vice sceriffo della contea di Carver, Jason Kamerud, sostenendo che l'ipotesi di un reato "non è né sospettata né non sospettata". Semplicemente, ha aggiunto, è prematuro parlare prima che sia esaminata la scena del decesso e siano completati gli esami tossicologici, che richiederanno alcune settimane.
Intanto, i tributi per Prince Rogers Nelson, nato a Minneapolis il 7 giugno 1958, sonocontinuati per tutta la notte un po' ovunque. In particolare al Firts Avenue, il club della città natale del cantante dove è stato girato gran parte del film Purple Rain che vinse un Oscar nel 1985. All'esterno del locale si sono avvicendate persone di ogni età. Qualcuno portando una chitarra, qualcuno lasciando un biglietto, qualcun altro accendendo una candela per un lento ma costante pellegrinaggio.
Se all'esterno per i fan è stata l'occasione del raccoglimento, all'interno c'è stata una non-stop musicale tutta dedicata a lui, con balli e canti. Il First Avenue ha rilanciato: il tributo a Prince proseguirà anche questa notte e domani, sabato 23 aprile, con il locale che rimarrà aperto ininterrottamente. Tutto il centro di Minneapolis è stato letteralmente invaso dai fan e i club della capitale del Minnesota hanno mandato le sue canzoni in continuazione, rendendo le strade e le piazze delle piste da ballo a cielo aperto.
Già pochi minuti dopo la conferma della notizia della morte di Prince i primi fan del cantante si sono radunati, increduli e addolorati, davanti agli studi di registrazione di Minneapolis, a Paisley Park, presidiati dalla polizia. Nel cielo, carico di pioggia, a un certo punto è spuntato un arcobaleno. Molti fan hanno ricordato le parole che la star ha pronunciato durante la sua ultima apparizione pubblica, cinque giorni prima del decesso, che a oggi suonano sibilline: "Aspettate ancora qualche giorno prima di dire le vostre preghiera". Eppure la star, dicono due fan, Gretchen Richardson, 27 anni, e Cory Amundson, 29, "sembrava stesse bene. È strano, siamo stati qui sabato scorso, ecco perché è così scioccante", hanno spiegato.
Fonte: Web